Certo che Caen deve essere proprio un bel posto del cazzo. Google Immagini rimanda sempre alla stessa Cattedrale e alle tipiche casette del nord della Francia col tetto in paglia. Tutto lì?
Ma in piena emergenza Covid-19, non ci pensi ai luoghi d’arte. Specie se devi combattere in terra straniera per difendere il titolo di campione europeo dei pesi medi. Specie se sei romagnolo, se sei pugile italiano, se sarai all’angolo da solo con la tua squadra senza tifosi, blindato in un palazzetto di galletti francesi con le mascherine e x-mila casi positivi al giorno. In questo caso, pensi solo a salire sul quadrato e a scaricare con razionalità e precisione i tuoi colpi.
Così ha fatto Matteo Signani, 41enne pugile professionista italiano, detentore del titolo EBU (European Boxing Union) dei pesi medi, ossia la categoria di peso che si attesta sul limite delle 160 libbre, aka 72,57 kg.
Il suo sfidante era il ragazzo di casa, Maxime Beaussire, 29 anni. Il conquistatore, lo chiamano. 29 vittorie, 2 sconfitte e un pareggio.
Matteo l’ha buttato a terra al secondo round. Mancavano meno di 90 secondi al gong. Matteo se l’è lavorato con un paio di colpi interlocutori, ha schivato e SBEM!, ha colpito sul mento Beaussire. Davvero, andatevelo a vedere, kappaò da manuale: il francese è caduto faccia a terra. Niente spinte, niente colpi gobbi, solo un gancio sinistro DA MANUALE. Accademia pura. Beaussire non si è alzato, anzi sì, ma è stato contato fino a 10 e Matteo ha vinto per TKO.
Era l’evento clou della serata, signore e signori: la locandina recava i nomi dei due combattenti, c’è stata tutta la cerimonia con gli inni nazionali e le ragazze che sorridevano, lunghe intro che narravano le gesta di entrambi i ragazzi. Ci si aspettavano dodici round di fuoco.
Invece Matteo l’ha risolta al secondo round
Pazzesco. Pazzesco come ti possa cambiare la vita in mezza frazione di secondo. Bastava che si fosse trovato più distante di venti centimetri, e magari Beaussire avrebbe incassato meglio. Se fosse finita ai punti, dubito che Matteo avrebbe vinto. E non perché non abbia la tecnica, ma perché è risaputo che quando si combatte in trasferta o l’avversario lo mandi giù, o fai prima a rassegnarti al verdetto sfavorevole nei tuoi confronti.
Abbiamo un italiano campione europeo. Già.
Peccato che il match l’ho visto su YouTube in streaming. Coi commentatori francesi. Ci sta eh, le riprese erano serie, da diverse angolature, e non c’era buffering a rompere il cazzo. Però non stiamo parlando di un match regionale o nazionale. Stava combattendo un nostro sportivo, in una nazione ostile. Possibile che oltre il comunicato della FPI (Federazione Pugilistica Italiana) con link per lo streaming non ci sia stata la possibilità di trasmettere sui canali nazionali questo incontro?
Ma d’altronde che aspettarsi, quando eravamo in 1300 connessi live durante il match, e non tutti italiani. La legge la fanno i numeri. Inutile cantarsela: la boxe in Italia è uno sport minore.
Minore come seguito, forse, perché emotivamente non lo è. La boxe ti coinvolge, c’è poco da fare. E non menatela con la stronzata degli sport violenti: e la società in cui viviamo non è forse più violenta di uno sparring del venerdì? La boxe è rispetto, è amore. Se ci vai sotto, non ne esci più.
Ho un passato come tifoso abbastanza hardcore. Seguivo le squadre sportive della mia città. Pensavo che non ci fosse niente come il gol di Fabio Prosperi al Flaminio nel giugno 2011. Stasera invece mi battevo il petto davanti al monitor mentre Matteo colpiva Beaussire, mi struggevo per i colpi al fegato del francese, mi sono strappato la maglietta e gridato come un pazzo eroinomane quando Matteo ha scoccato quel gancio benedetto, rilasciando in un unico colpo la rabbia, gli allenamenti, le sveglie presto, l’alimentazione controllata, gli ostacoli di essere un pugile in Italia.
“Les jeux sont fait”, così chiude Matteo la sua intervista alle tv francesi nei primi momenti del post match. Sorride fortissimo Matteo, ha un tricolore sulle spalle e calza il cappellino della Guardia Costiera. Nei suoi accenni alle piadine che mangerà una volta tornato a Savignano sul Rubicone e alla famiglia che lo guardava in diretta, ci si legge una grande rivincita.
“Il campione d’europa ce lo avete voi” dice, quasi a voler sottolineare: non dimenticatevi di noi. Esistiamo, anche se non sembra. La cintura luccica ed è bellissima, gli sta da Dio sul pantaloncino rosso.