Il sabato di Misano di Andrea Iannone comincia con la presentazione del suo casco speciale, che sta già facendo il giro del web. La saracinesca del Team Go Eleven si alza e The Maniac mostra al pubblico romagnolo un casco con il simbolo della pace al centro, i colori dell'arcobaleno sullo sfondo e una frase di Albert Einstein sul retro: "Only one race, human race". Andrea, con Starline, ha deciso di spogliare tutti i significati della parola race, che in inglese è gara ma soprattutto razza. Mentre il paddock di Misano delle derivate di serie applaude una delle creazioni più riuscite della carriera del numero 29, Andrea pubblica un video su Instagram in cui spiega nel dettaglio le origini dell'idea e la successiva realizzazione: "Misano per me è casa e volevo celebrare questa gara con un casco speciale. Ho pensato un po' a cosa fare, magari qualcosa di fantasioso o divertente. Poi però mi sono detto che un'occasione come quella di una gara importante, seguita da tante persone, non potevo ridurla a qualcosa di leggero, di divertente e basta. Per questo, anche se è solo un gesto simbolico, ho scritto una frase sul casco che possa farci riflettere anche solo per un secondo. L'attualità che ci circonda, le immagini che ci arrivano tutti i giorni non vanno dimenticate. Il mio messaggio non cambierà le sorti di quanto sta accadendo, ma è il mio contributo, il mio pensiero, il mio augurio per il futuro. L'uguaglianza è un valore in cui credo fortemente e volevo ricordarlo qui".
Poi The Maniac si getta a capofitto, in sella alla sua Panigale V4 gialla che sta diventando un'icona di questa SBK, nei minuti caldi della Superpole: una scivolata al Carro gli complica i programmi di giornata e lo costringe a scattare dalla settima casella, posizione dalla quale non si schioda per tutti i 20 giri della prima manche misanese, caratterizzata dal caldo, dall'elevato consumo gomme e dai distacchi marcati. in sala stampa, a caldo, Andrea non nasconde la delusione: "Siamo i primi degli indipendenti, ma ho bisogno di più, abbiamo bisogno di più. La realtà è che facciamo il meglio con quello che abbiamo. Con le alte temperature fatichiamo più degli altri ducatisti, non so per quale motivo. Oggi è stata la situazione peggiore, mi si chiudeva il davanti in molte curve, non avevo feeeling e in accelerazione mi mancava grip, anche a causa dell'elettronica che non lavorava nel modo giusto. Di sicuro ci manca qualcosa rispetto agli ufficiali, ma è normale, succede in tutti i campionati, Di sicuro voglio lottare per qualcosa in più, ma alle volte bisogna accettare ciò che non è possibile fare. È comunque tutta esperienza per domani, dove avremo due gare, cercheremo di cambiare qualcosa e di migliorare. In tutto ciò Ducati mi aiuta, crede in me e sono felice del supporto, penso di essere anche un po' speciale per loro, ma è normale faticare di più quando sei un privato. A volte vai sul podio, altre no, ma siamo più o meno sempre i primi degli indipendenti. Di sicuro voglio di più, ma non sempre è possibile, perché in alcuni tracciati la differenza con le moto factory è più grande. Con il pacchetto completo di quest'anno già di mio non sono al 100%, quando fa caldo e spuntano altri problemi tutto si complica. L'unica cosa che posso chiedere a Ducati è una moto ufficiale per l'anno prossimo, non posso chiedere di più per quest'anno e nemmeno mi aspetto di più. È un processo, si va step by step. Sono partito molto bene in Australia e le aspettative si sono alzate. Mi ritengo fortunato e sono felice di come sta andando. Non vedo moto private davanti a me, anzi vedo diverse moto factory dietro".
Al termine un sabato agonisticamente in salita, Andrea è già proiettato verso il futuro. Dopo la pesantissima squalifica di quattro anni per doping, al motociclismo è stato riconsegnato un Andrea Iannone che guarda sempre avanti - con gli occhi che attraverso la visiera puntano sempre all'uscita della curva - e che nel frattempo si guarda anche attorno, in maniera decisamente apprezzabile. Nell'intervista realizzata da Massimo Calandri e pubblicata oggi sulle pagine di Repubblica, questa tendenza emerge nettamente: "Sto bene - ammette Andrea - ma sarei curioso di cosa potrei fare di nuovo in MotoGP in sella a una Ducati Pramac. E se ti togli una curiosità, vivi meglio. Non penso di essere nei piani di Borgo Panigale, ma so che Paolo Campinoti (proprietario del team Pramac, ndr) sarebbe felice di riavermi. Vediamo se riesco a convincere Dall’Igna".
The Maniac ha le idee chiare: l'obiettivo è tornare in MotoGP tra qualche mese, in sella alla Desmosedici ufficiale del Team Pramac (sempre che Paolo Campinoti scelga di restare con Ducati e di non avvalersi dell'opzione Yamaha, in scadenza a fine luglio). Dovrebbe esserci posto, al momento, considerando le partenze di Bastianini, Martín e quella probabile di Marco Bezzecchi (per lui si parla di Aprilia). Non a caso, a proposito della gestione piloti da parte di Borgo Panigale, Iannone commenta: "Prima dovevano mettere d’accordo quattro campioni. Ora il problema è dimezzato”. Successivamente ad Andrea viene chiesto di guardarsi indietro, lui - schietto - accetta, ma solo per un istante: "Lasciare la Ducati per Suzuki a fine 2016? Un grande rimpianto. È successo, pazienza. Chi dice 'se tornassi indietro rifarei tutto come prima', della vita non ha capito nulla. La squalifica? Ancora rimugino, penso a quello che avrei potuto fare in questi anni. Ma poi guardo all’affetto e al sostegno che il pubblico continua a darmi, apro il gas e sono felice". Infine una battuta sulla relazione con Elodie, sul loro futuro insieme: "Lei è leggera, semplice. Allegra, solare. Famiglia, figli? Non rispondo, non mi fregate: altrimenti comincia un assurdo teatrino sui giornali. Non faccio più programmi a lungo termine, in passato mi è crollato tutto e mi ha fatto male due volte. Ma sicuramente, nel mio futuro c’è anche una famiglia”.