Andrea Perfetti è caporedattore di Moto.it, testata che con MOW condivide l’editore, alcuni spazi del bell'ufficio in Via Melzo a Milano e tante cene, eventi, traguardi. Andrea ha una gran manetta, è uno che con la moto ci viaggia forte davvero, che poi è il motivo per cui, se vuoi sapere come va una maxienduro, è una sua prova su YouTube che vai a vedere. Quest’anno si è iscritto alla Africa Eco Race, gara che riprende le rotte della storica Parigi - Dakar e che viene sempre più seguita da Case e appassionati. Era la sua roba, tant’è che senza spingere più di tanto gravitava attorno alla 12° posizione - cosa inaspettata anche per lui, che aveva preventivato di stare a metà classifica - quando la sua gara, anzi quella di tutti, è stata interrotta dal più spaventoso, grottesco e brutale degli incidenti.
Andrea è al chilometro 241, sta effettuando il rifornimento previsto dall’organizzazione, tanto che è stato posizionato un camion esclusivamente per il carburante. È in quel momento che Jean-Louis Schlesser, organizzatore del rally, inizia le manovre di decollo con il suo aereo (probabilmente un piccolo Cessna) quando un colpo d’aria lo sposta, spingendolo contro il camion e portando la coda a sbattere con violenza contro Andrea all'altezza del torace, provocando al contempo una brutta contusione a un pilota francese. Quindi sì, Andrea ha avuto un incidente durante una delle gare più pericolose della storia e l’ha avuto da fermo, mentre faceva benzina, quando un aereo gli è venuto addosso. Nei primi minuti si è temuto il peggio.
Pare che l’impatto gli abbia provocato un breve arresto cardiaco, un versamento al ventricolo e dei piccoli ematomi, anche se fortunatamente sul posto era presente un’equipe medica che l’ha immediatamente soccorso, caricandolo su di un’eliambulanza - o quanto di simile possa esserci nel deserto della Mauritania - per portarlo a Nouakchot, dove c’è un ospedale militare.
Queste notizie arrivavano nel primo pomeriggio di martedì 7 gennaio. Per i colleghi, gli amici e chi segue la corsa la situazione appare da subito gravissima. Si parlava di un aereo cadutogli addosso, di un intervento pressoché inutile, di un uomo in lotta tra la vita e la morte. L’organizzatore decide di fermare la corsa e quando succede - specialmente in un rally raid - significa che le cose sono andate ben oltre il controllo.
Si scoprirà più tardi che questa, in parte, è stata una scelta presa anche per via dei mezzi impiegati per soccorrere Andrea, che quindi non avrebbero potuto prestare assistenza ad altri concorrenti. Oltre al fatto che Schlesser, il pilota dell'aereo, si trovava completamente sotto shock per l'incidente. È nelle ore successive che arriva un comunicato stampa asciutto e tragico, dapprima in inglese e poi in un italiano non troppo preciso. La sensazione è che sia stato scritto di fretta, con altro in mente. Come, per esempio, quale fosse il modo giusto di gestire la cosa.
Qui cominciamo a chiedere informazioni. I piloti Aprilia non hanno visto niente. Alessandro Botturi nemmeno. Sul campo di gara però c’è Guido Sassi, lì a seguire la corsa per Sky Sport. In Italia, dalla redazione di Moto.it, la comunicazione con la Mauritania è affidata a Pietro Batini, grande conoscitore dei rally africani nonché delle dinamiche proprie a queste competizioni, con procedure comprensibili soprattutto grazie all’esperienza. Batini però non riesce ad ottenere subito informazioni, deve insistere. Intanto, in Italia, si teme il peggio. A questo punto, verso sera, arrivano le prime rassicurazioni: Andrea è vivo. Non ha fratture gravi. Non ha emorragie importanti. È però sotto sedativi, in coma farmacologico. Guido Sassi, per Sky: “Grave incidente oggi nella settima tappa della Africa Eco Race. Andrea Perfetti, pilota e giornalista al seguito del rally, è stato colpito dall’aereo dell’organizzazione mentre stava effettuando un rifornimento di carburante. Possiamo subito dire che l’intervento dei medici è stato rapido perché un’equipe era presente sul posto, il pilota è stato rianimato, stabilizzato ed elitrasportato. Fortunatamente le condizioni di Andrea sembrano migliori di quanto si era temuto in un primo momento, così hanno evidenziato i primi esami. Perfetti ha avuto un veramento al ventricolo oltre a dei piccoli ematomi al cervello, ma era reattivo agli stimoli e muoveva gli arti. È stato messo sotto osservazione in coma farmacologico al fine di stabilizzare il quadro clinico”.
Franco Acerbis, un colosso dei grandi rally, decide di abbandonare il bivacco e di raggiungere l’ospedale, dove trova Andrea e riferisce, per Moto.it, che: “Non presenta alcuna ferita né ematoma e dorme con l'aiuto delle "macchinette" della clinica”. L’obiettivo ora è passare la notte, farlo - si spera - in miglioramento.
La mattina dell’8 gennaio le prime notizie sembrano confortanti: Andrea non è peggiorato e si comincia a parlare, timidamente, di un rientro in Italia. L’operatore della compagnia assicurativa - la copertura è obbligatoria per chi corre una gara come la Africa Eco Race - comincia a predisporre un volo di rientro attrezzato per Andrea, che fisicamente è in lenta ripresa: l’ematoma è in riassorbimento e, per quando le condizioni del giornalista siano ancora precarie, il quadro appare ancora una volta migliorativo. L’aereo raggiunge Nouakchot nel pomeriggio dell'8 gennaio, tuttavia il pilota decide di aspettare fino al 9 per volare in Italia. Andrea Perfetti dovrebbe quindi rientrare a casa nel pomeriggio.
Con tutte le probabilità ad aspettarlo in Italia ci sarà un lungo recupero, la riabilitazione, un ceffone da sua moglie - magari dato piano, che sembri quasi una carezza - e le parole, gli abbracci delle figlie. E poi le centinaia, anzi migliaia di messaggi da parte di colleghi, amici, appassionati. La gente della moto insomma, che a un finale diverso non ci ha mai voluto pensare. È bello pensare che questa folle e spaventosissima storia finiremo per ascoltarla da lui, anche se magari ci vorrà un po' di tempo. Sarà il regalo più bello sentirlo raccontare, a lungo e con costanza, con dovizia di particolari, di tutto quello che è stato. Di come un aereo gli sia venuto addosso mentre faceva benzina, mentre si teneva stretto un bel piazzamento in classifica, nel rally africano più celebre e pericoloso al mondo. Sarà addirittura bello sentirglielo raccontare decine di volte, sempre con la stessa intensità, con l’aereo che diventa sempre un po’ più grande, i colpi di scena un po’ comici.
Daje Andre.