Bisogna andare avanti. Accettare con consapevolezza la pericolosità di questo sport è l’unica via di uscita che piloti, appassionati, addetti ai lavori e familiari hanno per continuare. Purtroppo la morte nel motorsport non è una novità, non lo è mai stata e mai lo sarà. Dalla Formula 1 alla MotoGP passando per le categorie minori, questa volta a fare i conti con un weekend nero per il mondo dei motori è toccato al Formula Regional Europeo.
Al FRECA, Formula Regional European Championship by Alpine, si correva tra le curve iconiche del Circuit National de Francorchamps, per tutti semplicemente Spa, pista storica e amatissima tra gli appassionati di motorsport. Durante la ripartenza della seconda gara del weekend la vettura del giovanissimo pilota olandese Dilano Van‘t Hoff è rimbalzata in pista dopo un impatto contro le barriere, ritrovandosi immobile, ferma perpendicolarmente rispetto alla pista, e nel pieno di una situazione dalla scarsissima visibilità a causa della pioggia battente. Da lì, la tragedia: l'impatto con una monoposto che sopraggiungeva ignara, la vettura squarciata, la morte - inevitabile e pressoché immediata - del giovanissimo pilota.
Esattamente una settimana dopo l’incidente il campionato europeo monomarca Alpine è ripartito dal Mugello per i round 9 e 10 del calendario 2023. Si va avanti, è l'unico modo, anche quando la passione per questo sport - davanti a tragedie come questa - sembra venir meno. In gara 1 assolo totale di Martinius Stenshorne, pilota del team R-aceGP nonché attuale leader di campionato, che ha avuto la meglio sull'italiano Andrea Kimi Antonelli, non a suo agio con l’assetto della Prema. In gara 2 invece è stato proprio l’italiano del Mercedes Junior Team a ritrovare il feeling perfetto e vincere partendo dalla pole dopo ben 2 safety car.
Adesso Kimi si trova a soli 2 punti dalla la vetta della classifica e i giochi per il titolo, specie dopo il Mugello, sembrano poter essere cosa a due tra i diciassettenni al centro dello scontro per la vittoria. Tim Tramnitz, infatti, con la settima posizione in gara 2 si è allontanato a 35 lunghezze da Stenshorne e dovrà faticare parecchio per ritornare sotto ai primi due in classifica entro fine stagione, soprattutto vista la superiorità disarmante con la quale hanno giocato le proprie carte questo weekend.
Ma tra gioia, allegria e voglia di tornare a competere, con i tantissimi fans italiani arrivati per prendere parte al weekend, durante tutto il fine settimana l’area del paddock del Mugello rivolta al campionato FRECA è sembrata una bolla. Tanto silenzio, tanto bisogno di tempo per metabolizzare le cose. Nell’aria, spesso, solo il rumore dei motori e degli uomini al lavoro sulle monoposto. Poco di più. Pochi sorrisi. Pochi festeggiamenti. Poca voglia di scherzare.
“#RacingforDilano”. Correre per Dilano. Queste parole sono diventate un mantra per chiunque girasse per il paddock della FRECA nel round toscano. Si potevano leggere ovunque. Sulle tute, sui caschi, sulle vetture, sulle grafiche dei tabelloni, sui social tra ricordi e commemorazioni.
Questo dimostra quanto il ricordo di questo ragazzo, che avrebbe compiuto 19 anni il prossimo 26 luglio, sia vivo nella memoria di tutti nel paddock. Sembrava che Dilano ci fosse in quella griglia di partenza. Non li ha mai lasciati per tutto il fine settimana. Soltanto il tempo potrà ricucire le enormi ferite lasciate sul cuore di chi era abituato a stare con lui cinque giorni a settimana durante le lunghe trasferte per le gare in giro per l'Europa.
Quando ci si trova davanti a queste situazioni non si sa mai come ci si deve comportare e spesso le reazioni sono inaspettate. Non c’era un comportamento corretto, giusto a prescindere, da seguire se non, forse, quello che hanno adottato coloro che Dilano lo conoscevano davvero: fare il proprio lavoro, continuare a spingere. Tutto sommato piloti, team e addetti ai lavori sono tornati ai propri posti dopo soltanto pochi giorni dall’incidente e questo è stato il modo migliore per onorare il ricordo di un ragazzo che amava tutto di questo sport, compresa la sua pericolosità. Andare avanti e accettare la situazione è l’unico modo per affrontarla davvero. Cercando di migliorare là dove è possibile, rendendo sempre più sicuro il motorsport, e portando addosso il ricordo di chi vivrà dentro la velocità degli altri.