Alex Barros, un nome che riporta alla mente un fiume di ricordi risalenti ai primissimi anni duemila e - di conseguenza - ai primissimi anni della MotoGP. Come l'iconico "Mundialito della pizza" vinto contro Valentino Rossi al termine del 2002, quando il brasiliano ricevette dalla Honda la RC211V (primo prototipo a quattro tempi prodotto da Asaka) al posto della NSR 500 che aveva guidato fino a quel momento. Nel finale di stagione Barros - grazie alle due vittorie di Suzuka e di Valencia - siglò ottantasei punti negli ultimi quattro weekend di gara, contro gli ottantacinque di Valentino il quale - a Mondiale acquisito e visti gli ottimi rapporti instaurati con il classe 1970 di San Paolo - mai come quella volta fu contento di aver perso una sfida in pista. Barros che, dai piloti, dagli addetti ai lavori e dagli appassionati, era anche considerato uno dei migliori staccatori esistenti. Indicativa, a proposito, fu la battaglia per il terzo gradino del podio contro Casey Stoner, nel 2007, al Mugello: in sella ad una Ducati Pramac meno aggiornata rispetto Desmosedici con cui il 27 vinse poi il titolo, Alex regolò l'australiano dopo una ripetuta ed entusiasmante resistenza, a suon frenate al limite alla San Donato. "Ho avuto il privilegio di far parte di quattro generazioni nel campionato del mondo. Ho corso insieme alla generazione di Lawson, Rainey, Mamola, Gardner, Schwantz, Doohan, Cadalora. Poi c'è stata la mia generazione, che è quella di Capirossi, Checa, Gibernau, Biaggi. Dopo bisogna considerare la generazione di Valentino e infine quella di Stoner e Pedrosa” - ha analizzato il brasiliano nel corso di una lunga intervista a Motorcycle Magazine.
Alex Barros che, successivamente, ha parlato della generazione di Marc Marquez e dei piloti ancora più giovani dell'otto volte campione del mondo, traendo qualche interessante paragone: "È un bene che Marc sia un pilota fuori norma, io considero Marc Marquez come Pelé, diciamo così. Ogni 10 o 15 anni nasce una stella come questa. Valentino era uno di loro, Marc è uno di loro, Pedro Acosta è uno di loro. Ci sono alcuni piloti che sono, senza nulla togliere agli altri, fantastici. Anche Quartararo, un altro grande pilota, se gli viene data una buona moto può vincere. Tutti i piloti di oggi sono bravi, hanno preso spunto da Marquez. La Ducati dovrà trovargli un posto nel suo team ufficiale, se non glielo daranno qualche altro team factory prenderà sicuramente Karc". Non poteva mancare, sul finale, un confronto tra il 46 ed il 93. Alex Barros - ventun stagioni disputate, sette gare vinte e 32 podi nel Motomondiale - la pensa così: "Valentino è stata la MotoGP di tanti, perché oltre ad essere un grande pilota ha fatto molto di più; è stato più che un campione. Ha preso la MotoGP e l'ha portata ad un livello di popolarità altissimo. E oggi ci sono piloti che possono continuare sulla via che Rossi ha tracciato, ma sarà molto difficile eguagliare un pilota carismatico come Valentino. Lo stesso Marquez è un'ottima persona, una persona molto carismatica, chi lo conosce lo sa. Ma quello che Valentino ha fatto per il Motomondiale, nessun pilota lo ha mai fatto nella storia”.