Alexander Albon si appresta ad iniziare la sua seconda stagione come pilota della Williams dopo essere tornato in Formula 1 la scorsa stagione, in seguito all’anno passato come pilota di riserva e collaudatore per la Red Bull che a fine 2020 gli aveva preferito il messicano Perez. Il pilota anglo-thailandese è stato scelto l’anno passato da Jost Capito per sostituire George Russell, passato in Mercedes. Il suo ritorno in pista ha destato buone impressioni, ha lottato nelle retrovie con la Williams ed è riuscito ad ottenere piazzamenti a punti in Australia, Miami e Belgio. Queste solide prestazioni gli sono valse un prolungamento pluriennale del contratto che gli ha garantito la tanto agognata sicurezza a lungo termine per la prima volta in carriera in Formula 1.
Non è chiaro fino a quale stagione Albon abbia firmato con la Williams, ma il pilota sembra certo di un posto in Formula 1 almeno fino al 2024. Negli ultimi anni la situazione è stata diversa. Albon è stato promosso in Red Bull nel 2019 dopo solo mezza stagione in Toro Rosso, ma dopo un anno e mezzo di alti e bassi è stato messo da parte. Di conseguenza, il pilota ventiseienne è stato costretto a rimanere in disparte per un anno, prima del ritorno alla guida della Williams.
In una recente intervista Albon ha dichiarato di aver provato un senso di tranquillità al termine della stagione 2022 grazie al rinnovo firmato, soprattutto se messo al confronto con il precedente periodo d’incertezza sul suo futuro in Red Bull e i dubbi riguardo il suo ritorno sulla griglia di partenza della Formula 1. “Gli ultimi due anni sono stati difficili, perché ero nervoso, mi preparavo alla nuova stagione senza sapere cosa mi aspettava. Ho trascorso la maggior parte del mio tempo a sopravvivere in Formula 1, dovevo essere performante e spesso, sotto pressione, andavo in difficoltà – queste le parole del pilota della Williams che continua - Ora con la Williams ho firmato un contratto a lungo termine, una bella sensazione. In Formula 1 è un privilegio poter avere questa stabilità e sono orgoglioso di come stanno andando le cose. Ora che ho questa stabilità e posso concentrarmi sul futuro, spero di poter aiutare la squadra a migliorare sempre di più.”
Privilegio. Questo è il termine utilizzato da Albon per indicare la sicurezza di un sedile in Formula 1 e questo basta per far capire quanto i piloti vivano in un costante senso d’incertezza. Ma si sa l’incertezza in Formula 1 è quotidiana e spesso logora. Da un pilota ci si aspetta costantemente la perfezione, è sempre sotto una lente d’ingrandimento, giro dopo giro, secondo dopo secondo. Ogni errore, ogni sbavatura, anche quella non percepibile ad occhio nudo, costa caro. Una pressione perenne che non tutti possono reggere, perché non tutti sono uguali. Albon lo sa bene, la sua esperienza in Red Bull non è stata facile sotto questo punto di vista, gli errori ci sono stati e il continuo confronto con il compagno di squadra non ha aiutato. E se vincere aiuta a vincere, sbagliare aiuta a sbagliare. Si entra in un circolo vizioso, la vittoria sembra non arrivare mai, i risultati sempre più lontani e il talento improvvisamente scomparso. E così vedi il tuo più grande sogno svanire sul più bello, sei arrivato tra i venti piloti della massima serie automobilistica, ce l’hai fatta, ora non puoi sbagliare, non puoi perdere tutto. E invece accade proprio questo. Ti ritrovi insicuro, a sbagliare anche in quelle situazioni che fino a poco prima erano il tuo pane quotidiano. Arrivano così i primi malumori da parte della squadra, le prime ombre di un cambio.
Ma può davvero il talento sparire dall’oggi al domani? Assolutamente no. Il talento rimane, ma quando la pressione aumenta è la costanza che viene meno. E proprio la costanza è la chiave, ciò che ti rende il migliore non è l’abilità di compiere uno straordinario giro, ma di farlo in modo costante. La perfezione curva dopo curva, gara dopo gara, stagione dopo stagione. Però è necessario ricordare che i giovani piloti non sono robot, sono esseri umani e quando le cose non vanno per il verso giusto, non hanno improvvisamente perso le loro abilità, ma forse hanno scordato come utilizzarle ed è importante in quei momenti che abbiano il giusto supporto, il tempo di sbagliare e imparare.
Ma, come Albon ha imparato sulla sua pelle, la pazienza non è di casa in Formula 1 ed è così che il sedile inizia a farsi scomodo e incerto e si vive quell’insostenibile incertezza che caratterizza chiunque arrivi in Formula 1.