Andrea Dovizioso in questa stagione 2022 dove è solo lo spettatore privilegiato della lotta per il titolo ha comunque esperienza da vendere per analizzare la situazione.
In merito agli avversari, il pilota 36enne ha infatti le idee chiare: “Sono mentalmente più pronti quando arrivano al primo anno del Motomondiale, in Moto3 come il primo in MotoGP. Erano meglio preparati. Adesso quando arriva un pilota ha in testa da 6 anni che doveva arrivare qui, ha già partecipato a tutti i campionati minori”.
E aggiunge: "Inoltre, il modo in cui le moto devono essere guidate oggi è diverso: ci sono molti aiuti in termini di abbassamento, parafanghi, elettronica che stabilizzano tutto e se non tutto neanche facile, si commettono meno errori e il pilota può essere più aggressivo e veloce. In precedenza, richiedeva più lavoro. Parliamo di un mondo che si è evoluto".
Detto questo, a inSella.it ha detto cosa pensa dell'attuale corsa al titolo, guidata dal collega Fabio Quartararo. “Il campionato è totalmente aperto. Ma vedendo un Fabio Quartararo così, ce l'ha in mano. Ora deve essere bravo a gestire. Mi aspetto che ce la faccia, ma ha avversari molto forti: ci sono più piloti Ducati che possono vincere le gare e Aleix Espargarò con l'Aprilia è costante in tutti i Gran Premi. Con questa competitività è facile recuperare punti”.
Poi ha aggiunto questo elemento: "E poi Fabio ha il tallone d'Achille dell'acqua, aspetto fondamentale da ricordare perché la Yamaha in queste condizioni non è così competitiva. In Indonesia è andata bene perché c'era un grip anomalo, ma in fondo ha più difficoltà e questo è un aspetto che può influire sul campionato.
Andrea Dovizioso ha concluso il suo commento non su quello che farà una volta che avrà lasciato la MotoGP, ma su quello che non farà: la Dakar: “Ho una mentalità da corsa, di pista. Se penso di essere in mezzo al deserto, vado nel panico, non mi sento libero".