Dall’ultima pole position Ducati a Jerez sono passati 16 anni, era il 2006 e a guidarla c’era Loris Capirossi. Le ultime quattro volte, invece, a partire davanti è stato Fabio Quartararo, in un dominio iniziato con la Yamaha del Team Petronas. Proprio lui, il francese, oggi è tornato al parco chiuso con mezzo secondo di ritardo dal primo. Oggi Francesco Bagnaia ha demolito il record del circuito (con un tempo di 1'36.170, quattro decimi in meno di Maverick Vinales) e ha messo paura ai suoi avversari che si sono limitati a darla per persa. Facevano così anche con Marc Marquez quando si correva ad Austin o al Sachsenring, ma Jerez non è mai stata la pista né di Bagnaia né tantomeno della Ducati. Aleix Espargarò, dopo la terza piazza, l’ha ammesso candidamente: “A vedere i tempi di Pecco sembra che siamo stati lenti, ma non è così”, e lo ha confermato anche Fabio Quartararo: “Mezzo secondo al secondo, non c’è sfida… non so davvero come abbia fatto”.
Pecco Bagnaia invece, e forse è questo a fare la differenza, lo sa benissimo, è sempre stato un pilota capace di costruire i suoi risultati senza tirare i dadi: “Abbiamo fatto un lavoro molto positivo dalla prima gara fino ad ora - ha raccontato ai microfoni di Sky dopo la pole - lavoravamo un po’ nascosti perché non siamo riusciti a dimostrare i passi in avanti. A Portimaõ eravamo già molto competitivi ma partendo così indietro facevamo fatica. Questo weekend invece abbiamo avuto subito la fortuna di trovare condizioni sempre stabili e di riuscire a lavorare sempre in modo giusto. Penso che in futuro ripartiremo da qui”.
La GP22 è stata difficile da mettere a punto, ma evidentemente il lavoro ha pagato. Bagnaia riesce a guidarla come vuole, sempre preciso e millimetrico anche quando si presenta in ingresso di curva leggermente di traverso. Se si trattasse di un altro pilota diremmo d’accordo, vediamo la gara, ma Pecco in gara può fare quello che vuole: a contare davvero, per lui, è la confidenza che ha con la moto. L’anno scorso la svolta è arrivata a Silverstone, dopo la pausa estiva, quest’anno la sua moto è un missile su ruote già da Jerez. Lui lo sa e, per la prima volta quest’anno, gli viene da ridere nelle interviste. E i ducatisti fanno come Davide Tardozzi al parco chiuso, ripreso dalle telecamere mentre agitava la mano come un chitarrista che suona in spiaggia. Anche meno Pecco, che così sembra la MotoGP di dieci anni fa.