Andrea Iannone torna a parlare della sia squalifica ad Alessandro Di Giuseppe in un servizio andato in onda per Le Iene. L’ex pilota, condannato a quattro anni dal TAS di Losanna, era stato inizialmente punito dalla FIM con 24 mesi di squalifica (poi scesi a 18 per involontarietà), ma sia l’entourage di Andrea che la WADA hanno voluto fare ricorso. Da qui nuove analisi, nuovi sviluppi e la nuova sentenza, pari a 4 anni di squalifica. Nel servizio, in cui intervengono diversi personaggi chiave della vicenda, viene spiegato che Iannone è stato trovato positivo ad un nanogrammi di drostanolone, quantità estremamente ridotta per essere considerata d’aiuto. Senza contare che, nel motociclismo, un fisico gonfiato è più d’intralcio che d'aiuto. Va anche detto però che la WADA non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione a Le Iene, spiegando però che è stato spiegato tutto nel dossier di 33 pagine che viene analizzato qui.
Secondo Pascal Kintz, il tossicologo che ha seguito le analisi e svolto il test del capello (negativo e con validità semestrale) si tratta di una questione politica e non sportiva: "Ha pagato le conseguenze di una situazione politica molto discutibile -spiega a Di Giuseppe - I capelli erano totalmente negativi. Questa vicenda è arrivata davanti al TAS qualche giorno dopo che la WADA aveva già perso due cause per problemi di contaminazione alimentare. Se avesse perso una terza volta, avrebbe lasciato a tutti gli atleti la possibilità di puntare sulla contaminazione alimentare. La WADA ha una politica superata che non può più essere applicabile nella realtà. C'è una vera ingiustizia nello sport".
Ad intervenire poi è anche Massimo Rivola, AD di Aprilia Racing, che ha sempre sostenuto il suo pilota: "La prima frase che hanno detto gli avvocati della WADA al TAS è stata che se avessero confermato la sentenza di primo grado (i 18 mesi comminati dalla FIM) per la WADA sarebbe stato un disastro. Con la WADA non puoi dormire sereno neanche se sei innocente. Ma voglio andare oltre: se per caso fosse stato colpevole, il quantitativo di drostanolone trovato su di lui sarebbe minimo. Quando vedo che nel regolamento c'è scritto che cocaina, eroina e marijuana possono essere assunte per uso personale e ludico, perché la sanzione è di un mese con buona condotta... C'è qualcosa che non funziona nel sistema".
Lo stesso Iannone spiega di aver scoperto di essere stato trovato positivo al doping da un giornalista che voleva intervistarlo in merito: "Sono venuto a conoscenza di questa situazione in seguito ad una telefonata di un giornalista della Gazzetta dello Sport che voleva farmi un'intervista a riguardo. Ero convinto che fosse uno scherzo - ha spiegato Andrea - Ho corso per 15 anni, ho fatto migliaia di controlli anti-doping anche a sorpresa, o a casa. Gli ho semplicemente fatti e sono stato sempre negativo. Mi è stato fatto il controllo anti-doping il 3 novembre. Io come al solito ho fatto subito le analisi e poi sono tornato a fare il meeting con il mio team. Avevo capito subito che avremmo preso quattro anni. Avevo dimostrato che non c'erano sostanze nel mio corpo nei sei mesi precedenti e a loro non bastava”.
Poi racconta che il mondo delle corse, per il momento, è lontano: "Leggo i risultati, ma faccio fatica a guardare la MotoGP. Sono andato nel paddock due volte e non sono stato bene. Mi è venuta proprio la necessità di andare via. Vedremo cosa mi accadrà, ma bisogna uscirne. Mi hanno rubato tutto, mi hanno fatto un furto più grande della mia vita. Una roba veramente da vigliacchi". Ha concluso Iannone.