Bagnaia si è messo in testa l’idea di giocare da rimbalzista, ha messo il casco adatto per ripartire dagli errori ed è tornato ad attaccare: perfetto, implacabile, completo. A Misano, dove è sempre stato velocissimo ma ha anche sbagliato tanto, ha segnato la quarta vittoria in fila, la sesta quest’anno, con una consistenza che fa più spavento del Pecco di inizio anno che il sabato era una certezza e la domenica una scommessa.
In Ducati nessuno come lui, con quattro vittorie. Ora i punti da Fabio Quartararo sono 30, ma più il vantaggio si assottiglia più il francese sembra accusare la pressione. D'altronde, in conferenza stampa, Fabio è apparso quantomeno seccato: “Non c’è stato niente di strano e ho sempre corso al limite, ma c’è il solito problema. Quale? Manca potenza”. Un tema che Quartararo, dopo le prime gare, aveva deciso di lasciare fuori da ogni discussione. Eppure oggi la frustrazione era troppa. “Per il mondiale no, non sono tranquillo - ha aggiunto - Nemmeno preoccupato però, anche se dobbiamo darci tutti una svegliata”.
Ma il GP di San Marino, quest’anno, è quello del quattro: la moto di Bagnaia infatti è la prima di quattro moto italiane al traguardo, tre Desmosedici e una RS-GP, roba che fino ad un paio d’anni fa sarebbe stata impensabile. Un quattro che suona bene anche ad Enea Bastianini, che passa al quarto posto nel mondiale con 138 punti (73 da Quartararo) nonché primo tra i piloti indipendenti. Bastianini ha fatto il migliore dei regali alla Ducati, mostrando tanta velocità e (quasi) nessun timore reverenziale: "Volevo attaccare all’ultimo giro ma purtroppo in curva 4 sono arrivato troppo forte e ho fatto un errore e questo mi è costato il sorpasso finale, però ho ricucito e ci ho riprovato all’ultima curva”. La curva 4 è la stessa che ha portato Jack Miller nella ghiaia al secondo giro, così come tanti altri piloti durante il fine settimana (di cui Morbidelli e Di Giannantonio in MotoGP, Celestino Vietti e Mattia Pasini in Moto2).
Se il GP a Misano è quello del quattro però, a dire la verità è solo per Andrea Dovizioso. 21 anni di corse, mai un’assenza, ultimo vero pilota di quella generazione che ha portato gli appassionati in circuito, quando le gare si vedevano in chiaro e i social non li avevano ancora inventati. Lui, a Misano, ha dato tutto sé stesso: risate, malinconia, lacrime, gioia. Ha chiuso ridendo però, con un regalo ai tifosi. A bordo pista, dopo la gara, Andrea ha lanciato guanti e saponette al pubblico, ma l'ha fatto solo dopo averci impresso una sigla col pennarello. È questo il Dovi: nel suo ultimo giorno ha pensato anche agli altri e lo ha fatto con amore. Ecco, una giornata così non poteva che cadere nel quarto giorno del mese.