Partiva tonico Aleix Espargaro, sicuro di potersi giocare qualcosa di importante in sella alla sua Aprilia. Phillip Island era una di quelle piste, insieme ad Aragon, sulle quali il 33enne di Granollers puntava maggiormente guardando al finale di stagione. Anche perché la moto di Noale era andata forte nell’ultima – lontana – apparizione tra le pieghe australiane. Nel 2019 una RS-GP, antenata rispetto all’attuale, tagliava il traguardo in sesta posizione, dando inizio ad una resurrezione sportiva costante che, in questo 2022, è culminata con la possibilità solida, per Espargaro ed Aprilia, di vincere il mondiale a tre gare dal termine. Il sogno di Noale, matematicamente, resta vivo anche oggi che di gare ne restano due. Dopo l’Australia, tuttavia, non sono solo le reali percentuali ad essersi abbassate. Convincersi che Aleix possa davvero farcela, a questo punto, per una serie di fattori, equivale quasi a credere nei miracoli.
Espargaro nel sabato Phillip Island aveva dimostrato di essere al livello di Bagnaia e Quartararo. Una congiuntura difficile da replicare soprattutto ultimamente, con Aleix ed Aprilia quasi sempre ad inseguire Pecco e una desmosedici che, col passare delle gare, si è dimostrata tecnicamente superiore alla moto di Noale, per quanto quest’ultima sia migliorata. A Motegi lo stesso Espargaro aveva candidamente affermato: “Io non sono né Marquez né Rossi, questa è la mia occasione e non so se mai mi ricapiterà. Bisogna essere perfetti se vogliamo avere una possibilità”. Ed ecco che Aleix ed Aprilia in Oriente – tra Giappone, Thailandia ed Australia – sono stati tutt’altro che perfetti. Sedicesimi, undicesimi e oggi noni.
Il risultato odierno, probabilmente, coincide con il rimpianto maggiore. Perché Aleix scattava dalla seconda fila, tra Bagnaia e Quartararo. Nella simulazione di gara, durante le FP4, aveva dimostrato di essere veloce anche con gomme usate. Con Quartararo fuori, Bagnaia non disposto a rischiare tutto, in una gara di gruppo come quella di Phillip Island - considerate le sue doti nel corpo a corpo - Aleix avrebbe potuto dire la sua, guadagnare punti importanti su entrambi i rivali. Invece si è presentato il secondo problema elettronico in tre gare. E se quello del Giappone era stato un errore umano, comprensibile nell’arco di una stagione con la pressione sempre a mille, oggi le scusanti scarseggiano. Espargaro lo sa e non lo nega al microfono Sky di Sandro Donato Grosso: “Mancano solo due gare e abbiamo ancora la possibilità di vincere il titolo, questa è una cosa che deve renderci orgogliosi. Però facciamo troppi errori, non siamo a livello dei migliori”. Poi Aleix approfondisce e analizza la sua gara: “Avevo la velocità questo weekend. Infatti sono partito bene, aggressivo, e la prima parte di gara l’ho fatta lì nel gruppo di testa. Però dopo qualche giro si è consumato un po' la gomma dietro e la moto non faceva più strada in accelerazione anche perché l’elettronica tagliava tantissimo. Nella seconda parte di gara non potevo fare niente, solamente subire. La pioggia di questa notte ha tolto gommatura e grip alla pista, tutti in gara spinnavano ma non so perché la nostra moto ha iniziato a tagliare così tanto di elettronica”. Infine Espargaro, che ha comunque l’obbligo di crederci, confessa le sue sensazioni: “Ora sono molto frustrato, perché qui in Australia per me è molto difficile andare forte, ma questa volta c’ero. Avevo la velocità del gruppo di testa. Se non fossi stato competitivo non sarei così incazzato, qui e in Giappone abbiamo persi due occasioni importanti. Detto questo io ci credo ancora, alla grande. Mancano 50 punti e io sono a 27 da Pecco, che è molto in gamba. Può succedere ancora di tutto Però adesso tre giorni di reset e si torna in Malesia carichi al 100%”.
Massimo Rivola è in linea con il suo pilota. L’Ad di Aprilia Racing adopera toni piuttosto decisi al termine della gara: “Siamo tutti incazzati, chissenefrega della stagione. Il campionato ce lo vogliamo giocare fino alla fine, non siamo qui per accontentarci e dirci che comunque abbiamo fatto una bella stagione. Dobbiamo capire cos’è successo qui, perché non è una pista sulla quale possiamo accettare una prestazione del genere. Aleix ha individuato il problema nell’elettronica, nel senso di mappe che tagliano potenza in alcune curve in particolare. Era anche abbastanza visibile ad occhio che all’uscita della penultima curva perdesse terreno, dobbiamo capire perché. Non c’è spiegazione, avevamo fatto in modo di essere molto prudenti nei primi giri per salvare la gomma. Dobbiamo guardare i dati perché dalle FP4 e dalle qualifiche di ieri, in cui eravamo andati forte, non abbiamo cambiato nulla.”