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Andrea Dovizioso: “La mia è una storia tutta da scrivere. Valentino? È cambiato, non si arrabbia più"

  • di Redazione MOW Redazione MOW

22 settembre 2021

Andrea Dovizioso: “La mia è una storia tutta da scrivere. Valentino? È cambiato, non si arrabbia più"
Andrea Dovizioso racconta il rientro in MotoGP dopo un anno speso tra motocross e test con Aprilia. Correrà da outsider (“I miei avversari non mi temono, ma non vivo per quello che pensa la gente”) e vede il 2021 “come un test”, mentre su Valentino Rossi, con cui divide il box Petronas…

di Redazione MOW Redazione MOW

Andrea Dovizioso è tornato in MotoGP dopo un addio troppo frettoloso per essere vero. Il Dovi ha corso nel motocross, si è avvicinato all’Aprilia e alla fine ha scelto Yamaha. Con un po’ di fortuna ma non senza rischiare, mettendosi in gioco su di una moto che non conosce a 35 anni e in un team satellite. Se è vero che il debutto a Misano non è stato dei migliori, è altrettanto vero che Dovizioso non è tornato per arrivare 21°. In un’intervista alla Gazzetta dello Sport, Andrea racconta obiettivi e idee per il futuro, dalle sensazioni al rientro in pista al rapporto con Valentino Rossi."Mi immaginavo di non riuscire a fare risultato, ma la vera paura era di non ritrovare il ritmo - esordisce Andrea, ultimo al traguardo nel GP di San Marino - Invece negli ultimi 11 giri non sono andato male. Nel weekend erano due gli aspetti fondamentali: lavorare sulla posizione, e con soli 45’ a ogni turno puoi fare praticamente nulla, e girare con gli altri, che per me è stato uno choc enorme. Ma al secondo giorno mi son trovato subito meglio. È incredibile come testa e corpo riescano ad adattarsi. A me è bastata una notte”.

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Un post condiviso da Andrea Dovizioso (@andreadovizioso)

Il lavoro con Aprilia e l’impegno nel motocross, spiega Dovizioso, non bastano a farsi trovare pronti: "La velocità è un altro punto: nei test non ho mai avuto termini di paragoni coi piloti, solo coi collaudatori. Da metà dicembre a metà luglio ho fatto motocross per 150 ore, quando nelle ultime stagioni in un anno intero non ho mai superato le 70".

Gli avversari, invece, ”Secondo me non mi temono, ma mi è indifferente. Non vivo per quel che pensa la gente, ma per quello che credo io, e io  sono qui per giocarmela. Se ho accettato questa sfida non è stato per trovare un posto per trascorrere la vecchiaia alla Yamaha. È più un rischio che un vantaggio per me, ma voglio provarci".

Dopo tanti anni in Ducati, Andrea Dovizioso si trova a guidare una moto diametralmente opposta: velocissima in percorrenza di curva, sofferente in termini di cavalleria: “In Ducati ho sempre commentato il nostro limite, non ho mai detto che non si poteva vincere. Rispetto a Yamaha è una moto opposta. Sulla carta, la M1 non è la moto giusta per il mio stile, ma l’adattamento dipende da me".

Quando gli viene chiesto se la Desmosedici è molto cambiata, Dovizioso preferisce non sbilanciarsi: “Da fuori non puoi sapere la differenza da un anno all’altro, però vedi i risultati. Ma quantificare se sono i piloti a essere migliorati, o la moto, è impossibile. Però in tanti vanno forte, quindi c’è sicuramente stato uno step”.

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Non può mancare, a questo punto, una domanda su Pecco Bagnaia, l’erede designato da Gigi Dall’Igna per riportare il titolo a Borgo Panigale: "L’anno scorso a Jerez e nelle due Misano aveva mostrato un gran potenziale. In altre gare no. Era questione di prepararsi. Usa la testa, è uno tosto. È stato molto bravo".

Su Quartararo, invece, non ha dubbi: "Quando va forte solo una moto, vuol dire che il pilota fa qualcosa di speciale. Ha fatto male quando gli si è bloccato l’avambraccio, si è aperta la tuta e perché ad Aragon ha avuto problemi. Nelle altre gare si è giocato il podio. Domenica ha fatto paura. Pecco è stato il più bravo perché ha fatto le cose giuste per vincere, ma non era il più veloce. Fabio ne aveva di più e recuperare 2”5 a Pecco in 13 giri è tanta roba. È velocità pura".

Il 2021, ad ogni modo, sarà una lunga preparazione in vista del prossimo anno: ”La prendo come fossero dei test, Serviranno ad adattarmi alla moto. Chi me lo ha fatto fare a tornare? In una parola è impossibile. La passione e la voglia. Chiudere come avevo fatto nel 2020 non mi piaceva. Se non fosse arrivata questa possibilità, non avrei più corso e mi sarebbe andata bene uscire così, senza conferenze, addii... Non mi era piaciuto come era finita. Sono consapevole che i risultati potrebbero non arrivare, ma è una storia ancora tutta da scrivere".

L’ultima battuta, sul box condiviso con Valentino Rossi: "Mi fa strapiacere, anche se vedi che non è più arrabbiato quando non arrivavano i risultati. È un Vale un po’ diverso da quello che abbiamo conosciuto".

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