Andrea Dovizioso non partiva coi favori del pronostico, ma nemmeno per vedere la MotoGP dal fondo della classifica dal primo turno di prova all’ultimo giro della gara. Poi però le cose sono andate nel peggiore dei modi: dopo un 2021 di apprendistato con moto e squadra, il 2022 doveva essere l’anno della rinascita, del vecchio leone che ha ancora qualcosa da dire ai ragazzini. Magari non per il titolo, non per la vittoria, ma un podio nelle giornate buone, specialmente in una MotoGP in cui ci sono almeno 10 piloti in grado di vincere una gara, era lecito aspettarselo. Il Team RNF è forse il meno competitivo dello schieramento e la Yamaha M1 non è certo la moto che vogliono i piloti, ma Andrea fatica anche ad arrivare davanti al compagno di squadra. E non c’entra il talento, quello a Dovizioso non manca. Probabilmente è l’abitudine a una moto radicalmente diversa rispetto a quella che guida oggi che non gli permette di dare il meglio. Dopo due ritiri e un 14° posto come miglior risultato in Qatar però, il morale di Andrea (15° ad Austin) era comprensibilmente sottoterra: “Mi aspettavo qualcosa in più - ha dichiarato a fine gara - Sinceramente sono molto deluso. Le mie sensazioni non migliorano mentre cerco di colmare il divario e non posso esserne felice. Ho cercato di essere coerente, ma quando non guidi rilassato consumi più energia, così mi sono trovato senza abbastanza forza per il finale di gara”.
Il peggio, ha spiegato, è nel non vedere margini di miglioramento: “Stavo lottando con Marini, Oliveira e Morbidelli, ma non eravamo veloci e non è una bella sensazione. Alla fine abbiamo ottenuto un punto, ma i 29 secondi sono un problema con cui dobbiamo fare i conti. Il divario con i primi è grande. Non sono felice, ma non mi sentivo più veloce”. Non che le altre Yamaha se la passino meglio: Fabio Quartararo sta salvando il salvabile e al momento cerca un’altra sistemazione, ma i piloti soffrono. Andrea però non ha più niente da dimostrare e viagga tra i circuiti del mondiale con 36 anni d'esperienza, il che gli vale il titolo di pilota più 'anziano' in griglia. Il ritiro a fine stagione, tutto sommato, è sempre più vicino. E, forse, non aspetterà nemmeno fino a novembre.