Sfortuna, ancora tanta sfortuna per Charles Leclerc. Che fa tutto ciò che può, che vuole vincere come ogni domenica, come ogni volta in cui sale su una Ferrari, gioia e disperazione della sua carriera. Che spinge come un leone e si ritrova davanti, a gestire una gara infernale, piena di colpi di scena dall'inizio alla fine. E infatti le sorprese non sono finite, proprio quando le cose sembrano aver trovato un equilibrio: Esteban Ocon parcheggia la sua Alpine in un punto della pista in cui, rimuoverla senza pericoli, risulta impossibile.
Safety car, tutti dentro a cambiare le gomme. Tutti, alle sue spalle, tranne Charles. Il monegasco si ritrova così a stringere i denti, alla ripartenza, con un treno di hard usate contro un branco di squali con soft nuove. Ci prova, come sempre. Si difende da Carlos Sainz, da Sergio Perez, da Lewis Hamilton. Contro Hamilton tenta il contro sorpasso dove nessuno pensa sia possibile farlo e di esterno alla Copse sorride: c'è, Charles Leclerc. C'è anche quando le cose vanno male.
Ma poi deve cedere. A volte semplicemente non si può fare niente. Chiude al quarto posto recuperando punti importanti su un Max Verstappen solo settimo, insipido e trascurabile in una gara - per lui - segnata da una macchina inguidabile che chissà come è riuscito a portare a casa. Punti importanti che sarebbero però potuti essere di più.
Charles è arrabbiato, ma manda giù. Nelle interviste post gara vorrebbe urlare, glielo di legge negli occhi, ma sospira: "Non voglio che quello che mi è successo tolga l'attenzione a Carlos. E' il suo giorno". Ci prova a essere felice per lui, a non pensare ai punti, al mondiale, a una giornata andata di nuovo storta. Ci prova ma quando Mattia Binotto lo incrocia nel parco chiuso lo ferma per parlare e gli punta un dito contro. L'immagine fa in un attimo il giro del mondo e Binotto è costretto a spiegare: "Gli ho detto: calma".
Calma? A un pilota di Formula 1 deluso, ancora una volta, a un pilota che non trova spiegazioni. Calma quando, a favore di telecamere, Binotto dice che "non c'è niente di cui parlare" perché le motivazioni della squadra sono chiare, semplice. Calma quando, in mezzo a top team che prendono decisioni per il bene del mondiale. la Ferrari è l'unica a non dare ordini di scuderia. Che anche di fronte a un Leclerc che continua a perdere tempo, nella prima fase della gara alle spalle di Sainz, preferisce aspettare, suggerire allo spagnolo di accelerare, monitorare la situazione.
Calma quando il muretto via team radio, davanti alle domande più difficili, spesso non risponde. Ma la calma, con il dito puntato, la si chiede a Charles Leclerc. Che sta buono e dice di "non essere nessuno per pretendere spiegazioni" ma butta giù un altro bicchiere di delusione. Che non vuole rovinare la festa a Carlos Sainz nel giorno del suo primo successo in rosso, il suo primo gradino più alto del podio in Formula 1, ma che è così deluso da non poterlo nascondere.