Con il regolamento 2023 la lista degli impegni di un pilota MotoGP in un weekend di gara è seconda soltanto a quella di una ragazza che organizza il suo matrimonio: impegni ovunque, con chiunque e continuamente, il tutto aspirando a una mezz’ora di perfezione dopo il completo marasma. La gara sprint del sabato (bella, anzi bellissima da vedere) si porta dietro un weekend decisamente più carico di tensione, impegni e appuntamenti. Si dirà: vengono pagati milioni, nessuno li obbliga, c'è la fila di gente che lo farebbe per un toast al formaggio ed è giusto che lo facciano. Il che è anche vero, ma il prodotto di questa nuova scaletta rischia di rendere lo sport meno gradevole.
Dal punto di vista sportivo, i piloti dovranno dare tutto già dal venerdì per assicurarsi l’ingresso (ormai fondamentale) in Q2, poi daranno il meglio di loro stessi in qualifica, nella gara sprint e infine la domenica per la gara vera e propria, quella lunga. A conti fatti non solo ti ritrovi a dare il massimo delle tue capacità per quarantacinque minuti di gara, cosa che fino a 10 anni fa era impensabile, devi farlo ogni volta che sali sulla moto ed è come andare in guerra: la moto è il tuo fucile e ti conviene usarlo meglio e più in fretta degli altri. Di tempi morti, o quantomeno di attimi per tirare il fiato, non ce ne sono. A questo si aggiungono nuove, costanti apparizioni col pubblico per tutta la settimana: tra queste segnaliamo gli incontri tra piloti e appassionati durante la ‘Hero Walk’ all’ingresso del paddock, le visite nel Vip Village e le interviste sul camion che gira per il circuito.
A questo punto tra una cosa e l’altra ci sono i media scrum, ovverosia gli incontri con la stampa da cui escono tutte le dichiarazioni dei piloti che leggete sui giornali. Ce n’è uno ad ogni giornata in pista e viene fatto per tutti i piloti, fatta esclusione per il sabato e la domenica in cui i primi tre vanno in conferenza stampa dove oltre ai giornalisti ci sono le telecamere della Dorna. Le interviste “intime” diventano più difficili da realizzare e a lungo andare le dichiarazioni dei piloti si farano sempre più cariche d'insofferenza, rabbiose, d’altronde non potrebbe essere altrimenti: è gente appesa ad un filo, costantemente al limite in pista e sempre in procinto di perdere la pazienza. Seneca della pazienza diceva una cosa semplice: una volta stancata diventa furore. Dorna dovrà rivedere il format assieme ai piloti - ha promesso di farlo vista la mole di cambiamenti introdotti in una stagione soltanto - e se anche la sprint race resterà dov’è qualcosa dovrà cambiare. Altrimenti ci ritroveremo con piloti brutti e cattivi, tirati come cavalli da corsa da un fantino che conta i dollari. Può essere un’idea di marketing, ma la sensazione è che alla lunga finirebbe per rendere l’ambiente invivibile. Se quello che vince sarà sempre contento, gli altri usciranno dal motorhome la mattina con un coltello in mano. Conviene? Probabilmente no, sarebbe più comodo fermare la palla di neve prima che si trasformi in una valanga.