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La 6h di Spa più lunga della storia: come alla Ferrari “è stata tolta la vittoria” più meritata dell'anno

  • di Alice Cecchi Alice Cecchi

13 maggio 2024

La 6h di Spa più lunga della storia: come alla Ferrari “è stata tolta la vittoria” più meritata dell'anno
L’appuntamento belga del mondiale endurance ne ha viste di tutti i colori ma la vicenda che fa discutere ancora di più di tutte è la gestione della bandiera rossa, atipica per il campionato, che secondo James Calado, pilota Ferrari, ha tolto ogni chance di vittoria per il Cavallino. Ecco che cosa è successo a Spa Francorchamps

di Alice Cecchi Alice Cecchi

La 6h di Spa Francorchamps, o meglio la 7h e 44 minuti di Spa Francorchamps, è stata forse una delle gare più incredibili degli ultimi cinque anni del WEC. Sia nel bene che nel male, il circuito belga ha ospitato uno dei round che il campionato ricorderà di più di questa stagione perché tra vincitori inaspettati ed incidenti che devono far pensare molto alle nuove dinamiche del mondiale a Spa c’è stato tanto da raccontare. Prima l’incidente che ha coinvolto anche la vettura di Valentino Rossi, poi quello di Earl Bamber al volante della Cadillac che ha provocato una lunghissima bandiera rossa e infine la decisione della direzione gara di far ricominciare la gara da dove era stata fermata - scelta piuttosto atipica secondo il regolamento del WEC - hanno portato la trama della 6h di Spa ad infittirsi minuto dopo minuto, con cambi di leader di classe continui. Chi però sembra averci rimesso di più è stata la Ferrari, che ormai convinta di avere la vittoria in mano si è ritrovata a dover ricominciare da zero con una strategia per niente compatibile con le scelte della direzione gara. 

Che cosa è successo alla Ferrari?
Dopo una sessione di qualifica poco soddisfacente, dove James Calado è riuscito a portare la sua 499P solo decima e ad Antonio Fuoco è stata tolta la pole position post penalità, le due Ferrari si sono fatte strada nel midfield di Hypercar durante il primo stint, con Antonio Giovinazzi che è riuscito ad avanzare fino alla quarta posizione per consegnare la vettura al suo compagno di squadra britannico con tutte le carte in regola per giocarsi la vittoria. E così infatti è stato, perché James Calado, grazie anche alla strategia proposta dal muretto, è riuscito ad avanzare fino alla testa della corsa, dando poi il volante ad Alessandro Pier Guidi in prima posizione. Subito dietro Nicklas Nielsen è stato l’autore di uno stint stratosferico dove, insieme al tocco di Miguel Molina, è riuscito a sopravanzare tutta la griglia fino alla seconda posizione. L’ultimo stint doveva quindi vedere i due italiani, Fuoco e Pier Guidi, portare le due 499P ufficiali sotto la bandiera a scacchi in un’ipotetica doppietta che già stava facendo sognare tutti i tifosi.

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Le due 499 P ufficiali

Purtroppo però, Earl Bamber è stato protagonista di uno spaventoso incidente sul rettilineo del Kemmel, causando una lunghissima bandiera rossa necessaria al personale della pista per riparare tutto il guard-rail. Un lavoro impegnativo e per niente semplice, che è iniziato quando mancava un’ora e quaranta al termine della corsa e non è terminato prima del finire del cronometro. Perché sì, nel WEC il tempo non si ferma quando viene data bandiera rossa a differenza della maggior parte delle altre categorie come la Formula 1, ma va avanti e le gare finite con le vetture parcheggiate sul rettilineo in attesa di una ripartenza sono state tantissime. Infatti nessuno si aspettava l’eventuale ripristino del tempo che la direzione gara ha deciso di fare per permettere alla gara di continuare una volta terminata l’ora e quaranta rimasta, proprio perché è stata la prima volta nella storia recente del WEC. E la decisione non ha spiazzato solo tifosi e appassionati che erano pronti ormai ad andare via, o telecronisti e giornalisti che già stavano raccontando di un finale incredibile con una doppietta Ferrari, ma anche gli stessi piloti e team che inquadrati dalle telecamere del WEC avevano parecchie facce confuse e deluse.

(DRIVERS OK) Here is the accident that caused the red flag.#WEC #6HSpa pic.twitter.com/O9dY98Harr

— FIA World Endurance Championship (@FIAWEC) May 11, 2024

Se la gara non fosse ripartita la Ferrari sarebbe tornata a Maranello con una iconica doppietta, meritata per l’esecuzione perfetta di una gara che non vedeva affatto favorita la squadra di Antonello Coletta, con una vettura appesantita dal BoP e una pista non troppo facile per le caratteristiche della 499P, a maggior ragione se in partenza dalle ultime posizioni della griglia. Hanno già fatto il giro del mondo le immagini di un delusissimo Alessandro Pier Guidi che fa il pollice in giù alla telecamera qualche attimo prima di risalire in macchina, come quelle degli altri piloti in giro per la griglia. Perché al di là del risultato, che alla fine ha visto la Porsche clienti di JOTA, con Callum Ilott e Will Stevens al volante, vincere la 6h di Spa e la Ferrari solo terza con Antonio Fuoco e la n. 50, quello che è successo a Spa lascia l’amaro in bocca a tutte quelle persone che l’endurance lo conoscono bene.

Quello che ha deciso di fare la direzione gara, in parole semplici di aggiungere un’ora e quaranta al tempo limite, il regolamento lo concede, quindi non c’è stata un’invenzione di clausole nuove giusto per aggiungere del pepe alla situazione come sembrava inizialmente, con i social già pronti a setacciare l'infinito tomo di regole del WEC. Ciò che però fa storcere un po’ il naso è che guardando al passato non è mai stata presa una decisione simile e che, purtroppo o per fortuna, questa vicenda ricorda forse un po’ troppo le ultime trovate della Formula 1. Una ricerca dello spettacolo forzata, a tratti inutile, deleteria dal punto di vista sportivo. Anche perché si è creato un pericoloso precedente, che potrebbe andare a far discutere tante altre situazioni forse spesso comuni nel WEC e che continuerà ad essere argomento di discussione anche per i vertici della FIA e dell’ACO, che prima di Le Mans avranno questo nodo da districare.

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Nicklas Nielsen, Antonio Fuoco e Miguel Molina sul podio della 6H di Spa Charly Lopez / DPPI

La Ferrari ci ha provato a fare reclamo, con le dichiarazioni dei piloti e dei direttori tecnici e sportivi abbastanza conservative e rapide, visto anche il ritardo nel lasciare il circuito che ha inevitabilmente visto voli presi in estremo ritardo e corse pazze verso l’uscita del paddock. Il ricorso è stato respinto, ma la sensazione che la faccenda non si chiuderà a Spa è ogni momento più imponente. Perché con un WEC che cambia e che porta sempre più persone sugli spalti - 88.180 entrate alla 6h di Spa, che si è consacrata come la più grande gara del WEC esclusa Le Mans - c’è bisogno di chiarezza, sia per chi guarda che per chi corre, perché gli investimenti nel progetto endurance non sono stati pochi. Il prossimo appuntamento del WEC sarà la 24h di Le Mans, la gara per eccellenza, il tetto del mondo: quest’anno la competizione si sente più che mai e la posta in gioco è davvero tantissima. Chissà se la Ferrari si riprenderà ciò che gli è stato tolto a Spa.

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Alessandro Pier Guidi durante la 6h di Spa

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