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Andrea Kimi Antonelli esclusivo: l'incontro con Valentino Rossi, la visita al Ranch e i consigli di papà Marco: "A volte è duro ma lo fa per me"

  • di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

  • Foto di Riccardo Compierchio

25 maggio 2023

Andrea Kimi Antonelli esclusivo: l'incontro con Valentino Rossi, la visita al Ranch e i consigli di papà Marco: "A volte è duro ma lo fa per me"
Sedici anni, una maturità fuori dal comune, la schiena dritta di chi sa che cosa vuole dal suo futuro: Andrea Kimi Antonelli, giovane gioiello del motorsport italiano, si racconta. Dal suo incontro con Valentino Rossi, alla recente visita al Ranch, passando per i consigli di un campione, il rapporto con il padre e l'esperienza nella nazionale piloti a Monaco. Ecco che cosa ci ha detto

Foto di Riccardo Compierchio

di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

Dagli spalti dello Stadio Luigi II di Monaco si alzano le voci dei tifosi di Formula 1 che, in occasione della tradizionale partita di beneficenza organizzata dal Principe Alberto nella settimana del Gran Premio di Montecarlo, chiedono ai piloti di avvicinarsi alle tribune per firmare cappellini, magliette, scattare selfie e regalare abbracci. Chiamano Charles Leclerc, eroe di casa, Carlos Sainz, Pierre Gasly. Quando Andrea Kimi Antonelli, giovane favoloso del motorsport italiano con i suoi sedici anni pieni di talento e speranza per il futuro dell'automobilismo in Italia, esce dal campo i tifosi lo circondano per chiedere autografi anche a lui. "Antonellì" si sente gridare, con un accento francese su un cognome tipicamente italiano, urlato da dei ragazzini - con ogni probabilità originari proprio di Montecarlo - intenti a sbracciarsi per attirare la sua attenzione. 

Kimi si ferma da tutti, chiacchiera e firma qualsiasi cosa gli mettano davanti. Sorride felice, entusiasta della partita appena conclusa con la nazionale piloti. Non è entrato da subito come titolare ma quando lo ha fatto, sostituendo Charles Leclerc, la fascia da capitano è passata a lui, in uno scambio di ruoli che ha fatto emozionare i tifosi del giovanissimo talento. Noi di MOW lo abbiamo intervistato proprio in occasione della settimana del Gran Premio di Monaco, dove Kimi ha vissuto per la prima volta l'esperienza di questa tradizionale partita, in un periodo che per lui rappresenta novità, avventure e soddisfazioni da molti punti di vista: dal weekend in GT con il team di papà Marco all'invito di Valentino Rossi al Ranch.  

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Com'è nato l'invito di Valentino per andare al Ranch? 
Tutto è partito da un gruppo che abbiamo creato per giocare al simulatore, in cui ci sono anche Valentino Rossi, alcuni ragazzi dell'Academy e un po' di suoi amici. Visto che quel sabato ero a Misano a fare la gara con il GT, dove c'era anche Valentino, e c'erano un paio di amici che conoscevo anche io, mi hanno chiesto di andare al Ranch con loro. Così alla fine mi hanno portato davvero. È stata una cosa un po' inaspettata ed è stato molto bello anche per quello, stare lì a respirante quell'ambiente, a vederli girare. Sono stato in mezzo alla pista e ho visto da vicino la facilità con cui sembrano riuscire a fare tutto su una moto, oltre al bellissimo ambiente che c'è e al clima di grande amicizia. 

Tu non hai girato con loro? 
No, no. Ho usato la moto solo un paio di volte nella mia vita e comunque sinceramente non mi sentirei molto sicuro a girare, sto bene sulle quattro ruote.

Con i vincoli sul contratto forse non potresti neanche andarci...
Diciamo che in generale è meglio evitare ma poi comunque anche i miei genitori non sarebbero molto d'accordo: hanno sempre preferito che corressi in auto perché vedono la moto come un mezzo meno sicuro. Per questo non sono praticamente mai andato sulle due ruote.

Tu sei giovanissimo e come tutti sei sicuramente cresciuto con il mito di Valentino Rossi. Che effetto ti ha fatto conoscerlo e passare del tempo con lui?
Lui è una leggenda, per me come per tutti. Però, conoscendolo, la cosa che impressiona davvero è la sua semplicità e la sua simpatia. Secondo me è proprio questa semplicità a renderlo così speciale: il suo modo di essere va oltre ai risultati sportivi, credo che questo negli anni gli abbia permesso di arrivare a così tanta gente, di avere così tanti tifosi anche fuori dalla MotoGP.  

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Vi siete dati qualche consiglio a vicenda?
Con me Vale è sempre stato super gentile e disponibile. Mi ha detto di continuare a lavorare sodo, che mi segue e vede che sto andando bene in questi anni. Mi ha detto di continuare a crederci, di lavorare con costanza e di non mollare perché i risultati continueranno ad arrivare. Io però non gli ho dato nessun consiglio, lui è Valentino Rossi. Ci mancherebbe altro... 

Però magari qualche consiglio sulle quattro ruote potrebbe chiedertelo in futuro...
Magari sì, però per me un questo momento è importante riceverli, i consigli. E riceverli da Valentino è stato bellissimo.

Il weekend del GT a Misano, che per voi è stata l'occasione per conoscervi meglio, è stato un momento molto emozionante per te perché hai corso con l'Antonelli Motorsport, il team di tuo padre Marco. Com'è il vostro rapporto? 
Io con mio padre ho un bellissimo rapporto, è grazie a lui se oggi posso dire di essere dove sono. Nella mia carriera mi ha sempre supportato, mi dà tanti consigli per migliorarmi continuamente - venendo anche lui dal mondo del motorsport - e mi ha incoraggiato come nessun altro. A volte è duro con me ma lo capisco: sa che ho delle potenzialità, sa quanto questo ambiente sia selettivo e competitivo, e sa che posso migliorare e crescere.

E tua mamma?
Anche lei è sempre in pista con me, ma si vede meno rispetto a mio papà visto che le gare preferisce guardarle dal live timing perché è sempre molto agitata, però anche lei è sempre presente.

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Com'è stato correre con il team di casa a Misano?
Molto bello, mi sono sentito in famiglia. Papà mi seguiva direttamente quindi ho davvero lavorato con lui sotto ogni punto di vista: ci scambiavamo opinioni sulla macchina, lui mi dava consigli su come guidare nel GT perché ho fatto pochi test ed è molto diverso dalla Formula. Poi abbiamo fatto un gran bel weekend in termini di risultati, il che ha reso tutto ancora più positivo!

Martedì a Monaco hai preso parte per la prima volta alla tradizionale partita di beneficenza della nazionale piloti. Com'è andata?
È stata una bellissima esperienza, spero di tornare anche il prossimo anno! Devo ammettere che all'inizio è stato un po' complicato perché non sono proprio un calciatore (ride, ndr) e appena entrato in campo ero proprio perso, non capivo bene cosa dovevo fare. Poi però per fortuna c'era il mister a bordo campo che mi ha dato delle linee guida e da lì quando ho preso il ritmo mi sono divertito tanto. 

Hai anche ricevuto la fascia da capitano direttamente da Leclerc. Com'è stato?
Bello davvero, un gran bel momento! Sono entrato in campo proprio per sostituire Charles e quindi la fascia da capitano me l'ha messa direttamente lui al braccio.

Sei a Monaco quindi l'ultima domanda è d'obbligo: ti vedremo nel box Mercedes questo weekend?
No, purtroppo no. A Monaco è sempre molto difficile trovare i pass e non siamo riusciti a trovare un pass per me. Me la guarderò da casa la gara, ma va bene così, è già stato bello partecipare alla partita e vivere quest'esperienza.

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