Nessuno può capire che cosa significhi arrivare in Formula 1 a diciotto anni o meno, quale sia la pressione che un giovane pilota ha sulle spalle, le aspettative di una nazione intera, di una famiglia, di un team e di migliaia di tifosi. Nessuno può comprendere quanto possa essere difficile saltare categorie, gestire test privati di Formula 1 con stagioni nelle serie minori, calendari sempre più complessi, impegni con la stampa e i giornalisti.
Nessuno può aiutare davvero Andrea Kimi Antonelli in questo percorso, con risposte sensate ai suoi dubbi, con consigli che partano da un'esperienza personale simile alla sua. Nessuno, tranne Max Verstappen. L'olandese "bambino prodigio" arrivano nella massima serie a soli 17 anni tra salti di categoria e una pressione dalla stampa senza precedenti, può capire perfettamente quali oggi siano le preoccupazioni del giovanissimo italiano che, a 17 anni, si ritrova al suo primo anno in Formula 2 con la prospettiva concreta di debuttare in Formula 1 il prossimo anno o, chissà, magari già a partire dalla seconda parte di questo 2024.
In un giovedì piovoso a Monaco, per uno dei weekend più amati da tutti i piloti nel calendario della Formula 1, il pilota olandese campione del mondo si è esposto proprio su questo tema, dando ad Antonelli un consiglio sul suo futuro durante la conferenza piloti di inizio fine settimana: "Da esordiente la cosa più difficile è che ci sono tantissime cose da imparare. Per me, la più grande sfida era fare gestire una intera gara. In Formula 3 all’epoca le gare duravano 35 minuti, in Formula 1 è tutta un'altra cosa". Ma da imparare, secondo Max, non c'è solo la gestione gomme o il peso di una gara con strategie e problemi, quanto piuttosto la comprensione - e l'accettazione - di un mondo intero che gira diversamente: "Bisogna passare attraverso i momenti buoni e quelli non buoni, capire come affrontare le difficoltà, i fine settimana difficili dove non va tutto bene. C’è tanto da imparare, ma dall’altro lato è importantissimo non pensarci troppo".
Concentrarsi troppo su ciò che può andare male, o al contrario trovare tutti i modi per far andare bene ogni singola cosa, può essere pericoloso. Ma Max per Antonelli non ha grandi dubbi: "Quando sei talentuoso, e Kimi è molto talentuoso, non serve preoccuparsi troppo".