“Quello che ho trovato in Gresini me lo aspettavo, ma sinceramente non così tanto”. A parlare è Alex Márquez, in un’intervista per DAZN poi ripresa dai colleghi spagnoli. Spiega che anche per lui, che non ha il carattere del fratello, trovarsi in quella squadra ha cambiato le cose: “Mi sono stupito di quanto si conoscono, di com’è facile capirsi con Nadia e con Michele”. Alex si riferisce a Nadia Padovani e Michele Masini che, probabilmente, da Fausto hanno imparato una lezione fondamentale, la stessa che ha tirato fuori Gino Borsoi in una chiacchierata a Valencia: per rendere bene serve l’ambiente giusto. Il punto è che non si tratta di una finezza, è una delle basi ed è importante (almeno) quanto il mezzo tecnico. “La disinvoltura di queste persone rende il pilota più tranquillo”, ha continuato. “All’interno di un team italiano ti senti a casa. Poi anche con Ducati abbiamo un buon legame, ci si sente apprezzati e ascoltati”.
Se Marc Marquez ha deciso di fidarsi di una squadra privata probabilmente è anche per questo, oltre al fatto che per lui - che forse non è ancora pronto ad ammetterlo - aver parlato col fratello di quell’ambiente e di un modo di lavorare che funziona è stato cruciale. D’altronde, è lo stesso Alex a dire che Marc lo ascolta sempre con grande attenzione prima di prendere delle decisioni: “Ogni volta che decide qualcosa me lo chiede sempre prima. Nelle azioni, nelle espressioni e in molti aspetti siamo simili, in altri chiaramente no. Ci capiamo perché lui per me è come uno più figo, che pensa meno alle cose, che dice sì senza pensarci. Io penso alle cose con più freddezza”.
Poi scende più nel tecnico, facendo una piccola previsione di quello che vedremo dall'8 volte campione del mondo: “Come compagno di squadra sarà un pilota veloce, da cui potrò imparare molto. Può anche alzare il mio livello e posso trarne vantaggio, è vero che il compagno di squadra è il primo rivale ma quando si tratta di tuo fratello è diverso. Speriamo che questa seconda opportunità che la vita ci offre di condividere il box vada meglio della prima e possiamo godercela insieme con l'obiettivo di non condividere solo il garage ma essere competitivi. Sono sicuro che Marc vorrà vincere, devo trarne vantaggio e cercare di imparare da lì".
Probabilmente il 2024 sarà il secondo anno di fila in cui una Ducati privata arriverà a giocarsi il mondiale. Con Jorge Martín, ma anche (quantomeno) con Marco Bezzecchi e Marc Marquez. Di certo sarò l'anno in cui a Borgo Panigale dovranno gestire i risvolti negativi dell'avere otto moto in pista in grado di vincere e, nondimeno, quello in cui le telecamere Dorna si metteranno in pianta stabile davanti al box Gresini. Vedremo fino a che punto sapranno approfittarne.