Pecco Bagnaia ad Assen è in una bolla magica. Lo vedi fendere l'aria e lasciarsi i veloci curvoni olandesi alle spalle senza mai scomporsi. Corre libero Pecco, che fin qui ha trovato l'armonia perfetta con se stesso, con la Ducati, con l'etere. Lì attorno a lui ci sono altre moto e altri piloti, ma Bagnaia sembra non vederli; guida avvolto da un velo invisibile ma determinante, una dimensione tutta sua in cui è nascosta la realtà delle cose. Un mondo bellissimo, ascetico ed immacolato in cui potete stare certi che osserverete Pecco sfilare tra i cordoli bianchi, rossi e blu di Assen senza mai vedergli commettere una sbavatura, un inciampo. Bagnaia ha dominato le FP1, le Prequalifiche, le FP2 del sabato mattina, la Q2. Quando ormai tutti lo davano per scontato, ha dominato anche la Sprint Race. Primo sempre, in tutte le curve, in tutti i giri. Jorge Martín, il quale dopo le qualifiche aveva dichiarato di sentirsi vicino ad un Pecco che aveva definito "allucinante", ha seguito il rivale all'inizio, poi è stato costretto a lasciarlo andare, inesorabilmente. Eppure l'highlight del sabato di Pecco non si riflette tanto nella vittoria della Sprint, che appariva obbligatoria, quanto nel record della pista dei Paesi Bassi: 1'30"540, siglato in qualifica. Ha abbassato di otto decimi - sottolineiamo otto decimi - il tempo già record che aveva firmato ieri pomeriggio nelle Prequalifiche (qui immaginavamo che l'1'31"340 del venerdì pomeriggio sarebbe stato un primato provvisorio).
Eppure Bagnaia si sorprende solamente quando gli fanno notare che l'ultima volta in cui aveva terminato il turno del venerdì mattina in prima posizione era Misano 2018, anno del titolo mondiale Moto2. Spalanca proprio la bocca, Pecco: "Davvero? Wow, è incredibile. Normalmente non faccio mai il time attack in FP1 (non che questa volta l'abbia fatto, in FP1 Pecco ha strappato la miglior prestazione con la media al posteriore utilizzata da inizio a fine turno, ndr). Però questo dato è fantastico, sono felice". È bene che sia felice Bagnaia, perché di certo un weekend così perfetto sin dalla prima uscita dai box, in MotoGP, non l'aveva mai inaugurato. L'immagine della sua forza è una sola: in Q2 Pecco spara subito un ottimo tempo con la prima gomma e poi, mentre tutti sono ai box ad aspettarsi e a fare melina, lui monta la seconda soft al posteriore e riguadagna la via della pista, in quel momento sguarnita. A sette minuti dalla bandiera a scacchi Bagnaia stampa quell'1'30"540 che chissà fino a quale giorno rimarrà scolpito nel pietra. Dietro di lui Fabio Di Giannantonio, reduce dal passaggio per il Q1, conquista una notevole sesta casella: aveva cominciato l'hot lap vicino agli scarichi della Ducati numero 1, l'ha terminato a sette decimi di distanza. Così Pecco torna ai box mentre tutti escono per l'ultimo assalto al cronometro. Si siede, consapevole che un terzo tentativo non sarà necessario. Guarderà gli ultimi cinque minuti di Q2 appostato su quella seggiola relegata in un angolo del box rosso, davanti al televisore, circondato dai suoi uomini. Bagnaia si concede questo lusso, un qualcosa che in MotoGP non si vede spesso.
Pecco, seduto, osserva le altre Ducati che tra i curvoni di Assen si muovono e si innervosisono. Vede Marc Marquez che, al penultimo giro buono, si infila nella traiettoria di Aleix Espargaró - al cambio di direzione della 8 - e perde rovinosamente l'avantreno. Vede un treno di piloti appaiati, che cercano disperatamanete una scia o un riferimento. Ma nemmeno alleandosi, nemmeno stringendo un patto provvisorio, riescono a sfiorare quell'1'30"540. Ci va vicino solo Jorge Martín, che si ferma ad 81 millesimi si svantaggio. Il terzo, Maverick Vinales, è a quattro decimi. Così Pecco getta per un'ultima volta lo sguardo sugli schermi del suo box, dove la regia internazionale inquadra Marquez che, insabbiato e con la tuta stracciata, torna mestamente all'interno del paddock. La stessa scena si ripeterà qualche ora più tardi, nella Sprint. Bagnaia l'anno prossimo se lo troverà accanto ma, se le cose stanno così, si tratta di una novità ai limiti dell'irrilevanza. Pecco vede solo davanti a sé, poco gli importa di chi gli ronza attorno. Può andare in pista mentre tutti sono ai box, restare ai box mentre tutti sono in pista ed essere - sempre e comunque - primo. Ora il numero 1 ha un solo pensiero in testa: completare il lavoro domani - domenica - in Gara. Per onorare il TT di Assen, che ha tatuato sul braccio. Per rispondere a Valentino Rossi che, quando suggeriva che cominciare il weekend in salita portasse bene a Pecco, si sbagliava.