Classifica mondiale nuovamente stravolta e guidata, addirittura, da uno che non ha mai vinto. Favoriti che si ritrovano a lottare sin dai primissimi giri nelle posizioni di coda e piloti costretti ad affrontare le curve come se fossero all’esame della patente perché condizionati dalle prestazioni delle gomme. Possiamo pure discutere se questo mondiale, così equilibrato, sia più avvincente o meno di quelli in cui a bagarrare erano sempre due o tre piloti e di certo non sapremo prima di Portimao chi conquisterà il titolo 2020. Ma una cosa si può dire già da adesso e con discreta certezza: il Mondiale 2020 lo ha perso Michelin.
Lo ha detto, oggi, anche Giacomo Agostini, commentando in diretta su Sky il calo di prestazioni di Fabio Quartararo al GP di Aragon. “Non è bello – ha affermato il quindici volte campione del mondo – che una azienda faccia grandissimi investimenti per sviluppare una moto competitiva o per ingaggiare un pilota si ritrovi a veder vanificati interi weekend perché un treno di pneumatici non è performante come un altro”. Parole, quelle di Ago, che riprendono il concetto già espresso da praticamente tutti i piloti della MotoGP di quest’anno: le Michelin sono sempre una scommessa.
L’unica nota positiva, eventualmente, è che hanno dovuto farci i conti tutti almeno una volta nel corso di questo mondiale. Oggi, ad Aragon, è toccato a Fabio Quartararo, partito dalla pole e sprofondato in diciottesima posizione dopo una intera gara sulle uova, con il pneumatico anteriore che faceva saltare la moto sul davanti e quello posteriore che si è usurato quasi completamente dopo pochissimi giri. Ma Quartararo non è stato l’unico: anche Maverick Vinales ha dovuto chiudere un po’ il gas per garantirsi di arrivare al traguardo e alla fine ci è riuscito con un quarto tempo che però non serve a moltissimo in ottica mondiale.
La stessa Suzuki, che pure sembra essere la moto più capace di limitare i danni, ha avuto le sue esperienze negative con Michelin, come hanno più volte ribadito sia Alex Rins (oggi vincitore), sia Joahn Mir (leader del mondiale senza neanche una vittoria all’attivo). Per non parlare, poi, di tutte le volte che analoga sorte è toccata a quelli di KTM o a quelli di Ducati, condizionate ulteriormente dalla potenza delle loro moto. In Michelin, però, le accuse sono sempre state respinte al mittente e l’impressione è che il tema possa non cambiare il prossimo anno, come ha commentato ancora lo stesso Agostini: “Si continuano a portare nuove soluzioni, ma il tema non cambia mai. Così è un vero peccato, perché per i team e per i piloti diventa tutto più difficile”. Quello che viene contestato, in estrema sintesi, è che la qualità degli pneumatici portati ai gran premi non è sempre la stessa e che c’è grande differenza anche tra gomme che invece dovrebbero essere identiche fra di loro. Ne guadagna lo spettacolo, ma i vlori in campo, poi, rischiano di risultare falsati. E qualche dubbio, facendo gli scongiuri del caso, comincia ad aleggiare anche in materia di sicurezza.
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