La Honda vuole Toprak Razgatlioglu per la MotoGP e ha pure fatto un’offerta irrinunciabile a Pedro Acosta per il prossimo biennio? E’ quello che si dice, anche se Alberto Puig già dal Qatar ha fatto sapere che in questo momento in HRC pensano a tutto tranne alla nuova line up dei piloti. Una rassicurazione, però, che sicuramente non basta a rendere tutti tranquilli, visto che comunque i movimenti di mercato ci sono e che ci sono anche i contratti in scadenza. Solo che se Johann Zarco, sempre più punto di riferimento per HRC nonostante i colori della squadra satellite di LCR, ha già iniziato le trattative per il rinnovo, chi sembra rischiare un po’ di più è Luca Marini. L’italiano, dalla sua, s’è detto concentrato sul lavoro da fare e non intenzionato a farsi distrarre da questioni che non riguardano il presente e la pista, muovendo dall’unica consapevolezza di ogni pilota: solo i risultati contano.

Risultarti che tutto sommato stanno arrivando e per fare in modo di migliorare ancora Marini s’è pure presentato in pista al test di Jerez con un nuovo casco. No, l’estetica o il vezzo di una qualche grafica speciale non c’entrano niente. C’entra, invece, una calotta nuova messa a punto da AGV e che dovrebbe consentire migliori performance dal punto di vista aerodinamico. Questioni di millesimi e miglior comfort, sia inteso, ma in una MotoGP dove il minimo dettaglio può fare la differenza anche i caschi possono avere lo stesso valore di un qualche componente della moto. E’ chiaro, comunque, che il casco non è tutto ciò su cui Marini ha lavorato al test di lunedì, con l’italiano che s’è concentrato particolarmente sul forcellone portato dagli ingegneri giapponesi e che dovrebbe aiutare a ridurre un po’ quelle vibrazioni che sono la vera croce – anche a detta di Aleix Espargarò – della RC 213V. "Mi sono concentrato sul provare un nuovo forcellone – ha raccontato - e sembra già un piccolo miglioramento. Però è presto per trarre conclusioni definitive a causa delle condizioni di grip eccezionali del lunedì a Jerez. C’era anche molto vento, ma, nonostante tutto, abbiamo fatto molti giri consecutivi per raccogliere dati su cui lavorare con gli ingegneri. Sono ottimista e penso che potremo toglierci qualche soddisfazione in più".

Un ottimismo, quello dell’italiano, che s’è respirato anche nell’altro lato del box della squadra ufficiale. Joan Mir, infatti, ha sì concluso il test in diciottesima posizione, ma si è detto soddisfatto del lavoro svolto, concentrandosi principalmente sul motore della RC213V. "Il carattere è simile alla specifica precedente – ha spiegato - Hanno migliorato un po' tutte le aree, ma nessuna spicca più delle altre. Ora la moto è più lineare e quindi più facile da controllare. Dobbiamo stare attenti perché a volte per fare un passo avanti si rischia di farne tre indietro e quindi sarà importante valutare bene tutti. Oggi, tra l’altro, c’era molto vento e le parti provate per migliorare l’aerodinamica andranno analizzate nuovamente”.
Chi sembra fregarsene di aerodinamica e nuovo motore, invece, è Johann Zarco, che continua a mettere l’accento sulla necessità di sfruttare prima al meglio ciò che si ha già per non incappare nell’errore di avere la così detta “troppa carne al fuoco”. Il francese anche nel test di Jerez è stato trascinatore e ha ottenuto il miglior tempo tra i piloti Honda, piazzandosi sesto. "Ci siamo concentrati sui dettagli che facevano la differenza e abbiamo dato il massimo – ha spiegato poi in sala stampa – E’ stato importante lavorare all’elettronica e sarà importante farlo ancora, soprattutto per quanto riguarda la fase successiva alla frenata. Nonostante il vento forte, comunque, mi sono sentito meglio sulla moto e siamo riusciti a capire molte cose che, spero, possano tornarmi utili nel prossimo GP, visto che si correrà a casa mia, in Francia".
