Jean Todt ha raccontato di quando, nel 1993, è arrivato nel team di Maranello: “Quando sono arrivato alla Ferrari era come un’opera d’arte in rovina”. Il manager francese, stando alle sue parole, non riuscì a trasformare la scuderia in un team che realmente poteva competere per il titolo mondiale fino al 1997. Todt e Michael Schumacher nel corso degli anni hanno reso il rapporto lavorativo che li univa una grande amicizia. Merito anche del pilota di difendere il suo boss dalle continue critiche da parte della stampa italiana. Come racconto lo stesso Todt: “All’inizio non c’era altro che rispetto reciproco. Lui aveva chiesto di avere una clausola rescissoria nel suo contratto che gli avrebbe permesso di andare via se me ne fossi andato anch’io. Nel 1996 girava voce che sarei stato cacciato. I giornalisti lo riferirono a Michael che rispose: ‘Se Jean se ne va, me ne andrò anch’io’“.
Da quel momento la posizione di Todt all’interno del team Ferrari rimase blindata per oltre un decennio. Fa quasi strano pensarlo ora che sono quasi sedici anni consecutivi senza titoli iridati vinti per la scuderia, ma al tempo il pensiero fisso degli appassionati di Formula 1 era soltanto uno: “Ci sarà qualcuno capace di battere la rossa?”. Infatti, tra il 1999 e il 2004 la Ferrari ha completamente riscritto la storia del Circus. Come? Vincendo ben sei titoli Costruttori e cinque titoli Piloti consecutivi. Numeri superati solo dalla Mercedes tra il 2014 e il 2021. In quegli anni a garantire quel trionfo fu proprio la coppia Todt-Schumacher: “Ho lasciato definitivamente la Ferrari l’1 aprile 2009, ma non passa giorno senza che la gente mi ricordi che sono legato alla Ferrari per tutta la vita. Gran parte della mia notorietà viene dalla Scuderia“.