Per ora vuole occuparsi della nuova avventura in cui si è lanciato: lo 04Park di Monte Coralli. E oltre a questo non gli interessa nulla. Però Andrea Dovizioso non nasconde che la MotoGP lo corteggia ancora, anche se per un ruolo diversi da quello che è sempre stato il suo. Sono in molti, infatti, a sostenere che proprio il forlivese sarebbe l’uomo perfetto per dare finalmente vita a quel sindacato piloti di cui tanto si parla da tempo e che nessuno ha ancora mai voluto avviare.
“Penso di essere una persona che può ricoprire ruoli diversi – ha detto nella lunga intervista pubblicata da Motosan - Però, in questo momento, da poco ritirato, sento il bisogno di staccarmi un po' dal motomondiale. Sono stato nel paddock per più di metà della mia vita e ora vorrei dedicarmi anche alle altre mie passioni. Ma mai dire mai. Potrebbero presentarsi alcune interessanti opportunità. Ho già ricevuto alcune offerte importanti, ma non era il momento giusto per accettarle. Sicuramente c'è una porta aperta. Vedremo cosa succederà in futuro”.
Insomma, il Dovi potrebbe anche tornare e magari mettersi a capo di una associazione che tuteli un po’ di più i piloti e che consenta loro di sedersi con una voce unica al tavolo delle decisioni insieme a Dorna e agli altri soggetti del motomondiale. Quel momento, però, non è ancora arrivato. “I piloti vorrebbero proteggersi un po' di più – ha ammesso Dovizioso - Creare un comitato dei riders può avere senso, ma guidarlo è un ruolo un po' complicato. Sinceramente, nonostante mi sia stato chiesto, non sono mai sceso molto nel dettaglio perché preferisco restare fuori da questo aspetto”.
Il Dovi, piuttosto, preferisce ripercorrere la sua carriera. Ricordando le gioie più grandi e chiedendosi pure se è stato fortunato o sfortunato a ritrovarsi nel mondiale in anni in cui c’erano talenti purissimi. “E’ difficile per me dire chi sia stato l'avversario più difficile da affrontare – ha concluso - Direi che dipende dai momenti. Fortunatamente o sfortunatamente mi sono ritrovato in un periodo della MotoGP in cui i piloti con cui condividevo la pista erano piloti di grandissimo talento. Da Marco Simoncelli in poi è stata dura con tutti. Con il Sic avevo già iniziato a gareggiare sulle minimoto e con cui ho condiviso lo stesso percorso, nelle diverse categorie. Un altro grande rivale è stato Jorge Lorenzo. Abbiamo sempre fatto i grandi salti, da una categoria all'altra, nello stesso anno. Quindi lui c'era sempre e ha vinto davvero tanto. Ma poi come non citare Dani Pedrosa, Marc Márquez, Valentino Rossi e tanti altri. È davvero difficile dire chi sia stato il mio avversario più duro. Diciamo che ho lottato per il campionato MotoGP con Marc, quindi direi che è stato lui l'avversario più duro per me, perché era un rivale forte, sotto tutti i punti di vista: mentalmente, fisicamente, per talento, atteggiamento e in tutti gli altri aspetti che completano un profilo come il tuo".