Prima Porsche, poi Toyota, quasi Ferrari ma di nuovo Porsche hanno dominato le prime tre gare del WEC, che tra il caldo del Qatar e il caos della 6h di Spa, dopo un round decisamente ricco di azione anche ad Imola, hanno dato un buon assaggio di quella che potrebbe essere un’altra edizione iconica della 24h di Le Mans. Infatti è tutto pronto sul circuito francese per i test di preparazione della gara endurance per eccellenza e, come ogni anno, è stata pubblicata la prima bozza dei parametri del BoP, la carta più importante da conoscere quando si parla di vetture a ruote coperte, che vede non solo dati interessanti ma anche un’importante novità. Lo scorso anno a salire sul tetto del mondo era stata la Ferrari 499P di Antonio Giovinazzi, James Calado e Alessandro Pier Guidi, la vettura che meglio aveva saputo sfruttare tutti i suoi vantaggi - compreso un Balance of Performance giusto per l’occasione - e anche quest’anno la strategia dovrà essere simile, perché nel mondo endurance si tratta di trovare sempre il giusto equilibrio.
Facciamo però un passo indietro: che cos’è il BoP? Il Balance of Performance è uno dei capisaldi del regolamento del WEC, come di tutte le gare endurance, ed è ciò che permette a così tante vetture diverse di poter competere alla pari nello stesso campionato. Infatti sia le case costruttrici delle Hypercar che quelle delle GT3 hanno delle regole da rispettare nella progettazione e nella realizzazione delle vetture, ma non allo stesso modo in cui si è abituati nelle altre serie mondiali come la Formula 1. Ciò che va a regolare le prestazioni, e da qui deriva il nome del “bilanciatore di prestazioni”, è proprio il BoP, che racchiude una serie di parametri imposti dalla commissione del WEC e dall’Automobile Club de l’Ouest per permettere a tutte le vetture iscritte di battagliare “ad armi pari”. Dal peso minimo alla potenza massima erogabile, i commissari possono andare a stabilire tutta una serie di dati che ogni costruttore deve rispettare per poter mettere la propria vettura in pista.
Dopo una prima parte di stagione dove a beneficiare di più del BoP è stata Porsche, con le sue cinque vetture schierate, verso Le Mans sembra non essere scontato il continuo del suo dominio. Infatti, nonostante sia comunque la macchina più apparentemente equilibrata, il BoP cerca di appiattire ancora di più le differenze di prestazione, introducendo anche un’importante novità, anticipata ad inizio anno ma non ancora portata in campo. A differenza dei primi tre round del campionato, a Le Mans verranno controllati i due livelli di controllo della potenza, prima e dopo i 250 km/h, per andare a stabilire quello che potremmo definire un BoP a due fasi. Prima dei 250 km/h ci sarà una determinata potenza da rispettare, dopo un’altra per bilanciare le velocità di punta. Un concetto sicuramente non semplice da capire, soprattutto ancor prima di vedere le vetture in pista, ma che punta alla resa migliore delle 24h di gara.
Durante il weekend del 8/9 giugno le 62 vetture iscritte alla 24h di Le Mans, che vede il ritorno anche delle LMP2, di nuovo in griglia dopo l’addio al mondiale di questa stagione per favorire un maggior numero di Hypercar e LMGT3, scenderanno in pista per i test in occasione della gara che invece andrà in scena tra il 15 e il 16 giugno sul circuito de La Sarthe. La posta in gioco è tantissima, con Porsche più affamata che mai e Ferrari che invece è determinata a mantenere la corona di Le Mans, senza tralasciare Toyota, che non vince dal 2022 e Peugeot che gioca in casa, insieme a Lamborghini che vede la sua prima esperienza alla 24h insieme a BMW. Cadillac porta altre due macchine insieme alla sua iscritta stagionale, con anche Felipe Drugovich, terzo pilota di Aston Martin in Formula 1, al volante, mentre Isotta Fraschini ha tutto da imparare su questa nuova avventura. Il menù prevede scintille e con questo BoP è tutto pronto per iniziare ad accendere i motori a Le Mans.