Il MotorLand di Aragon dovrà essere per Honda il circuito della svolta. Il podio ottenuto da Alex Marquez a Le Mans ha generato un cauto ottimismo in tutto l’ambiente e all’ombra dell’ala dorata s’è cominciato a rivedere qualche sorriso. A cominciare da Alberto Puig, che dopo settimane di silenzio, o al limite di frasi di circostanza, sotto il podio del Bugatti Circuit ha detto ai giornalisti: “Vedete? Era solo questione di tempo. Piano Piano siamo arrivati”. Il riferimento, è chiaro, è stato ai piloti e al fatto che mancando Marc Marquez nessuno è stato veramente in grado di lottare per il mondiale. Una mancanza di risultati che, però, ha rischiato di costare veramente cara alla Honda, con lo storico sponsor Repsol che ha seriamente pensato di non rinnovare il rapporto di collaborazione che va avanti da ormai più di due decenni. Per l’azienda del settore energetico, infatti, il 2020 è stato un anno difficilissimo, con un calo di fatturato senza precedenti nella storia e con perdite economiche di milioni e milioni di Euro. Uno scenario difficile che, unito appunto alla mancanza di risultati da parte di Honda in MotoGP, aveva fatto nascere in qualche dirigente il dubbio sull’opportunità o meno di continuare ad investire denaro nel motorsport.
Alla fine, almeno a giudicare da quanto riporta la stampa spagnola, la scelta è stata quella di andare avanti, con Repsol che dovrebbe versare nelle casse di Honda circa 30 milioni di Euro complessivi per le prossime due stagioni. Sembrerebbe, inoltre, che il rinnovo dell’accordo, con tanto di firma ufficiale ed evento in grande stile, avrebbe dovuto svolgersi proprio al MotorLand di Aragon, magari con Marc Marquez che contestualmente avrebbe annunciato il suo ritorno. Così non è stato, per i noti motivi che riguardano la volontà del campione spagnolo di non rientrare fin quando non si sentirà al 100%, e non è dato sapere, a questo punto, se l’annuncio sarà fatto slittare o meno. Quello che invece è certo è che le parti hanno trovato l’accordo e che la livrea arancio-bianco-blu continuerà a campeggiare per almeno altri due anni sulle carene delle moto del team ufficiale Honda. Sperando che insieme a Marc Marquez possano tornare anche i risultati e le occasioni di visibilità per lo sponsor, ma c’è chi non è del tutto convinto.
Il riferimento, nello specifico, è a Stefan Bradl, collaudatore (e per questa stagione anche pilota dopo l’infortunio di Marquez) di Honda, che è tornato a parlare dei tanti problemi della RC213V. Già Cal Crutchlow nelle scorse settimane era stato chiaro e diretto: “Questa moto non va come dovrebbe – aveva affermato – Il fatto che Nakagami arrivi davanti è la prova che la moto del 2019 è migliore di quella 2020 e che c’è tanto lavoro da fare per poter essere realmente competitivi”. Parole che erano suonate per molti come la polemica di un pilota scaricato e lasciato a piedi. Ma ora ad esprimere lo stesso concetto di Crutchlow c’è anche Stefan Bradl, seppure con toni e termini decisamente più morbidi. “La Honda – ha spiegato Bradl - non è mai stata una moto facile per i neofiti. Lo si può vedere anche dai problemi avuti di Alex Marquez all’inizio che la Honda non è come le moto degli altri marchi, con cui anche un rookie trova quasi subito confidenza. Una volta capiti i meccanismi, però, si può essere competitivi con la Honda. O almeno si poteva, perché la Honda, bisogna ammetterlo, non è la moto più competitiva al momento. Penso che anche Marc Marquez avrebbe avuto i suoi problemi con questa moto"
Se siete arrivati fino a qui seguiteci anche su Facebook e su Instagram