Tecnicamente non sono belli da vedere, ma i pesi massimi conquistano il cuore degli spettatori. Sarà che non hanno limiti di peso e ciò evoca colpi che devastano. Sarà che, nel corso della storia della boxe, in questa specifica categoria ci sono stati dei personaggi che hanno travalicato il ruolo di sportivi per diventare archetipi totali.
Alle 19 italiane di oggi, 12 dicembre 2020, live su DAZN, partirà la serata di pugilato dalla Wembley Arena di Londra. Il match clou sarà tra Anthony Joshua e Kubrat Pulev. Categoria: pesi massimi. Non sarà un match normale, ma una guerra vera e propria con in palio le quattro cinture di campione del mondo detenute da Joshua: IBF, WBO, WBA, IBO. Alla cerimonia del peso tenutasi ieri entrambi i fighter erano in grande spolvero. Joshua sale sulla bilancia con un peso di 109kg, Pulev 108. Classiche foto di rito, pose ginniche. Pulev a un certo punto inizia a minacciare Joshua gridando in un inglese slavizzato “no lies! no lies! Tomorrow I will show you!” e Joshua lo guarda dritto negli occhi, puntandogli l’indice sul petto.
Joshua è tenuto a fare una prestazione perfetta. Non può sbagliare, è stato bersagliato di critiche nell’ultimo anno e mezzo da fans e addetti ai lavori. Perché? Beh, torniamo a giugno 2019, quando il messicano Andy Ruiz Jr. lo stese KO partendo sfavorito. Sì, AJ poi ha vinto il rematch 6 mesi dopo ai punti, ma quella macchia se la porterà addosso a vita. Nonostante Joshua abbia un curriculum pugilistico di tutto rispetto annoverando nel palmarès vittorie con Klitschko, Parker e Povetkin, non ha ancora affrontato i veri mostri del momento, ossia il connazionale Gypsy King Tyson Fury e Deontay Wilder. Specie con Wilder è andata avanti una pantomima indecente per la boxe, di quelle che allontanano gli spettatori dallo sport: Joshua e Wilder son stati rispettivamente campioni del mondo dei pesi massimi in diverse federazioni, dal 2016 al 2020. In questo lasso di tempo non si sono mai sfidati. Mai. Per fare un paragone calcistico, è come se le finaliste di Champions League invece di giocare la finale tra loro facessero una partita a parte contro le uscenti in semifinale per autoproclamarsi campioni d’Europa. Alla luce di questo, per i detrattori di AJ il match con Pulev è la conferma che il campione inglese sceglie avversari facili pur di restare campione.
Ma è davvero così?
Anzitutto non ci sono match facili. Ogni avversario può nascondere del veleno, dei colpi cattivi. Soprattutto per Pulev questa è l’occasione della vita. Avversario numero 1 per il ranking IBF, su BoxRec è fuori dalla top ten dei migliori pesi massimi in attività. Non penso avrà di nuovo una chance del genere. E’ dentro o fuori, è vivere o morire per il Kobra di Sofia, Bulgaria. Tyson Fury definisce Pulev “l’ennesimo stupido pugile europeo che sbraccia e se ne sta come un ciocco di legno in mezzo al ring”. In effetti non ha battuto grandi nomi Pulev, anzi son quasi tutti mestieranti che hanno costruito il loro record battendo altri mestieranti. L’unico valido nel suo resume è Dereck Chisora, sconfitto per Split Decision nel 2016. Diciamolo, Pulev è più ricordato per quel bacio strappato a forza alla presentatrice Jessica Ravalo che gli costò una squalifica di 4 mesi per molestie sessuali. Detto ciò, c’è il fattore underdog su Pulev che garantisce del brivido adrenalinico. Non ci sono aspettative nei suoi confronti, potrà caricare e cercare di far vacillare il gigante Joshua.
Che match sarà?
Spero che scatti qualcosa nell’orgoglio di entrambi i fighter. Della serie: Joshua magari spingerà per un KO da showman, e Pulev andrà a testa bassa per far sbandare AJ. Immaginandola così sarebbe da fuochi d’artificio. Verosimilmente invece AJ passerà diverse riprese a fiaccare l’avversario con footwork e spostamenti in stile rematch con Andy Ruiz Jr., e Pulev cercherà di accorciare la distanza pur dovendo evitare le bombe di Joshua e facendo i conti con la differenza d’altezza e di reach, sempre in favore di AJ.
Comunque vada, da spettatori possiamo soltanto sperare che il vincitore di questo incontro possa poi sfidarsi con Tyson Fury, campione del mondo WBC, per completare l’opera. Non torneremo mai al periodo d’oro dei gloriosi anni ’90, quando nella categoria dei massimi concorrevano nomi come Holyfield, Lennox Lewis e Iron Mike Tyson, ok. Ma anche la nostra generazione merita un campione indiscusso dei pesi massimi a cinture unificate. E’ arrivato il momento di avere un solo Re sul trono più grande e grosso che ci sia.
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