Tutto sembrava pronto, dall’accordo con General Motors alle infrastrutture ma è bastato il comunicato di Liberty Media ad spegnere tutte le speranze di Mario Andretti. Il sogno di entrare in F1 nel 2026 è sfumato, ma con la stessa stoffa del campione con cui si è contraddistinto nei suoi successi, in particolare il campionato del mondo 1978, è ripartito con un progetto ancora più ambizioso. Un investimento davvero molto importante, il team americano infatti è pronto, dopo la Formula E e l’Indicar, ad espandersi, entrando in F2 e F3 con l’obiettivo di supportare giovani piloti americani e le loro carriere nelle categorie europee, come affermato nell’intervista con Motorsport.com: “Vogliamo avere un ciclo di sviluppo con F3 e F2 per formare i piloti a salire di livello, garantendo che i piloti americani arrivino al momento giusto e che abbiano tutte le possibilità di rivendicare un posto in F1”.
Tutto ha inizio con l’inaugurazione di una sede nei pressi di Silverstone, la motorvalley britannica, uno spazio di 50 mila metri quadrati, dove opereranno anche 80 addetti del team Adretti Cadillac UK. Dal comunicato stampa si può leggere infatti che lo spazio sarà multi-funzione ed ospiterà strutture produttive, tra cui officine per modelli e macchine, ADM, elettronica, R&S e ulteriori uffici e sale riunioni. Questo spazio, continuerà a lavorare fianco a fianco con la sede principale Andretti nell’Indiana (Stati Uniti) e con la nostra struttura della Formula E a Banbury. Ad oggi, il progetto F1 è stato diviso tra le operazioni a Silverstone, in Indiana, e il GM Tech Center in North Carolina con la volontà a lungo termine, perchè la data fissata è 2028, di ripresentare la candidatura a Liberty Media, come dichiarato: ”Mentre stiamo costruendo un team di lavoro americano, avere una base europea è un ottimo modo per attrarre i migliori talenti della F1 e installare macchinari all’avanguardia“ .
Dopo le dichiarazioni di Mario Andretti come: "L'esclusione dalla F1 è un'offesa, se vorranno sangue sarò pronto”, questo è un chiaro esempio di come i fatti stiano andando pari passo alle promesse fatte per poter rispettare tutti i requisiti. Il responsabile della scuderia americana, è andato ben oltre la delusione iniziale, dichiarando: "Il nostro obiettivo è quello di avere un team di Formula 2 e Formula 3 per supportare la squadra di F1, e poi forse anche un team del WEC. Vogliamo che questo sia il nostro centro per le corse europee. Quindi ci sono molti progetti interessanti in quest’area. Ma vogliamo avere anche lavorare in Formula 3 e in Formula 2, in modo da sviluppare i piloti e farli crescere sin da ragazzi, assicurandoci che i piloti americani arrivino al momento giusto e che abbiano tutte le opportunità per ottenere un posto in F1”.
Un progetto che richiama sicuramente qualcosa di davvero ambizioso, ma molto simile a quanto fatto dal team italiano Prema, fondato da Angelo Rosin nel 1983 e che da quel momento non ha fatto altro che sfornare talenti in tutte le serie formule minori, tanto da diventare il team più vincente in F3. Una squadra che oltre a sfornare ed accompagnare talenti però si è fermata alla Formula 2, per poi sostenere la Ferrari Driver Academy e lanciare così i piloti nella massima serie. Se i paragoni tra il team italiano e quello americano sono molti, dalla passione per il Motorsport, alle categorie in cui si sfideranno come l’Indicar, nuovo progetto della casa di Grisignano di Zocco o il WEC al quale punta invece Andretti. La F1 resta lontana, ma solo per il momento perchè la famiglia Andretti vuole arrivarci e sta costruendo tutto il possibile per prenderci parte.