Delle primissime dichiarazioni di Marc Marquez sulla Desmosedici GP23 e sulla sua nuova squadra - quel Team Gresini che tutti descrivono come una famiglia accogliente - ne abbiamo profusamente parlato qui. Altrettanto interessante è stato leggere, tra le pagine de La Gazzetta dello Sport, le sensazioni di Nadia Padovani sulla prima presa di contatto con Marc Marquez. In una bella intervista realizzata da Paolo Ianieri, la CEO della Gresini Racing ha raccontato quel famoso martedì di test a Valencia, distante ormai un mese, dal suo punto di vista: "Molto bello, Marc si è presentato in modo tranquillo e umile. Ti aspetti chissà cosa da uno che ha vinto tanto, invece è stato l’opposto. Anzi, era anche un po’ agitato, ansioso di salire in sella per la prima volta sulla sua nuova moto. Credo che questo tipo di nervosismo accomuni tutti i piloti all’inizio di una nuova avventura. Ero nel box ad aspettare che si togliesse il casco dopo la prima uscita, volevo vedere la prima espressione scendendo dalla moto. Ho visto quel sorrisetto dei suoi e mi sono detta: 'Ok, ci siamo'. Dopo 8 giri era già lì davanti con i primi e a noi sono bastati per capire che la moto gli piaceva".
Nadia è alla guida di un team satellite che nelle ultime due stagioni ha collezionato risultati da squadra factory (due successi in Sprint Race con Alex Marquez, quattro vittorie nelle gare tradizionali della domenica con Enea Bastianini nel 2022, senza dimenticare il trionfo di Fabio Di Giannantonio dello scorso novembre in Qatar). Per il 2024 la signora Gresini si è assicurata una lineup di lusso, quella dei fratelli Marquez, dal valore complessivo di dieci Mondiali (somma degli otto titoli in bacheca di Marc e dei due di Alex). Nessun'altra squadra della top class sarà altrettanto titolata, e questo la dice lunga sul lavoro di Nadia e degli uomini Gresini a soli due anni dal ritorno in MotoGP come Indipendent Team: "Ci sono momenti in cui quello che è accaduto con Marc mi sembra ancora irreale - ha confessato - non sono ancora entrata nell'ottica, visto che Marc lo abbiamo avuto solo nei test a Valencia e da quel momento non ho più avuto contatti con lui. Per noi è una situazione molto importante, non è mai successo che un personaggio così, un otto volte campione del mondo, decidesse di correre per un team indipendente. È una bella sfida". Una sfida ambiziosa, che comporta sicuramente qualche aspettativa e qualche pressione in più rispetto al passato, visto che il prossimo otto marzo - in Qatar - tutti i fari saranno puntati sulla squadra di Faenza: "Semplicemente, cercheremo di dare ancora di più, per noi sarà un modo di crescere ulteriormente. Abbiamo sempre lavorato bene, gli uomini del team sono tutti grandi professionisti, oggi siamo al livello degli ufficiali. Non so se si può vincere il Mondiale, ma lottare sì, io me lo aspetto da uno come Marc. Allo stesso modo Alex è un ragazzo fantastico e cercheremo di fare il possibile per tenerlo sullo stesso piano del fratello. Anche perché, se Marc resterà un solo anno, proveremo a tenerci Alex nel caso vada forte".
Infine Nadia, tirando le somme del suo operato dal momento in cui - dopo la scomparsa di Fausto Gresini nel 2021 - ha preso in mano le redini dello storico Team, ha lasciato trasparire tutta la sua determinazione e forza di volontà, che sono emerse in un mondo - quello delle corse - tradizionalmente maschilista. Qualche stereotipo tuttavia, come spiega Nadia, ancora non è stato abbattuto: "Questo mondo non è semplice per una donna, c’è ancora lo stereotipo maschile. Mi è capitato che certe persone del paddock, quando sono assieme ai ragazzi della squadra, parlino con loro invece di guardare me. Ma vado avanti. Cerco di fare il meglio che posso e rispondo con i fatti. Quando nel 2021 è venuto a mancare Fausto dovevo fare una scelta e mi sono trovata davanti a due strade; ho preferito prendere la più difficile, probabilmente è stata la decisione giusta e finora sta pagando. Se, vedendo quello che sono riuscita a fare, Fausto mi avrebbe dato un ruolo nel Team? Tante volte gli avevo chiesto se c'era qualcosa che potessi fare in azienda, ma lui voleva fare da solo. Non voleva che altri decidessero, avremmo avuto un po’ di contrasti. Se adesso ci guarda da lassù, credo sia stupito da quello che sto, che stiamo facendo con i miei ragazzi e la squadra. E sarebbe molto felice, perché sono sicura che avrebbe fatto la stessa scelta che ho fatto io".