Il Gran Premio del Giappone quest'anno si è presentato con qualche settimana d'anticipo rispetto alla tradizionale data di metà ottobre. Non a caso, a Motegi, pubblico e addetti ai lavori girano in manichette corte; sono 27 i gradi dell'aria, dieci in più quelli dell'asfalto. Umidità bassa, pista pulita e cielo anche, salvo qualche nube cotonata di passaggio. In poche parole: condizioni perfette per correre in moto. Infatti la MotoGP impiega giusto due turni (FP1 e Prequalifiche) per abbattere l'iconico 1'43"790 di Jorge Lorenzo, record del Twin Ring che resisteva dal 2015. A scendere, dopo 8 anni, sotto il riferimento del maiorchino sono Brad Binder (1'43"489), Pecco Bagnaia ed Aleix Espargaro, rispettivamente a trenta e a trecento millesimi dalla miglior prestazione della KTM. Seguono un sfilza di Ducati: dal quarto al settimo posto Jorge Martin, Marco Bezzecchi, Fabio Di Giannantonio e Johann Zarco. Chiudono la top ten Maverick Vianales e le RC16 di Pol Espargaró e Jack Miller, a quasi otto decimi dal compagno di squadra.
Questi sono i piloti che domattina, alle 3:45 italiane, si giocheranno sicuramente la pole position. La cronaca fredda delle prestazioni definitive del venerdì giapponese non ci dice, tuttavia, che Pecco Bagnaia ha seriamente rischiato di rimanere fuori dalle dieci posizioni privilegiate. Sino a due minuti dal termine delle prequalifiche - un pò per le bandiere gialle, un po' a causa di un lavoro prolungato con la media al posteriore - Bagnaia era quattordicesimo e apparentemente in difficoltà. La Desmosedici GP23 numero 1, nel primo attacco al tempo, abortito, sembrava parecchio nervosa in accelerazione, scorbutica in staccata. La fotocopia dell'India, verrebbe da dire. Con la seconda gomma soft, invece, il guizzo che serviva per impostare il weekend con ottimismo: Pecco come d'incantesimo torna ad essere un tutt'uno con la Ducati, trasmettendo quella sensazione dolce e vincente agli occhi degli appassionati, che faticano a stabilire quanto Bagnaia stia spingendo, perché non sembra faticare nella guida. Il cronometro, però non mente mai, e si ferma ad una manciata di millesimi da Binder, ben al di sotto dello storico record di Jorge Lorenzo. Sorrisi al box Ducati, sospiri per Davide Tardozzi, sollievo per Pecco Bagnaia dietro alla visiera.
Tuttavia, a giudicare dal foglio dei cronologici, Bagnaia ancora non convince. La velocità c'è, ma a tratti, non viene replicata con costanza in tutti i giri. Pecco appare ancora vulnerabile, incline all'errore. Il potenziale del campione del mondo in carica si configura maggiore rispetto ad una settimana fa, ma serviranno altri passi avanti durante il fine settimana per consolidare quella fiducia che Pecco ha trasmesso nel giro secco finale. Time attack a parte, infatti, i tempi di Jorge Martin (il migliore sul passo insieme a Binder al termine del venerdì di Motegi) e Marco Bezzecchi - che hanno già lavorato con la morbida al retrotreno in ottica Sprint Race e Gara - oscillano ripetutamente tra l'1'44"alto e l'1'45"basso. Bagnaia, invece, alterna ritmi simili a giri lenti, di transizione. Ai microfoni di Sky poco dopo le prequalifiche, Pecco è molto più sereno di quanto ci si possa immaginare: "Sono molto soddisfatto perché finalmente posso forzare le frenate come voglio, per come guido io è uno step enorme rispetto agli ultimi due weekend. Ci manca qualcosa, non sono pienamente felice, ma siamo veramente vicini a trovare la quadra. Oltre alla staccata siamo andati bene anche in percorrenza, dove ultimamente ho faticato perché la moto tendeva sempre a portarmi largo. Tiro un sospiro di sollievo, abbiamo individuato quale fosse il problema. Si è visto chiaramente quando ho deciso di spingere la differenza che abbiamo fatto, quello è un qualcosa che mi mancava un po".
Nel venerdì giapponese deludono le giapponesi, a pochi giorni di distanza dall'incoraggiante weekend di Buddh. Dopo le FP1 della mattina, in realtà, Yamaha e Honda erano sulla buona strada, con Quartararo e Morbidelli pimpanti e Marquez ai margini della top ten. Le prequalifiche, invece, hanno rigettato Iwata e Asaka nei soliti, famosi, problemi. È scivolato Joan Mir per una chiusura d'avantreno a curva 10 e - allo stesso modo - la Honda ha scaricato Marc Marquez alla staccata della prima curva, non appena il 93 ha provato a spingere per quadagnarsi un posto in Q2. Tanti ingegneri, tanti telai diversi nei box HRC e Cecchinello - dove Alex Rins ha dovuto rinunciare al weekend di gara perché ancora troppo dolorante - e tanta confusione. Le voci che si rincorrono sul futuro dell'otto volte campione del mondo, di sicuro, non aiutano. La Yamaha, invece, era sulla buona strada per pensare ad un sabato da protagonista, ma un'improvvisa chiusura di sterzo a moto praticamente dritta tra curva 4 e 5, ha inficiato quanto di buono aveva fatto vedere Fabio Quartararo. Il Diablo, in particolare, ha picchiato pesantemente il tallone a terra nella rotolata, rientrando zoppicante e visibilmente sofferente ai box. Bisognerà attendere domattina per capire le sue condizioni. Di sicuro, se starà bene, Fabio sarà un pretendente al Q2 insieme a Marc Marquez, Joan Mir, Franco Morbidelli (oggi quindicesimo ad un decimo dal francese) e Miguel Oliveira.