Andrea Dovizioso non è arrivato nella squadra satellite della Yamaha solo perché lo sponsor italiano, WithU’, aveva chiesto espressamente di mettere il forlivese in sella alla M1. A sostenerlo è il noto giornalista spagnolo Manuel Pecino in una chiacchierata con Chicho Lorenzo, il babbo del cinque volte campione del mondo Jorge. Secondo Pecino, che prova a lanciare la provocazione, se Andrea Dovizioso è in Yamaha è perché a volerlo è stato prima di tutto Fabio Quartararo, che vede in lui non un avversario da temere, ma un alleato per poter sviluppare la moto secondo le sue indicazioni.
“E’ chiaro che, per Quartararo, Dovizioso non è un rivale – afferma Pecino - Sta cercando qualcuno che abbia un complice. Perché, alla fine, quello che è chiaro è che la Yamaha ha ingaggiato Dovizioso per aiutare nello sviluppo della moto. Tanto che ieri mi è stato detto che la Yamaha stava mettendo nuove persone nel team di ingegneri per lavorare direttamente con Andrea, il che significa che Andrea, penso che per Andrea, se finisce una gara tra i primi 5, è come vincere un Gran Premio. È così che la vedo io. Quindi il suo compito non sarà quello di lottare per vincere, per questo hanno già Quartararo e, speriamo, Morbidelli, ma il suo lavoro sarà diverso. Mi è stato anche detto che, logicamente, la Yamaha ha lavorato sodo per ridurre la differenza di velocità massima rispetto a Honda e Ducati, ma nessuno dovrebbe aspettarsi troppo, perché non è mai stato così nella storia. Quello che possono fare è perdere il meno possibile e sembra che gli ingegneri della Yamaha ci stiano lavorando”.
Andrea Dovizioso, quindi, scudiero di Fabio Quartararo, con Chicho Lorenzo che, però, sembra essere di un avviso diverso. Perché per il padre del cinque volte campione del mondo, il francese è solo in Yamaha e di alleato vero può averne uno solo: se stesso. “Un pilota che deve vincere non può cercare alleanze o sodalizi, ma può solo lavorare e dare il meglio, da solo, per raggiungere l’obiettivo – ha affermato Chicho Lorenzo – Pensare di poter contare su un altro pilota è sempre sbagliato, perché poi le cose non vanno mai come si crede. L’esempio lo abbiamo avuto dalla Ducati quest’anno: la gara in cui Miller ha provato ad aiutare Pecco Bagnaia. È andato a terra, perché era in qualcos'altro, non era in gara ma faceva gioco di squadra,e alla fine è caduto pure Bagnaia. Quindi nella gara in cui la cosa più importante era arrivare primo e secondo, un lavoro di squadra ben organizzato alla fine è stata un completo fallimento. Come nella maggior parte dei casi da molti anni in cui ho seguito le corse”.