Era il maggio del 2016 e Andrea Iannone e Andrea Dovizioso si contendevano un posto in MotoGP in sella a una moto italiana. Basterebbe cambiare la data per raccontare quello che sta accadendo anche oggi, perché i protagonisti sono gli stessi, anche se lo scenario è assolutamente differente. E la moto italiana, questa volta, non è la Ducati come nel 2016, ma l’Aprilia. All’epoca, stando ai racconti di personaggi da sempre vicini al motomondiale, il giovane pilota di Vasto si ritrovò fuori da Ducati per aver avanzato pretese economiche che a Borgo Panigale giudicarono troppo elevate e in sella alla Rossa finì col restarci Andrea Dovizioso, che invece era già con un piede sul mercato. Questa volta rischia di finire più o meno alla stessa maniera, ma per motivi che non c’entrano niente con ingaggi, contratti e sponsor: Dovizioso, infatti, starebbe ai dettagli di una trattativa con Aprilia per la prossima stagione.
A Noale, è noto, sarà una settimana decisiva per capire quale sarà il futuro del reparto corse e, più specificatamente, per conoscere l’esito dell’attesa sentenza che riguarda Andrea Iannone. Il pilota è fuori dai giochi per la squalifica rimediata in seguito ad un presunto caso di doping e sta aspettando di conoscere la decisione sul ricorso presentato in appello dai suoi legali. Massimo Rivola, il CEO di Aprilia Racing, ha sempre detto di voler aspettare Iannone e di prendere in considerazione eventuali altre ipotesi solo nello sciagurato caso di una conferma della condanna inflitta al pilota di Vasto. Ma qualcosa si sta muovendo con Andrea Dovizioso e a confermarlo è stato lo stesso forlivese ieri, nel corso della conferenza stampa dei piloti che ha preceduto il GP di Francia a Le Mans. “E’ inutile parlare ora del mio futuro – ha spiegato il forlivese – però qualcosa si sta muovendo, c’è una trattativa e stiamo definendo alcuni aspetti”.
Dovizioso, quindi, non ha esplicitamente fatto il nome di Aprilia, ma la griglia della MotoGP per il prossimo anno è completa da un pezzo, con l’unico punto interrogativo che riguarda proprio la sella di Andrea Iannone. Il pilota di Forlì, inoltre, non ha mai ceduto alle richieste per un ruolo di collaudatore che gli sono arrivate sia da Honda che da Suzuki e anche la trattativa con KTM è morta sul nascere per la troppa distanza tra l’offerta economica e la richiesta del manager del pilota. Anche la strada Yamaha, per ora solo accennata, non sembra percorribile e in lizza resta solo il marchio italiano, dopo il divorzio da Ducati. Il resto lo hanno fatto i media, con la Gazzetta dello Sport che oggi entra nei dettagli di quanto anticipato da Andrea Dovizioso ieri in conferenza stampa. La trattativa, stando alle fonti del quotidiano sportivo, sarebbe già a buon punto, con tanto di ingaggio già definito: 1,8 milioni a stagione per il pilota che negli ultimi tre anni è arrivato alle spalle di Marc Marquez nella classifica mondiale.
E Andrea Iannone? Difficile pensare che sarà scaricato, altrimenti non lo avrebbero aspettato tutto questo e al momento l’ipotesi più accreditata è che i discorsi aperti con Dovizioso siano validi solo per l’eventualità di una conferma della squalifica del pilota abruzzese. Ma in ballo non ci sono solo aspetti e rapporti umani ed è chiaro che per Aprilia - alle prese con un vistoso gap rispetto agli altri marchi, ma anche consapevole di avere a disposizione una moto che promette tantissimo in termini di performance con il giusto sviluppo - il tempo di attesa comincia ad essere troppo, soprattutto in funzione di sponsorizzazioni e investimenti futuri. Il piano B per Andrea Dovizioso potrebbe invece averlo indicato Max Biaggi, che in una recente intervista ha ribadito l’importanza di riuscire a portare il forlivese a Noale, se non come pilota ufficiale, almeno come collaudatore. Una proposta, quest’ultima, che però risulterebbe sicuramente meno allettante di quella, più o meno analoga, fatta da Honda e che negli ultimi giorni ha coinvolto anche Marc Marquez. Sempre secondo la Gazzetta, infatti, l’otto volte campione del mondo, anche scontrandosi con il team manager Alberto Puig (che non è favorevole all’operazione) sta facendo di tutto per convincere il Dovi a valutare l’ipotesi di un posto da collaudatore al suo fianco.