Quella che era iniziata come una stagione con il destino già scritto, si è rivelata essere un vero e proprio turbinio di colpi di scena, dove ogni weekend si è aggiunta una nuova variante che ha portato la Red Bull da essere dominante a dover tappare i buchi causati dall’addio di tantissimi dipendenti mentre la McLaren ha acquisito sempre più potenziale per arrivare a superarla nel mondiale costruttori. Poi è arrivata l’investigazione della FIA nei confronti dell’ala mobile della scuderia inglese, ritenuta alla fine legale, e proprio nel weekend del Gran Premio degli Stati Uniti anche quella nei confronti della squadra di Christian Horner, con il T-tray Gate che ha aperto il fine settimana con il botto. E in uno scenario di trambusti e dubbi, dove tutta la griglia si è data battaglia dall’inizio alla fine della gara, ad emergere vincitrice è stata la Ferrari, che adesso è diventata una reale minaccia per i due team che finora hanno lottato per il titolo. Soprattutto, chi deve preoccuparsi è la McLaren, che con Lando Norris ha buttato via quella che poteva essere una grande occasione in termini di punti, sia per la classifica delle squadre, che per quella dedicata ai piloti.
Invece, è stato Max Verstappen a brillare sul circuito texano, aggiudicandosi la pole position per la gara Sprint e successivamente la vittoria della stessa, finendo il weekend con un podio più che meritato dietro a Charles Leclerc e Carlos Sainz, mentre Lando Norris ha rischiato di bruciarsi. Infatti, nonostante la pole position ottenuta dal britannico nella giornata di sabato, il weekend del pilota della McLaren non può che essere definito deludente, perché ha fatto luce su tutti i suoi punti deboli. Norris è scattato dalla pole position con anche un buon tempo di reazione, ma Verstappen non si è fatto trovare impreparato e in cima alla salita che caratterizza la prima curva del circuito di Austin ha provato subito a superare il suo diretto rivale in campionato. I due sono poi stati beffati dalla manovra furbissima di Charles Leclerc, ma se l’olandese comunque è riuscito a rimanere secondo, Lando Norris è invece scivolato quarto, cadendo subito nelle grinfie del midfield.
In una gara che ha visto il dominio delle rosse, Max Verstappen ha poi perso la posizione nei confronti di Carlos Sainz, ritrovandosi allora inseguito nuovamente da Norris, che però preso dall’impazienza e dalla voglia di recuperare il risultato perso in partenza, le ha provate tutte per superare l’olandese. Il tre volte campione del mondo è riuscito a difendersi come un leone e, nel momento in cui il pilota McLaren è riuscito a sopravanzarlo, ha subito riacquisito la piazza d’onore per via di una penalità di cinque secondi assegnata al suo rivale. Lando Norris non solo è stato penalizzato una volta, ma ha rischiato anche un’ulteriore sanzione per via dei track limits, infranti fin troppe volte dal britannico. Insomma, un vero e proprio incubo per il pilota papaya, che per la posizione in cui partiva doveva emergere a fine weekend da favorito per vincere il titolo. Invece, tutte le carte adesso vedono Max Verstappen in vantaggio, con un terzo posto che ha lo stesso sapore della vittoria ed è stato festeggiato anche dalla Red Bull come tale.
In un weekend dove Max Verstappen ha riacquisito tutta la sua aura, dimostrando di essere sempre il leone che è stato fino a poco fa, quando la sua vettura non gli ha più permesso di conquistare il gradino più alto del podio, Lando Norris ha invece perso dignità in un certo senso, bruciando un po’ di più il filo che potrebbe condurlo a laurearsi campione del mondo per la prima volta in carriera. L’inseguito e l’inseguitore allora si invertono i ruoli e chi deve preoccuparsi per il round messicano della Formula 1 è il britannico, che deve concretizzare di più le sue prestazioni: non basta più una pole position per vincere. Serve forza e furbizia, due qualità che in questa stagione Lando Norris ha mostrato solo in qualche occasione. E non c’è da escludere che, alla fine dei giochi, tra i due litiganti sarà il terzo a godere, con la Ferrari che potrebbe davvero diventare un terzo incomodo difficile da gestire per la Red Bull e la McLaren.