“Sono consapevole che in Honda mi aspetta una sfida che sarà entusiasmante da un lato e faticosissima dall’altra” – Lo aveva detto, non più di qualche giorno fa, Luca Marini, dopo l’annuncio ufficiale dell’addio al team del fratello Valentino Rossi e del trasferimento in Honda, dove ha ereditato la moto di Marc Marquez. Solo che se Luca Marini ha piena intenzione e pure piena consapevolezza della fatica che c’è da fare, in Honda sembrano già pensarla diversamente. Anzi, vogliono farli riposare.
Lo ha espressamente detto Alberto Puig, commentando le nuove concessioni di cui Honda potrà beneficiare nel corso del 2024 per riuscire a colmare nel minor tempo possibile il gap tecnico con Ducati. Tra le opportunità in più dei giapponesi ci sarà la possibilità di effettuare i test con i piloti ufficiali, piuttosto che con i collaudatori. Un’opportunità per la quale uno come Luca Marini – ma, vista la situazione, probabilmente anche Joan Mir – farebbe la fila, vista la smania che ha di trovare il giusto feeling con la moto e viste le capacità che tutti gli riconoscono di saper dialogare con gli ingegneri e di capire anche gli aspetti più tecnici che riguardano meccanica, elettronica e ciclistica. Alberto Puig, il controverso – e adesso anche seriamente messo in discussione – manager di HRC, però, è stato perentorio: “Non succederà che distruggeremo fisicamente i nostri piloti ufficiali”.
Il riferimento è ai test che si svolgeranno a Sepang all’inizio di febbraio. Tre giorni, a cui se ne dovrebbero aggiungere altri tre, con Puig che, però, non intende “spolpare” Luca Marini e Joan Mir. Che probabilmente, invece, sarebbero prontissimi a farlo visto che poi mancherebbe comunque un mese all’inizio vero e proprio del mondiale 2024. “Dobbiamo ancora stabilire un programma – ha spiegato Puig - Non possiamo usare solo piloti ufficiali per tutti i test perché le gare della stagione poi saranno tante e bisogna stare attenti. Lo shakedown è una cosa. Ma cinque o sei giorni di test a Sepang finirebbero per distruggerli. In ogni caso dovremo analizzare bene tutte le possibilità che saranno offerte dalle nuove concessioni e trovare il modo di sfruttarle al meglio: tutto questo è un aiuto importante e cercheremo di trarne vantaggio”.
La linea, quindi, è quella della prudenza, con Honda che, almeno al momento, sembra intenzionata a affidare gran parte del lavoro di sviluppo a Stefan Bradl e agli altri collaudatori giapponesi del marchio, con Luca Marini e Joan Mir che, se le cose resteranno così, saranno in pista solo quando ci saranno anche gli altri piloti ufficiali delle altre quadre. Principalmente, almeno in questa fase, il lavoro dei tecnici Honda si sta concentrando su altri aspetti e il momento di programmare se e come mettere le moto sull’asfalto è ancora lontano. “Di sicuro – ha concluso Alberto Puig – le possibilità offerte dalle nuove concessioni ci aiuteranno a ridurre il gap più velocemente, ma il lavoro devono farlo le fabbriche. Non sarà automatico, non si tratta di avere concessioni in più e far funzionare subito la propria moto, ma semplicemente di accorciare il periodo di sviluppo e i tempi. E’ ciò che veramente ci manca”.