Cosa serve per emozionare qualcuno che nel suo settore ha già raggiunto tutto quello che c’era da raggiungere e è considerato da tutti una vera e propria leggenda inarrivabile? Facile: serve un progetto completamente nuovo. E è esattamente ciò che Ducati ha proposto a Antonio Cairoli, il Valentino Rossi del cross che, dopo la decisione di chiudere con le competizioni, adesso s’è rimesso in pista per diventare a tutti gli effetti il babbo della prima Ducati con la sella alta e le ruote tassellate. “Questo progetto mi ha acceso un fuoco dentro che pensavo non avrei più sentito” – ha detto nella giornata dell’unveiling a Madonna di Campiglio . Rimettersi in gioco, quindi, per una Ducati che invece ha deciso di mettersi in gioco per la prima volta su un terreno che non è mai stato nel suo DNA, ma sul quale, almeno a giudicare dalle premesse, intende far capire sin da subito quanta competenza e quanta capacità c’è a Borgo Panigale. Tanto da mettere il meglio a sviluppare la moto e il meglio anche a portare avanti il progetto, togliendo addirittura una costola alla MotoGP. E’ stato Paolo Ciabatti, infatti, a svelare la Desmo450 MX.
“Per me è un sogno – ha svelato il timoniere di Ducati offroad – il cross ha segnato il mio inizio e ha rappresentato la mia prima grande passione. Oggi, dopo una carriera intera passata nella velocità con Ducati e con i grandi traguardi raggiunti insieme, mi ritrovo a portare avanti per la prima volta nella storia del marchio qualcosa che non riguarda l’asfalto. E’ entusiasmante”. Non riguarda l’asfalto, ma niente è mai del tutto scollegato e sono in tantissimi a sostenere che il piccolo motore sviluppato da Ducati per il cross potrà servire, presto, anche per fare da base alla realizzazione di un altro sogno: quello di Gigi Dall’Igna di avere presto una squadra in Moto3 per far crescere talenti in casa. Ma questo è già futuro. Il presente, invece, racconta di una moto, la Desmo450 MX, attesissima e che, ora che finalmente è stata mostrata al mondo, non ha deluso le aspettative. Basta leggere i vari commenti sui social degli appassionati di cross per prendere atto che il giudizio, almeno per quanto riguarda l’estetica, è unanime: Ducati è sinonimo di bellezza anche quando le linee e le geometrie non sono quelle di sempre.
Adesso, però, viene la parte più difficile: dimostrarsi performante oltre che bella. “E’ chiaro che questo progetto è nella fase embrionale – ha spiegato Ciabatti – il lavoro da fare è tanto e le cose da mettere a punto anche. Abbiamo scelto il meglio per farlo, con Cairoli e Lupino e abbiamo scelto di non bruciare le tappe”. L’obiettivo dichiarato, infatti, è il mondiale, ma nel 2024 proprio Alessandro Lupino farà debuttare la Desmo450 MX in gara solo nel campionato italiano, prima del grande salto nel 2025. Sarà fondamentale capire cosa manca per mettersi al pari di costruttori che invece sono nell’offroad da sempre e per poter sognare davvero in grande, magari replicando i successi ottenuti nella velocità. “Questa moto è già uno spettacolo – ha detto Lupino nella presentazione di madonna di Campiglio – Mi ha stupito già la prima volta che l’ho provata in Sicilia, perché non mi sembrava possibile che qualcosa di così nuovo potesse essere anche così subito performante. Ora, però, dobbiamo solo lavorare per renderla perfetta e per poterci togliere qualche soddisfazione già in questo .2024”
Parole, quelle di Lupino, che fanno perfettamente il paio con quelle di Cairoli. “Le mie impressioni sono ottime – ha spiegato la leggenda del motocross, che ha già avuto modo di capire pregi e difetti della Desmo450 MX nei vari crosso dromi in cui l’ha provata – In Ducati ho trovato un ambiente meraviglioso e persone con un entusiasmo pazzesco e questo ha fatto sì che anche io, nonostante mi consideravo ormai in pensione e dedito a altro dopo una vita sulle motociclette, mi sia ritrovato a pensare al progetto con lo stesso spirito di un ragazzino che ha appena cominciato. Sono certo che con Ducati e questa moto potremo fare grandi cose”. Per ora, Cairoli vestirà solo i panni del tester e dello sviluppatore, ma a guardare la luce negli occhi mostrata a Campiglio viene quasi da convincersi che presto lo rivedremo ancora in gara, magari in qualche tappa dell’Italiano.