Trentasette punti di vantaggio su Toprak Razgatlioglu, cinque vittorie su sei gare in questo avvio di 2023. Alvaro Bautista non deve sedersi sugli allori ma può anche essere ben soddisfatto delle prime due gare della stagione, in cui ha letteralmente dominato la scena in SBK con la sua Panigale V4 R. Tra marzo e aprile, come capita da qualche anno a questa parte, la Superbike si ferma per quasi un mese e mezzo (tornerà tra due settimane ad Assen). Gli americani la soprannominerebbero "Spring Break", nel paddock viene chiamata semplicemente "pausa", senza troppi fronzoli. È proprio in queste settimane di sosta che Alvaro Bautista ha gettato un occhio alla MotoGP, categoria che lo ha visto in griglia di partenza per nove anni consecutivi, tra Suzuki, Honda, Aprilia e Ducati. MotoGP che, se vogliamo, ha ereditato anche dalla SBK (e non solo dalla Formula 1) il nuovo format della Gara Sprint, sorella di quella Superpole Race che, tra Gara 1 e Gara 2, domina i fine settimana delle derivate di serie dal 2019 ad oggi.
Così ci ha pensato Bautista - esperto sia delle gare di breve durata sia delle opinioni che cambiano repentinamente nel paddock della MotoGP - a spegnere fuochi e polemiche incendiarie, caratteristiche di questi primi scampoli della MotoGP 2023. Della Sprint Race si è discusso tantissimo, e in maniera negativa, al termine del sabato di Portimao (anche se lo strike di Marc Marquez nella gara tradizionale della domenica ha destato ancor più clamore), salvo poi essere elogiata in Argentina, dove i piloti hanno inscenato dodici giri di spettacolo purissimo. Alvaro, ai microfoni di Motorsport.com, ha cercato di trovare un equilibrio: "Non vedo le Sprint come pericolose, dipende da come ogni pilota le gestisce. Il rischio e il pericolo dipendono dai piloti, dalla loro attitudine, non dalla gara o dal format. Mi piace molto di più il nuovo format rispetto a quello vecchio. Quello che mi piace di più sono le gare, non le prove, dove si fanno solo dei giri. Personalmente penso che (il cambiamento) sia stato positivo, perché genera molto più interesse da parte del pubblivo. Per i piloti è qualcosa di nuovo e quando sentono parlare di Sprint, la prima cosa che fanno è andare a fuoco da subito. Quando capiranno come funziona la Sprint e come è opportuno gestirla, l'aggressività diminuirà. In effetti, noi oggi in SBK siamo più aggressivi nelle gare lunghe che in quelle brevi, ci siamo abituati alla Superpole. Anche in MotoGP dovranno abituarsi. Ma è come quando le qualifiche sono state divise in Q1 e Q2. Prima se ne parlava molto, ora nessuno mette più in discussione questo format".