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Mayweather contro uno youtuber,
ma è ancora boxe?

  • di Lorenzo Monfredi Lorenzo Monfredi

7 dicembre 2020

Mayweather contro uno youtuber, ma è ancora boxe?
Floyd Mayweather Jr. il pluricampione, il pugile imbattuto (50-0), il castigatore di Conor McGregor, si sfiderà in un’esibizione contro Logan Paul, YouTuber dalle 22 milioni di iscrizioni al proprio canale. Data: 20 febbraio 2021

di Lorenzo Monfredi Lorenzo Monfredi

Alla gente piace vedere due persone che si prendono a cazzotti. Alla gente piace ancor di più vedere due personaggi pubblici prendersi a cazzotti. Sarà la legge della giungla, l’essere selvaggi, fatto sta che siamo intrinsecamente attratti dallo scontro fisico. Se poi c’è un ring, ci sono luci e riflettori, è ancora meglio.

La notizia è di stanotte: Floyd Mayweather Jr., il pluricampione, il pugile imbattuto (50-0), il castigatore di Conor McGregor, si sfiderà in un’esibizione contro Logan Paul, YouTuber dalle 22 milioni di iscrizioni al proprio canale. Data: 20 febbraio 2021. L’ha annunciato Floyd sul suo Instagram. Non si sa ancora la location dell’evento quale sarà, né il regolamento e tutte le caratteristiche tecniche che definiranno l’incontro. Si sanno invece i prezzi per vedere la PPV live: 24,99 dollari entro 1 milione di sottoscrizioni, fino ad un massimo di 69,99$ man mano che si arriva alla data predestinata. Su Instagram, Paul e Mayweather mettono assieme 43 milioni di follower. Partendo da questa fanbase, è facile intuire che sarà un successo commerciale di livello astronomico.

Floyd Mayweather Jr. è il dollaro applicato ai guantoni. Riesce a monetizzare qualsiasi cosa, investe e scommette, apre palestre e gestisce gli atleti del momento come Gervonta Davis. Impeccabile dal punto di vista pugilistico, con un’arte difensiva fatta di shoulder-roll e footwork stupendo, Pretty Boy Mayweather (così chiamato perché, appunto, capace di non incassare colpi tali da sfigurarlo a vita) ha saputo anche scegliere il momento opportuno per sfidare i grandi pugili delle sue categorie di peso, pensiamo ai suoi avversari: Pacquiao, De la Hoya, Saul Alvarez. Nomi di prestigio totale, ma Floyd ha saputo combatterli quando non erano al top della forma.

Logan Paul recentemente ha combattuto come sottoclou (i match di caratura minore) nell’evento di Mike Tyson vs Roy Jones Jr. Ha mandato KO l’ex star NBA Nate Robinson. Si allena da qualche mese, quando porta i colpi a corta distanza spesso inclina malamente la testa, d’altronde interiorizzare certi movimenti del pugilato è dura, ci vuole una vita. Prenderà una fraccata di legnate dal buon Floyd, che già nel match con McGregor dovette trattenersi per non mandare KO alle prime riprese il ragazzo dublinese.

Come è stata percepita questa news dal mondo sportivo e non? I puristi della boxe la prendono a male. Pensano sia una pagliacciata. Ritengono Mayweather il colpevole del decadimento morale del pugilato, lo vedono come un Satana tentatore, che orchestra questi show ad uso e consumo del suo portafoglio. Vale la pena fare un paio di precisazioni e riflessioni.

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Anzitutto Mayweather non è più un pugile professionista. Può fare quello che vuole. Non rappresenta nessuna federazione. “Eh, ma ai tempi di Mohammed Alì queste cose non succedevano!”. Ok. Perché non andate su Wikipedia a leggere di Alì contro Inoki del ‘76? Certo, il giap non era uno YouTuber fisicato ma un wrestler e atleta di arti marziali miste, però quel match fu una farsa spettacolarizzata e Alì ci si prestò, pur essendo un campione del mondo titolato. Almeno, Floyd non rappresenta più nulla sul piano sportivo.

Seconda considerazione: perché queste esibizioni hanno una visibilità esagerata, mentre i poveri pugili di provincia non vengono trasmessi nemmeno sulle tv locali pur combattendo per titoli europei? Al di là del discorso vendibilità, ci sono molte cose che non funzionano nella boxe contemporanea. Tante sigle, troppe cinture, troppi “campioni” che se la cantano e se la suonano nonostante abbiano combattuto solo contro mestieranti pagati per incassare e non andar giù al primo round. Inoltre, anche ai vertici della boxe mica c’è tutta questa fame di vittoria e di dimostrare di essere una bestia nella propria categoria. Gli unici match davvero assoluti nel 2020 sono stati Fury-Wilder e Lomachenko-Teofimo Lopez. Si affrontavano i numeri 1 delle rispettive categorie di peso. Pochi fronzoli. Gli altri pugili hanno fatto quello che in America chiamano “cherry picking”, si sono scelti gli avversari più facili da battere.

Con queste premesse, è normale che il pubblico ami più questi incontri-esibizioni estemporanei che non l’ennesimo match tra il campione dei supermedi e il solito contender. In queste esibizioni in pochi round si decide chi è il migliore tra i due, chi prenderà la visibilità e una cintura farlocca legata all’evento. Non dimentichiamo poi che ci saranno i match undercard, dove verosimilmente combatteranno pugili professionisti che riceveranno un’ondata di visibilità grazie all’esibizione tra Mayweather e Logan Paul.

Insomma, Logan Paul e Mayweather si faranno una barca di soldi, ma di riflesso ne trarrà giovamento anche la boxe. Nel bene e nel male, purché se ne parli.

 

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