Alvaro Bautista ha corso nel motomondiale per 17 stagioni, vincendo un mondiale in 125 in sella all'Aprilia per poi perdersi un po' e raggiungendo un quinto posto nella top class. Nel 2019 passa in SBK in sella a una Desmosedici e sembra aver trovato una nuova giovinezza: vince le prime dieci gare consecutive ma alla fine arriverà secondo per le tante cadute nella seconda parte del campionato. Le due stagioni successive le passa in sella alla Honda senza vincere neanche una gara e arrivando nono e decimo. Nel 2022 torna in sella alla "sua" Ducati e torna a vincere, non solo le gare, ma i mondiali SBK 2022 e 2023. Questa stagione è iniziata in salita per via di un infortunio che ha condizionato pesantemente la preparazione invernale, ma con la vittoria in gara 2 in Catalogna ha dimostrato di essere tornato competitivo.
Intervistato da Manuel Pecino per i colleghi spagnoli di Motosan, Bautista ha fatto il punto sul mondiale SBK cominciando dai "nuovi" piloti schierati in griglia, a partire dal suo compagno di squadra, Nicolò Bulega: "Nicolò viene dalla vittoria in Supersport, è un pilota di grande talento. E quando a un pilota così dai una buona moto andrà forte fin dal primo giorno. In Moto3 era la futura promessa italiana, sarebbe stato il nuovo Valentino. Poi ha avuto dei problemi, la verità è che ci si aspettava di più da lui, ma non ha fatto quel passo avanti che gli mancava. L'ho detto da subito, il pilota più forte quest'anno è lui, è il miglior candidato al titolo". Ma le novità in SBK non sono mancate e, una delle più attese, era la nuova "coppia" BMW - Razgatlıoğlu. I risultati non si sono fatti attendere, anche se non era così scontato che il passaggio dalla Yamaha alla moto bavarese potesse funzionare da subito. E invece già alla seconda gara in Catalugna sono arrivate le vittorie: "Toprak ha un grande talento - ha commentato Alvaro - è uno dei migliori piloti del campionato. E la BMW penso che abbia uno dei motori più potenti della categoria, in termini di velocità è più veloce della Ducati. È chiaro che devono migliorare alcune cose, ma è la combinazione tra una buona moto e un buon pilota". L'altra bella novità è il ritorno di Andrea Iannone dopo la lunga squalifica: "Sapevo che sarebbe andato forte, ma sono rimasto sorpreso dalla costanza di queste prime gare, perché ha sempre lottato nelle prime posizioni. Andrea ha talento, è sempre andato forte. Gli è mancata un po’ di capacità di gestione delle situazioni. Ma lo vedo più maturo, molto più calmo. Comunque penso che abbia quattro anni meno di me, quindi è vecchio ma non così vecchio. È un veterano (ride)".
Le novità non sono mancate anche in MotoGP, e anche in questo caso l'analisi di Bautista è tremendamente lucida: "È diverso dagli altri anni, adesso è più aperto, c’è più spettacolo. Che bel casino! Ma una cosa che mi è piaciuta, e che ho visto fin dalla prima gara in Qatar, è che si vede che Pedro Acosta è l’unico che viene dalla Moto2, perché guida in modo diverso da tutti gli altri. E si apprezza, con tutta questa aerodinamica che c'è, che sembra che siano tutti su rotaie. Non so se continuerà con il suo stile e adatterà la moto oppure si adatterà a quello che fanno gli altri. Ma può creare una nuova tendenza. E i piloti con carattere, con talento, con personalità, sono così: arrivano e fanno tendenza. Valentino ha creato una tendenza, Lorenzo e Marc un'altra, ora arriva Acosta e fa tendenza. C’è un prima e un dopo”.
E se Acosta è il principale argomento di interesse nella MotoGP di quest'anno il secondo è il "nuovo inizio" di Marc Marquez: "Non avevo dubbi su Marc, perché quando un pilota è bravo anche se ha attraversato momenti difficili quando gli danno una moto che funziona e con cui si trova a suo agio, è facile fare quel passo... Ma ora arriva la parte difficile, ovvero fare i piccoli passi. In Qatar l’ho visto tranquillo, già a Portimao l’ho visto rischiare un po’ di più, andare più al limite. Ma penso che stia bene".