Piccolo fisicamente, con la faccia da matto buono, battuta sempre pronta, sorriso eternamente stampato e modi da patacca. Un po’ romagnolo, un po’ marchigiano: insomma, di Saludecio, terra di confine. Pochi passi, da fare anche a piedi, e sei nelle Marche, a Tavullia per la precisione. Lui, però, li ha fatti fin da piccolissimo con uno scooter, tenuto quasi sempre su una ruota sola. Poi ha iniziato a vincere con le minimoto e per lui è stato quasi naturale ritrovarsi in quello che ormai è il nido dei piloti italiani: l’Academy. Da lì al mondiale il passo è stato breve, con tanto di porte spalancate per il VR46 Sky Racing Team e un primato irraggiungibile per glia altri: quello di preferito di tutti. Anche quando l’assenza di risultati ha iniziato a diventare una costante per lui, sempre più alle prese con stagioni difficili e campionati chiusi con pochi punti in tasca.
I suoi amici a volte lo prendono in giro: “Te non fai il mondiale per vincere, te lo fai perché ti piace guardare da vicinissimo quelli che vincono”. Lui si offende? Manco per sogno! Perché è scanzonato di natura. Ed è pure un buono. Oltre, come già detto, ad essere un patacca, come si dice in Romagna. Tanto da rischiare di grippare il motore della Yamaha M1 di Franco Morbidelli solo per festeggiare la vittoria sull’asfalto del MotorLand di Aragon.
E' per questo che lo voglio a capo del mondo, perché il Mig di Saludecio è Genuino. Scritto con la maiuscola. Basta rivedersi il video di oggi, quando si è fiondato a bordo pista per celebrare la vittoria del compagno dell'Academy e grande amico, Franco Morbidelli. In quel momento, Mig ha fatto ciò che avremmo fatto tutti noi se fossimo stati al suo posto: dopo aver letteralmente stritolato Franco con i suoi abbracci (come se 23 giri di gara non fossero bastati) ha impugnato la manopola del gas della M1 del Morbido ed ha cominciato a sgasare come se non ci fosse un domani. Con tanto di inevitabile fuorigiri. Tanto che Franco Morbidelli, ai microfoni di SKY e con un gran sorriso stampato in faccia, ha dovuto lanciare un accorato appello pubblico ad Andrea Migno: "Mig, te lo dico in diretta televisiva: ho pochi motori, non puoi fare tutte le volte così. Te lo dico in diretta TV perché tanto se te lo dico dal vivo, tu non mi darai mai retta!". Praticamente Andrea Migno è uno con cui non riesci a incazzarti nemmeno quando rischia di sabotarti la possibilità di vincere un mondiale. Uno, insomma, che appena lo vedi ti viene voglia di abbracciarlo. E in tempi in cui gli abbracci sono quasi un reato, di ragazzi così ce ne vorrebbe per legge uno a ogni angolo.
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