Il terremoto targato Red Bull Racing non smette di scuotere la fabbrica di Milton Keynes e il paddock della Formula 1, con una scossa dopo l’altra in un continuo flusso di notizie e trapelazioni che un anno fa nessuno si sarebbe mai immaginato. La più recente vede come protagonista Adrian Newey, il direttore tecnico della squadra di Formula 1 dal 2006, che ha progettato le vetture con cui la Red Bull ha vinto i mondiali e ha dominato in lungo e in largo, ha ufficializzato il tanto discusso addio. Il britannico, considerato uno degli ingegneri più esperti del mondo del motorsport, lascerà la Red Bull a inizio 2025, salutando la fabbrica di Milton Keynes pronto per la tanto ipotizzata firma con la Ferrari. Si parla già di un incontro con il team principal Fred Vasseur, che sarebbe disposto a tutto pur di portarlo a Maranello. Nel frattempo, Newey in Red Bull si concentrerà sul progetto hypercar, la RB17, allontanandosi pian piano dal mondo della Formula 1 targato Red Bull.
Questo annuncio, oltre che a segnare la fine di un’era di successi, di uno dei matrimoni più produttivi del mondo della Formula 1, va anche ad evidenziare i grandi problemi all’interno della Red Bull. Un po’ c’era da aspettarselo dopo la vicenda che ha visto protagonista Christian Horner qualche mese fa, sotto investigazione dalla squadra stessa per dei comportamenti non consoni nei confronti di una dipendente, ma l’effetto domino non ci si aspettava così importante. Con l’addio ufficiale di Newey e Max Verstappen apparentemente a colloquio con Mercedes - che ha promesso un contratto mai visto prima in Formula 1 - la Red Bull deve prepararsi al crollo quasi totale del suo impero costruito in questi anni. Una squadra che fino ad adesso non ha dovuto preoccuparsi di niente, deve imparare a preoccuparsi di tutto. Un segno che il mondo della Formula 1 sta vertendo verso una direzione inaspettata, che promette le carte in gioco scompigliate per tutti.
L’inizio della fine per una Red Bull che forse nel 2026 non ha un progetto forte come quello portato fino ad adesso in pista e che sta spingendo tutti i suoi punti di riferimento a scappare via, da Newey a Verstappen. Perché l’addio di Newey non ha delle motivazioni esplicite, se non quella di voler ampliare l’eredità del britannico con un progetto innovativo come quello di un’hypercar. E con tutte queste voci allora è anche fin troppo semplice andare a immaginarsi un progetto scadente per il cambio regolamentare della Formula 1 del 2026. Adrian Newey è il primo mattoncino che viene tolto dalla base della grande torre di Christian Horner, che adesso trema e che potrebbe provocare una caduta libera. Bisogna pensare però che se la Red Bull trova tutte queste difficoltà, allora il prossimo capitolo della Formula 1 potrebbe essere davvero interessante: questo cambio regolamentare potrebbe trovare la competitività di più team, che in questo momento sono impegnati nella fase di recluta di piloti, tecnici e personale adatto al prossimo passo. E anche qui, Adrian Newey avrà un ruolo chiave, perché il lavoro all’hypercar gli darà modo di avere un periodo di gardening strategico.
Ferrari, Aston Martin e chiunque altro ne abbia interesse, non rimarranno ferme, ma inizieranno la lotta a chi può formare il miglior team d’attacco per il 2026.