Le luci della Strip non saranno le uniche ad illuminare le notti magiche di Las Vegas. A pensarci ci sarà anche Lewis Hamilton che, per l’ultima tappa americana di questo Mondiale, scenderà in pista con un casco speciale, scintillante: non bastava il cromato, servivano i brillanti, tanti. E così Sir Lewis ci ha ricoperto tutto il proprio casco, color argento per l’occasione: “Qualcosa di speciale per la città delle luci”, ha spiegato poi sul suo Instagram. Sarà un GP speciale, l’ultimo in cui ha conquistato un podio nelle domeniche di Formula 1, nel 2024: secondo al traguardo dopo essere scattato indietro, dalla decima casella della griglia, con una rimonta tutta ritmo e sorpassi.
Guidava ancora la Mercedes, ormai vicino a terminare quel capitolo che gli ha regalato successi e gloria, praticamente eterna. Questa volta sarà riconoscibile e brillerà di sicuro, ma l’obiettivo alla prima in Nevada con la Ferrari è quello di continuare a crescere nonostante una stagione difficile, molto più complessa di come se l’aspettava: “In alcuni momenti del campionato abbiamo attraversato delle situazioni difficili, ma devo dire di essere stupito dalla mia resilienza. Ogni sfida che abbiamo affrontato e che dovremo ancora affrontare è una possibilità di crescita”, ha spiegato poi Sir Lewis durante il Media Day. “Non è la stagione che tutti sognavamo, ma sono fermamente convinto che ricostruiremo ciò che serve per tornare ai tempi in cui la Ferrari vinceva”.
Sempre nel giovedì di Vegas, poi, anche un passaggio sulla strigliata pubblica di John Elkann, allontanando quella ‘blame culture’ che spesso viene utilizzata per descrivere come vanno le cose internamente alla Scuderia: “Non avverto che in Ferrari ci sia la ricerca di un colpevole, siamo tutti sulla stessa barca e tutti dobbiamo prenderci le nostre responsabilità. Tutti devono portare il loro mattoncino e sono ancora al 100% convinto e coinvolto nella scelta di approdare alla Ferrari. Non è stata una stagione facile, ma per me è stato un anno di apprendimento; sono cresciuto tantissimo e non mi sono mai sentito così forte, l’obiettivo è cercare di finire la stagione nel miglior modo possibile”.
Per la Ferrari, però, sono stati giorni complessi. Le parole del presidente hanno lasciato il segno e, inutile girarci intorno, anche più qualche dubbio. Eppure, all’interno della squadra tutti sembrano averle prese con filosofia, come sottolineato anche dai commenti di Leclerc nella prima giornata in pista del fine settimana: “So che John è una persona molto ambiziosa e vuole spingere le persone al massimo per ottenere i migliori risultati. Ama la Ferrari, amo la Ferrari, amiamo tutti la Ferrari e cerchiamo di fare del nostro meglio in ogni situazione”.
Il monegasco, però, ha svelato anche un retroscena su quelle stesse dichiarazioni. Elkann, infatti, prima di parlare in pubblico lo aveva fatto in privato: “John mi ha chiamato prima, proprio come fa dopo ogni gara per aggiornarsi e anche per dirmi che il messaggio che voleva mandare era positivo, dicendo: 'sì, dobbiamo fare meglio', e questo è chiaro per tutti. Quindi davvero, siamo allineati e io farò assolutamente tutto il possibile per riportare la Ferrari al top. Questo l’ho sempre detto in passato e ho sempre fatto del mio meglio”.
Una vicenda da lasciarsi alle spalle, dando spazio alla pista. E se intorno alla Ferrari sono tanti punti di domanda, perché come sempre è difficile capire cosa potersi aspettare vista l’imprevedibilità della SF-25, chi a Las Vegas ci arriva per vincere è la Mercedes: in Nevada fa freddo, condizione che giova alla W16 come dimostrato l’anno scorso con un netto 1-2 alla bandiera a scacchi. Russell punterà a ripetersi e riscattarsi dopo il weekend incolore del Brasile, ma in America occhio anche a Kimi Antonelli. Sempre secondo a Interlagos e sempre davanti al compagno di squadra, Kimi a Las Vegas ci arriva in fiducia. E per la prima volta, seppur timidamente, ha parlato anche di vittoria: “Vincere la prima gara in carriera a Las Vegas sarebbe sicuramente speciale – ha commentato ai media – ma è più facile a dirsi che a farsi, spero ovviamente che la Mercedes sia veloce come nel 2024, ma non c’è alcuna garanzia che sarà così”.
L’ultima sorpresa, invece, è arrivata da Max Verstappen: salvo magie, a fine anno il campione non sarà lui e, così, sarà anche costretto a lasciare l’#1 che da ormai quattro stagioni contraddistingueva la sua Red Bull. Viene da pensare che tornerà al suo numero di sempre, il #33. E invece no, perché, se possibile, sceglierà il #3, lo stesso numero che per anni ha portato con sé Daniel Ricciardo. C’è da discutere con la FIA, ma il desiderio è stato espresso. Ed è comunque meglio del #69, vietato da papà Jos: “Lo volevo, ma mi ha detto ‘Non è una buona idea’”.