Il secondo posto di Alex Marquez è di gran lunga la notizia più rilevante del weekend di Aragon. Partito come un raccomandato, licenziato ancora prima di scendere in pista e preso in giro anche dall’ultimo dei giornalisti, oggi ha dimostrato -per la seconda volta di fila- di essere in MotoGP solo grazie a sé stesso
Per la seconda volta di fila è solo il fisico più slanciato a farti capire che non è Marc Marquez il pilota spaventosamente veloce su una Honda Repsol. Alex è salito sul podio di Aragon con una gara iniziata dall’undicesima casella in griglia, per poi passare i piloti davanti come fossero fermi. Tanta velocità, ma anche la strategia di un pilota smaliziato: davvero bello vederlo aspettare il momento giusto per passare Joan Mir. E se non fosse stato per un paio di sbavature -anche queste marchio di famiglia- probabilmente avrebbe pure vinto.
Il secondo posto a Le Mans è servito a fargli fare il famoso salto di qualità, ma sotto al podio della Francia c’era una bella fila di gente pronta a dirgli che arrivare fin lì sotto al diluvio vale solo la metà. Invece è servito abbastanza da sbloccarlo, da fargli credere di essere un pilota vincente, così vincente da entrare direttamente in Q2 il sabato e sul podio la domenica.
Per quelli come Alex, imparentati col successo, la vita è sempre un gran casino. Lo è se ti chiami Cristiano de André, Mick Shumacher o Remy Gartner, c’è solo da scegliere. Troverai tante porte aperte, ma anche una strada piena di gente che critica quello che fai solo per quello che sei.
Pensate che Nicolas Cage, icona hollywoodiana nonché improbabile re dei meme, ha esordito come attore con un nome d’arte per nascondere al pubblico di essere nipote di Francis Ford Coppola, regista (tra gli altri) della saga del Padrino. Ma questo succede solo nell’arte, in tutti gli altri casi se prendi in mano il lavoro di tuo padre è un valore aggiunto: fai il formaggio anche tu? che bella tradizione.
Alex Marquez è andato avanti a denti stretti, sempre avanti, anche quando è stato detto che era lì solo perché Honda voleva far firmare un quadriennale al fratello. Anche quando Puig l’ha licenziato ancora prima di vederlo in pista. Per nove Gran Premi ha preso la paga spesso e volentieri, poi però le cose sono cambiate.
Tanto talento, altrettanto lavoro e una famiglia attorno a supportarlo gli hanno permesso di arrivare così in alto.
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Il primo a fare i complimenti ad Alex è immancabilmente Marc, che ha subito scritto sui suoi social “ Ciao a tutti, sono il fratello di Alex Marquez!” e poi ci ha deliziati con un video dei suoi highlights, dal divano di casa con gli amici. Marc ormai sembra un personaggio di Gomorra, uno di quelli che muovono i chili: cicatrice che nemmeno Genny Savastano e taglio di capelli da O’ Track, il massimo dello spettacolo. Lui il suo Honduras ora lo ha fatto, vediamo adesso quanto tornerà cambiato.
Anche papà Julià non si è fatto mancare l’emozione, anzi: ci ha convinti a scrivere un articolo dedicato.
Resta il fatto che il papà è in prima linea, lo vedi che sbraita in mondovisione perché suo figlio Alex è cresciuto. Perché è diventato grande, è uscito dall’ombra del fratello, ed anche se non avrà mai il talento di Marc (perché, qualcuno lo avrà mai?) è comunque stato bravissimo. Forse di più, perché confrontarsi con un fratello geniale è una prova difficilissima, quasi impossibile se lui è un Dio in quello che fate entrambi.
A fargli i complimenti poi sono arrivati anche due che, almeno apparentemente, fino a ieri lo avrebbero visto meglio a montare le gomme sulla moto del fratello.
Anche Jorge Lorenzo, che nonostante l’esperienza non è mai riuscito ad ottenere un risultato simile in sella alla RCV-213V, si è voluto complimentare con il pilota di Cervera per la bella prestazione: “Quando ho visto che Alex Marquez era tra i primi sette ad inizio gara sono rimasto sorpreso - ha scritto il maiorchino sui suoi canali social -ma quando l’ho visto chiudere secondo sotto la bandiera a scacchi non potevo crederci. Tutto è possibile in MotoGP. Congratulazioni Alex, hai dimostrato di meritare il tuo posto alla Honda.”
L’altro (di gran lunga più clamoroso) è il Team Manager Alberto Puig, lo stesso Alberto Puig che ha licenziato Alex ancora prima che potesse correre una gara, che in un’intervista con DAZN Spagna ha dichiarato: “da parte nostra non abbiamo mai dubitato che Alex meritasse il posto in HRC. Per questo lo abbiamo messo sotto contratto, anche se a quella tempo la gente non aveva ancora capito.” peccato che l’anno prossimo al suo posto ci sarà Pol Espargarò.
Tra pochissimo si correrà ancora ad Aragon, un’occasione d’oro per Alex di ricordare ancora una volta che lui nel motomondiale ha già vinto due titoli e che, se ogni domenica scende in pista, è solo per vincere ancora.
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