“Sono emozionato di tornare sulla Yamaha M1 perché sono passati nove mesi, quasi un anno, senza guidare e non sono mai stato così a lungo senza una moto, quindi sarà sicuramente difficile adattarsi di nuovo a queste velocità” – Jorge Lorenzo aveva pronunciato queste parole alla vigilia dei test di Portimao. Il suo ritorno in sella è stato atteso tra gli addetti ai lavori e non solo perché Yamaha era l’unico marchio che non effettuava sessioni dedicate allo sviluppo da mesi, ma anche per capire se e quanto il cinque volte campione del mondo fosse competitivo. Il responso, almeno dopo i primi due giorni, è stato piuttosto impietoso per Lorenzo che addirittura nel day one di Portimao ha preso paga da Miguel Oliveira. Che c’è di strano, visto che Oliveira è un pilota in attività? Assolutamente nulla, se non fosse che il giovane pilota del team Tech3 era in sella ad una stradale di serie e non ad una MotoGP come Jorge Lorenzo. A questo si aggiunge il fatto che, sempre per quanto riguarda la prima giornata, Lorenzo ha girato quasi cinque secondi più lento delle Superbike.
Bisogna riconoscere, comunque, che il cinque volte campione del mondo aveva un lavoro specifico da portare avanti e che, magari, non s’è trovato nelle condizioni di poter spingere come avrebbe voluto. E bisogna riconoscere anche che tanti mesi di inattività non sono uno scherzo per nessuno, soprattutto da un punto di vista prettamente fisico quando ci si ritrova a dover domare su un circuito impegnativo come Portimao la bellezza di oltre 250 cavalli imbizzarriti. “È un circuito molto particolare – ha detto il maiorchino, perfettamente calato nei suoi nuovi panni di collaudatore – sarà importante studiare le soluzioni migliori per i piloti ufficiali perché il disegno di questa pista e i tanti saliscendi che ci sono potrebbero richiedere settaggi molto diversi da quelli soliti. Mi dispiace solo non aver potuto lavorare con la moto 2020”. Un rammarico, quello di Lorenzo, senza alcuna vena polemica, visto che la scelta di effettuare i test con la M1 del 2019 è dipesa da problemi di natura organizzativa di Yamaha. Tornando ai test, le cose per il cinque volte campione del mondo sono migliorate nella seconda metà della prima giornata, con il gap che si è quasi dimezzato dagli altri in pista. Senza avere riferimenti, però, nei confronti di Valentino Rossi, visto che il campione di Tavullia è stato tra i piloti (la maggioranza, per la verità) che hanno scelto di non installare il transponder per il rilevamento dei tempi sulla loro moto di serie.
Moto di serie che invece oggi non si sono viste in pista, dato che i piloti sono partiti tutti alla volta di Le Mans per il Pre-GP del giovedì. Tracciato di Portimao, quindi, occupato solo dai collaudatori al lavoro per individuare i migliori settaggi da proporre a tecnici e piloti ufficiali in vista del prossimo 22 novembre, quando la MotoGP chiuderà proprio in terra portoghese questo stranissimo mondiale 2020. Per Jorge Lorenzo anche oggi i tempi non sono stati entusiasmanti e l’ultimo rilevamento lo ha visto chiudere in ultima posizione dietro a Michele Pirro, Lorenzo Savadori e Dani Pedrosa. Quest’ultimo gli ha rifilato circa un secondo di distacco, ma tutto sommato non è sembrato un gap eccessivo. Certo, da uno che fino a poche settimane fa si diceva convinto di essere ancora in grado di conquistare un mondiale ci si aspettava forse di più, ma è vero anche che un minimo di ruggine è più che comprensibile dopo tanti mesi di inattività. Competitivo o meno, comunque, Jorge Loreno sembra entusiasta del ruolo di collaudatore e sembra proprio che la posizione defilata non gli dispiaccia affatto. Anche perché, come dice lui stesso, gli consente di vedere le cose con maggiore lucidità, tanto da azzardare anche un pronostico sul finale di questa stagione: “È un campionato molto difficile, molto equilibrato – ha detto - Ora sembra che i più forti saranno Fabio Quartararo e Joan Mir. È interessante visto che mancano pochi appuntamenti alla fine e mi sto divertendo molto a guardare le gare in TV”.