Non è un momento facile per la Ferrari. Il 2025 è deludente e, dopo il disastroso fine settimana da zero punti in Brasile, con sia Leclerc che Hamilton ritirati, il presidente John Elkann si è fatto sentire. Forse troppo visto che, anziché dimostrarsi consapevole delle lacune della sua Ferrari, ha attaccato i piloti. Lo ha fatto senza mezzi termini, affermando che “dovrebbero parlare meno e pensare solo a guidare”. Parole che hanno scatenato il caos, perché mai come questa volta nessuno le ha capite. Lo stesso vale per Davide Valsecchi, 38 anni, campione della GP2 nel 2012 e ora volto di F1 TV che, commentando quanto successo, è chiarissimo: “I risultati parlano da soli e la macchina non la vedo migliorata. Leclerc sta facendo la sua miglior stagione, Hamilton lo hanno voluto loro. In Cina hanno squalificato entrambe le macchine, è stato molto peggio. Eppure…”. Un anno in cui, nonostante si è alla vigilia di un grande cambio regolamentare, a essere messo in dubbio è stato persino il team principal: “Assurdo, sapevano tutti avrebbe dominato McLaren”. L’unica soddisfazione per l’Italia? Kimi Antonelli: “Ha la velocità e quella conta più di tutto il resto. Per il 2026 sono gasato”. E poi c’è anche spazio per una riflessione su Briatore e quella chiamata che non c’è stata a Fornaroli.
Davide Valsecchi, ex campione in GP2 e ora a F1 TV. In una recente intervista hai dichiarato che “L’unica cosa solida della Ferrari è Leclerc”: cosa pensi delle parole del presidente Elkann?
“È il proprietario, è il capo, può dire quello che vuole. Però, non lo vedo come lui. Ho la sensazione che quando dicono che la macchina è migliorata non sia vero, forse ogni tanto. I risultati, i tempi, dimostrano che sul finale del 2024 la macchina era superiore a quella di adesso. Mi sono sembrate contro i piloti ma, secondo me, Leclerc sta facendo la sua migliore stagione in Formula 1. Non ha vinto nemmeno una gara, ma per rendimento e sfida col compagno di squadra da quando è in Ferrari, è il suo miglior anno. Non è mai stato così dominante col compagno come quest’anno. E solitamente, quando uno lo è, fa una gran bella stagione. Leclerc non è uno che parla a sproposito, anzi. Quando fa le dichiarazioni si fa trasportare dalla passione. Ma non è mai andato contro la squadra dicendo ‘che macchinaccia’…
Molto spesso ha estratto il massimo della vettura, cosa che non ha fatto Hamilton. Per questo sono completamente contrario a quelle dichiarazioni. Non è che devo giudicare io, sono i risultati parlano. Magari le ha fatte a caldo dopo un momento di felicità, magari le ha prese di traverso. Se si riferiva soltanto a Hamilton... Non lo so, lo giudichi lui”.
Parlando proprio di Hamilton, secondo te quanto hanno pesato le dichiarazioni sui famosi ‘dossier’?
“Per me le ha fatte pensando ‘Sono arrivato in un team che da tanti anni non vince, mentre io ho vinto molto di più recentemente. Voglio dare una mano a modificare il metodo di lavoro per diventare vincenti molto presto’. Voleva lavorare in modo costruttivo, ma è rimasto sorpreso dal fatto che ora in Formula 1 la velocità è il talento che conta di più in assoluto. Lui quest'anno la velocità non l'ha quasi mai trovata nei confronti di Leclerc, che invece, è sempre stato un martello. Quelle dichiarazioni le ho viste come genuine”.
Per te cos’è che l’ha messo in difficoltà più di tutto il resto?
“Lui ha sempre vinto di talento, gli mettevano la macchina in pista ed era subito tre decimi più veloce del compagno di squadra. Sempre. Il lavoro duro era più un’attitudine di Vettel che era uno dei primi ad arrivare, uno dei primi ad andar via. Hamilton, invece, è sempre stato riconosciuto nel paddock come uno dal talento enorme. Quest’anno, l’ho visto primeggiare contro Leclerc solo sotto la pioggia, di cui è un mago. Quando sei abituato a darle e, invece, le prendi tu ti confonde. Hamilton in carriera ha fatto pochissimi errori in gara, ma quest’anno in Brasile ha tamponato uno, in Olanda ha sbattuto da solo. Le ha prese anche nella gestione di gara, dove lui è sempre stato un mago”.
Eppure a Maranello l’hanno voluto a tutti i costi…
“L’hanno scelto loro, hanno preso Hamilton e mandato via Sainz. Ha faticato, ma cosa fai? Dopo metà stagione gli dai contro? Uno che ha vinto più lui da solo che la Ferrari negli ultimi 20 anni? Non ha fatto bene, amen. L’hanno preso per vincere l'anno prossimo. Nessuno si aspettava che la Ferrari vincesse il Mondiale nel 2025 vedendo come aveva finito l'anno scorso. Stava migliorando, ma McLaren dominava e tutti se l‘aspettavano vincente nel 2025. Nuovi regolamenti, occasioni per tutti. Inutile litigare adesso, lasciamo tutti sereni a lavorare. A metà del 2026 si farà un punto”.
Hai letto la risposta dei piloti a Elkann?
“Non mi è piaciuta nemmeno quella, non mi sembra il periodo per fare discussioni”.
Guardando alla stagione, comunque, ci sono stati anche errori pesanti del team…
“In Cina la Fia ha squalificato entrambe le macchine, è stato un qualcosa di molto grave, molto peggio di quello che hanno fatto i piloti. Perché critichi solo una parte della squadra? Non so, a me non è piaciuto, io non avrei criticato nessuno. Li avrei fatti lavorare tranquilli. Ognuno sa come deve fare”.
In Ferrari si parla spesso di crisi. Quanto influisce una leadership “fredda e distaccata” sui risultati in pista?
“Immagino che qualche responsabilità ai vertici ce l’abbiano. Perché? Perché è tanti anni che non vincono. Negli ultimi anni, a parte il talento di Leclerc, hanno avuto la costanza di Sainz, il quattro volte campione del mondo Vettel, il sette volte campione del mondo Hamilton. E si sono vinte solo poche gare. Hanno avuto Alonso, che era già diventato due volte campione del mondo. Cioè, hanno avuto piloti forti. Si sono vinte gare, non titoli. Qualche responsabilità di chi gestisce ci sta e sono i risultati che lo dicono. In questi anni hanno vinto la Red Bull con Christian Horner, per due cicli; prima c’era stata la Mercedes di Toto Wolf con il ciclo lunghissimo di Rosberg e Hamilton. Ci sono stati dei rivali che hanno gestito le cose meglio. Non so se è questione di atteggiamento, di sicuro non c'è la macchina”.
Cosa pensi sulla gestione di Frederic Vasseur?
“Ora bisogna dargli fiducia. Le discussioni sul suo licenziamento quest'anno le ho trovate assurde. Cioè, perché metterlo in discussione nell’ultimo anno dei regolamenti se chiedevi nel paddock e tutti immaginavano che ci sarebbe stato un dominio McLaren? Avevano finito distruggendo tutti nel 2024 e quest’anno nessuno avrebbe investito somme e tempo importanti per sistemare questa macchina. Avrebbero tutti pensato alla macchina del futuro. Perciò perché farlo ora? Veramente, è una porc*ta anche dal nostro punto di vista.
Da parte dei vertici, aspetterei a criticare qualsiasi persona prima di metà della prossima stagione. È in quel momento che metti in dubbio. Il team principal, i piloti, tutti. Ora stanno tutti facendo la macchina dell’anno prossimo. Ci si gioca 4-5 anni di nuovi regolamenti, perciò potenzialmente 4-5 anni di dominio. Ero in Canada e Vasseur era a un passo dal licenziamento: ha sbagliato quest’anno? E chi se ne frega se poi può vincere per 3-4 anni. Poi sbaglia l'anno prossimo? È lì che devi sostituirlo. Invece adesso gli fanno un rinnovo e non ho capito neanche quello. Se gli scadeva il contratto a fine anno era già sbagliato il primo che gli hanno fatto. Onestamente, discutere del team principal ora, che sta progettando il prossimo futuro, mi è sembrata veramente una cosa brutta. Ma han detto che era colpa della stampa, perciò colpa vostra o nostra…”.
A proposito di cicli tecnici, cosa ne pensi del lavoro fatto da McLaren?
“Sul finale dei regolamenti ci sono le occasioni. Solitamente, si presentano o all’ultimo anno di un regolamento o al primo di quello nuovo. È così che anche Verstappen e la Red Bull hanno fregato il dominio Mercedes. Perché chi vince ha meno ore in galleria del vento, ci sono dei limiti che ti mettono un po’ in difficoltà e quelli dietro possono raggiungerti. La verità è che McLaren ha raggiunto tutti gli altri, soprattutto la Red Bull, ha iniziato a bastonarli e sul finale li ha fregati. L'anno scorso ha vinto il Costruttori, con Verstappen che è stato magico e ha tenuto quello Piloti, quest'anno sta vincendo anche quello”.
Errori, velocità poco costante. Cos’è successo a Oscar Piastri?
“Essere in testa al Mondiale di Formula 1 ti mette una pressione atomica, poi in McLaren, tecnicamente, hanno risolto i problemi di assetto che aveva Norris e che lo avevano condizionato tanto a inizio stagione. Lando lamentava che la macchina era sottosterzante nelle curve lente, diceva che andava bene solo in quelle veloci. So per certo che aveva delle difficoltà che non lo facevano esprimere al massimo in qualifica. L'hanno aiutato, si è rimesso al livello dell'anno scorso in qualifica e ha iniziato a fare il martello.
Essere il leader ti fa creare delle paranoie, Oscar non sbagliava praticamente mai ma nelle ultime gare ha commesso tutti gli errori possibili. L’attacco del Brasile per me ci stava, non era nemmeno da penalizzare, ma sicuramente è stato azzardato e rischioso”.
Ormai è chiaro che il 2026 sarà un’occasione per tutti…
“È un momento cruciale, quando c’è un nuovo cambio di regolamenti iniziano i domini. C’è stato il dominio di Verstappen e Red Bull, quello della Mercedes. Tutti durati due, tre o quattro anni. È un momento importante”.
Come vedi la situazione a ormai poche gare dalla rivoluzione regolamentare?
“Con il cambio di solito vince chi ha la gestione migliore, chi riesce a trovare soluzioni migliori. Se un team funziona bene hai qualche probabilità in più di trovare l'idea giusta. L'anno prossimo dico attenzione, perché il guizzo potrebbe venire anche da un team a sorpresa: magari dall'Aston Martin di Newey, magari dall’Audi. Dicono che per loro sarà difficile perché hanno un motore nuovo, è complicato, però l'Audi è uno di quei team piccoli che sta lavorando molto bene e magari ti viene l'idea. Vediamo, sono curioso. Chi azzecca la soluzione dimostrerà una qualità incredibile”.
Passiamo alle cose belle per l'Italia. Antonelli sta facendo bene e dopo il Brasile è arrivato anche il riconoscimento di Verstappen, che valore hanno quelle parole?
“Kimi ha una qualità importante. Ha la velocità e nella Formula 1 moderna è veramente la cosa che conta di più. Tutto il resto lo puoi costruire, ma la velocità no. Pensiamo a Norris: tutti gli hanno sempre riconosciuto grande velocità e col tempo, con l'esperienza, ha costruito anche la tenacia, l'abilità di vincere le gare, l'abilità di fare pole, di sfruttare tutte le gomme e, probabilmente, diventerà il campione del Mondo. Kimi ha quella velocità e i piloti gliela riconoscono. A Interlagos Russell gli è sempre stato dietro, ma l'ultimo stint è stato indicativo. Dopo il pit stop, e a parità di strategia con Kimi, George si apre via radio e si preoccupa di Verstappen che lo stava andando a prendere anziché guardare ad Antonelli. Perché? Perché sapeva che era stato superiore tutto il weekend.
Caz*o, ha fatto meglio di uno che, secondo me, quest'anno è stato il terzo migliore della griglia dopo Verstappen e Leclerc. Beato lui. Quando Max ha detto quelle parole non mi ha stupito. Dentro lo sai chi c’ha quella roba lì. Contentissimo che è nostro”.
Possiamo dire che si è ripreso da quel periodo molto complicato della stagione europea?
“Le difficoltà, i su e giù, ci stanno per i ragazzi giovani. Se sei talmente giovane come Antonelli ci sta avere un gran bel primo GP, qualche gara dove ti perdi per poi ritrovarsi. È normale. Le difficoltà andavano considerate da subito. Gli è mancata l’esperienza per tenere il ritmo per tutto l’anno, ma per l’anno prossimo sono gasato”.
Dicci di più…
“Nel 2026 avrà un'ulteriore occasione. Cambiano i regolamenti e mi sembra che l’ultimo Mondiale che ha vinto uno come Hamilton l'ha vinto a 35 anni. Questo cosa ci dice? Che di solito più sei giovane più ti adatti. Cambiare team a 40 anni per Hamilton, passando da una squadra italiana a una inglese, venire in Italia, era un cambiamento di quelli tosti. Per me un giovane si sarebbe adattato molto prima: Antonelli ha fatto una categoria dopo l’altra, poi prende in mano una F1 e dopo un anno deve cambiare ancora. Negli ultimi 4 anni ha cambiato 4 macchine, non penso che sia così una sorpresa per lui rispetto a uno che, invece, è stato 8 anni in Mercedes guidando una vettura più o meno simile”.
Chi sarà la sorpresa del 2026?
“L’anno prossimo è un’occasione per tutti, ma io dico attenzione ai giovani perché potrebbero sorprendere anche la generazione dei Verstappen e dei Russell. Per giovani intendo Bearman, Bortoleto, Antonelli. Potrebbero sorprendere anche quella generazione che è dentro da quattro, cinque o sei anni e sta andando fortissimo. Ci sarà una macchina nuova e di solito più sei giovane più riesci ad adattarti. Questi ragazzi hanno un'occasione gigantesca e potrebbero sorprendere”.
Non ci sarà un altro italiano, Leonardo Fornaroli. Lo chiamiamo Briatore?
“Mi dispiace un sacco. Per me ha pagato anche le difficoltà di metà stagione di Antonelli. Ti spiego: nel momento in cui le squadre prendono le decisioni i giovani che non hanno brillato, ma poi sono arrivati nelle ultime gare. Hadjar fa una gara della Mado**a in Olanda, Bearman fa tre o quattro qualifiche stupende, Antonelli si stabilizza nei primi cinque. Magari, adesso i team avrebbero preso decisioni diverse. Ho la sensazione che questo ha inciso un po’. E poi, forse, il fatto che ci sarà già Antonelli ha fatto sì che non si creasse abbastanza hype attorno a lui. È un peccato, i risultati in pista dicono che meritava l’occasione.
Se fossi stato Briatore l’avrei preso, in carriera ha sempre fatto pochi errori e in F2 sta facendo una gran stagione. In Alpine c’è Gasly, mentre Colapinto non ha fatto benissimo. Da italiano mi aspettavo lo chiamasse, ci sono rimasto male perché poi lui cambia spesso anche i piloti: Doohan lo ha licenziato dopo cinque gare, Colapinto non ha fatto niente di clamoroso. So che a metà stagione il ragazzo con il nuovo manager erano in giro a cercare occasioni e probabilmente hanno bussato anche in quel team lì, ma si vede che hanno scelto diversamente”.