C’è anche Andrea Dovizioso ad Aragon e, inutile dirlo, è stato la star di giornata al MotorLand, con gli obiettivi dei fotografi che gli hanno fatto “la caccia” per tutto il giorno dopo averlo avvistato nel box del Team Petronas, la squadra che gli ha dato, insieme a Yamaha, l’opportunità di tornare in MotoGP. “Quanto sono felice di tornare da uno a dieci? Dieci” – ha detto ai microfoni di Sky in un fugacissimo tentativo di intervista. Il forlivese, come è noto, non sarà della partita in questo fine settimana e dovrà aspettare il week end di Misano per salire in sella alla M1 che fino ad Assen era stata di Franco Morbidelli. Una M1 che ormai ha qualche anno sulle spalle e che difficilmente potrà tenere il passo delle altre moto, anche con Andrea Dovizioso in sella. Lui ne è perfettamente consapevole, ma voleva riprovarci con una Yamaha e fare i conti con una moto non competitiva è qualcosa che, al momento, non rappresenta un gran problema. Lo ha spiegato in una intervista rilasciata a motorsport.com anche il suo manager, Simone Battistella.
“Queste gare che restano nel 2021 saranno una sorta di test per Andrea – ha detto il manager - Non è salito sulla moto e non conosce la squadra e nemmeno le gomme. Affronterà piloti molto agguerriti, quindi quello che resterà da qui alla fine della stagione sarà solo una lunga preparazione in vista del 2022”. Nessuna ambizione particolare, quindi, se non quella di prendere le misure con la squadra, motivo per cui ha scelto di esserci già da Aragon anche se “in abiti civili”, e con le caratteristiche principali della M1. Dopo una vita passata in sella alla Ducati Desmosedici, che è diversa in tutto: più spigolosa, ma anche più potente, meno agile ma più evoluta.
Una sfida, quindi, raccolta a 34 anni, dopo più di metà stagione alla finestra, passata tra le gare di cross e la famiglia, ritrovando anche ritmi più umani e senza le pressioni del paddock. Con qualche treno che nel frattempo è passato, ma che Andrea Dovizioso ha voluto farsi sfilare davanti, nella convinzione che si sarebbe rimesso in gioco solo con una Yamaha. Poi le stelle si sono allineate: Vinales e la casa di Iwata si sono salutati, Franco Morbidelli è stato promosso nel team ufficiale e il posto in Petronas, a fianco a Valentino Rossi, è rimasto libero. Il resto lo ha fatto Battistella, concludendo velocemente la trattativa sedendosi direttamente al tavolo di Yamaha. E strappando una promessa.
“L’anno prossimo Andrea avrà una moto uguale a quella degli ufficiali” – ha spiegato il manager del forlivese. E avrà l’esperienza necessaria per provare a mettere nel sacco qualche risultato significativo e, magari, sognare anche in grande, consapevole che, con l’addio di Valentino Rossi, sarà quello con più gran premi alle spalle di tutto il motomondiale. L’ingaggio? Circa due milioni di Euro, ma non rappresenta certo il motivo del ritorno: ““E' chiaro che Andrea non torna a correre per soldi – ha concluso Battistella - ma perché il progetto e la moto gli sembrano allettanti e crede di poter essere competitivo. La pausa che si è presa gli ha permesso di ricaricare le batterie"