Giacomo Agostini lo dice dai tempi di Studio MotoGP su TV8, quando Marc Marquez vinceva tutto. Cade troppo, si farà male. Erano gli ultimi anni di Valentino sempre sul podio e della coppia di Andrea - Iannone e Dovizioso - con la Ducati. Lo ribadisce oggi che in tanti gli danno ragione in un’intervista alla Gazzetta dello Sport: “Sono dispiaciuto - esordisce Ago - ogni volta che vedo succedere qualcosa a un pilota mi fa molto male. E con Marc di più, perché vederlo correre dà gioia, è uno che dà spettacolo, lotta, ti fa godere, non molla mai. Ricordate lo scorso anno ad Aragon con Bagnaia? Gli è rimasto attaccato tutto il tempo. Se manca lui, manca lo spettacolo. Speravo ce la facesse per l’Argentina. Dobbiamo fidarci della medicina, certo che per lui è un’altra gran batosta. Soprattutto, gli infortuni stanno arrivando tutti in un colpo. Prima c’erano tante cadute ma andava sempre bene. Ma accade anche nella vita, prima fila tutto liscio e poi improvvisamente girano tutte storte”.
La domanda che si fanno tutti però è una: Marquez avrà finito la magia? Per Agostini è ancora presto per avere una risposta: “Non si può dire, anche perché Marquez è ancora giovane, ha 29 anni. Dopo questa fase negativa potrebbe tornare a viverne un’altra di successi. Tutti vogliono dire la loro, ma non siamo medici. Solo loro sanno se dovranno operare o se basterà il tempo. Marc ci è già passato ed è tornato, solo che stavolta ha picchiato forte la testa, non le spalle o il sedere, era stordito quando si è rialzato. Ha già attraversato periodi brutti, e poi la moto è la tua vita, la tua carriera. In quei momenti pensi a mille cose, avesse 36 anni avrebbe un senso, ma a 29 è dura appendere il casco al chiodo”.
Probabilmente smettere non è ancora un’opzione per Marquez, che continua a mostrarsi sui social in allenamento. Secondo il 15 volte campione del mondo però, quello che deve cambiare è l’approccio: “È vero che ha continuato a rischiare, ma lo ha detto anche lui che corre sempre per vincere e che per questo va sempre al massimo. Per andrebbe capito dove è questo massimo: la scivolata ci sta, ma quattro cadute in un weekend sono troppe. Sono cascato anche io, come Hailwood, Roberts, Rossi… Nessuno però come lui. Ho visto le statistiche, un anno è arrivato a 28, lo scorso anno 22… sono tantissime. Deve capire che oltre un certo limite va per terra. Cadendo tanto nel passato senza mai farsi male, probabilmente Marc si è anche fatto coraggio. Dovrebbe cercare il limite con più attenzione, più paura e rispetto, perché altrimenti è dura”.
Inevitabile poi una domanda sui suoi record, ancora imbattuti nonostante tutto: “Lo avrei fatto avvicinare di più, sarei stato felice. Aspettiamo, perché magari torna forte come prima. Lui, ma anche Rossi, se avesse trovato una Ducati vincente avrebbe potuto provarci”.
Marc Marquez, dopo la caduta di Jerez nel 2020, ha raccontato di una telefonata con Mick Doohan che lo ha aiutato moltissimo: mezz’ora a parlare di infortuni, come affrontarli e come vincere ancora. Doohan, cinque titoli mondiali in fila dopo aver rischiato l’amputazione di una gamba. Il consiglio di Agostini è quello di riprovarci, ma stando più attento a non oltrepassare il limite: “Ricominciare stando più attento al limite. Se non puoi, non puoi. Forse non c’è più la paura dei nostri tempi, quando trovavamo muri, pali, torrenti. Con tutte queste protezioni ti senti sicuro e guidando sì sdraiato appena scivoli sei già per terra. Ma quando fai un highside come il suo, le cose cambiano”.