Frasi secche, dritte al punto. Di uno che con la stampa negli anni ha avuto a che fare spesso, forse anche troppo. "I media day sono gli stessi della Formula 1 anche in Formula E" dice ridendo, come a sottolineare che quello, di impegno, purtroppo non è cambiato insieme alla categoria.
Sicuramente per lui nel 2022, dopo un travagliato finale di stagione nella massima serie nel 2021, di cose ne sono cambiate parecchie. Una nuova sfida in Formula E, un calendario con gare distanti e diverse, un format adrenalinico e tante, tantissime cose da imparare.
Ma l'impegno con i giornalisti, quello resta. E il pugliese d'oro del nostro motorsport, classe 1993 da Martina Franca, ha imparato presto che anche questo fa parte del gioco. Sopratutto adesso che, appena sbarcato in Formula E, si prepara a correre il suo primo E-Prix italiano, a Roma questo fine settimana. "Mi metterò un po' di pressione per fare del mio meglio davanti ai tifosi" spiega mentre, sui social, si prepara alla battaglia pubblicando una fotografia con bandiera tricolore e Colosseo alle spalle.
Antonio Giovinazzi, Gladiatore di questa Italia che di motorsport vive, è pronto. A ricominciare, a migliorare, a tornare a vincere perché "quella sensazione mi manca troppo" e ad essere migliore. "In pista e fuori", come gli ha insegnato Kimi Raikkonen.
Antonio, le prime due gare in Formula E sono alle spalle. Come le valuti?
Sono passati quattro mesi dall'inizio della stagione in FE ma abbiamo fatto solo due weekend. Ho avuto ancora troppo poco tempo per riuscire a capire tutto, poca esperienza sulla macchina ed è proprio quella che mi serve per fare bene. Ovviamente mi sento più pronto rispetto all'Arabia Saudita, il mio esordio, ma essendo una macchina molto diversa rispetto a quella del passato ho bisogno di più tempo per abituarmi.
Spesso si pensa che venendo dalla Formula 1 poi sia tutto "semplice", ma non è così. Quali sono le differenze maggiori rispetto a una monoposto di F1?
Troppe da elencare. Dal downforce, che in Formula E non c'è, alla frenata che soprattutto all'inizio mi ha dato problemi. Poi anche le gomme, il format diverso con tutto in un giorno, che sicuramente non aiuta un rookie, e poi anche il suono che non c'è... Sembra banale ma abituarsi non è facile all'inizio. È l'insieme che rende tutto più difficile. Però sono contento del miglioramento visto dalla prima alla seconda gara quindi credo che nel corso della stagione andrà sempre meglio.
Un calendario così frammentato non aiuta a prendere confidenza...
Sì, infatti fa ridere pensare che la stagione sia iniziata da quattro mesi ma ci siano stati solo due weekend di gara. Per fortuna adesso andiamo verso un periodo con una gara dopo l'altra e credo che essere in macchina in modo più continuativo mi aiuterà molto a trovare confidenza.
Per molti il boom iniziale della "novità" della FE è già finito, secondo te ci sono prospettive di sviluppo nei prossimi anni?
Vedremo in futuro quanto l'elettrico sarà importante, nel mondo dell'automotive e in quello del motorsport. La prospettiva è buona e credo che la Formula E sia molto divertente da guardare per il pubblico. Nelle gare c'è tanta competizione, le piste sono entusiasmanti... Insomma è entusiasmante da guardare! O almeno per me, da appassionato, lo è sempre stata. Però credo bisognerà aspettare per capire che cosa succederà con l'elettrico per capire le reali prospettive di crescita del campionato.
Visto l'inizio di campionato un po' in salita che obiettivo ti sei posto per questa stagione?
Al momento non mi sento ancora a mio agio con la macchina ed è difficile fare previsioni sul resto del campionato, e quindi anche porsi degli obiettivi concreti. Finché non avrò il feeling giusto per me sarà molto difficile capire davvero quali possano essere gli step successivi e i traguardi da raggiungere. Non sarei realista.
Come ti stai trovando nel nuovo paddock? L'aria che si respira è un po' più rilassata?
Sì decisamente. Rispetto alla Formula 1, in Formula E, c'è un ambiente molto più tranquillo. Poi ovviamente la competizione si sente e tante cose sono uguali come i meeting, i media day e così via. Poi in fin dei conti il motorsport non è mai "rilassante", anche perché con il format di un giorno solo che abbiamo adesso i tempi sono davvero stretti e le cose da fare sono tante. Ma se si parla di ambiente non c'è paragone, in Formula 1 l'aria è molto più tesa.
In Formula 1 però hai avuto il sostegno di un grande compagno di squadra: Kimi Raikkonen. Com'era il vostro rapporto?
Con Kimi sono stati degli anni bellissimi. Per il mio esordio in F1 e per l'approccio all'ambiente lui è stato senza dubbio il compagno ideale da avere al mio fianco. Con me è sempre stato un collega leale, dentro e fuori dalla pista, e ho imparato tantissimo da lui. Lo conoscevo dal 2017, già dai tempi in cui facevo la riserva in Ferrari, quindi per cinque anni in qualche modo ce l'ho avuto al mio fianco e siamo sempre andati d'accordo. A lui va un grande grazie perché è stato un maestro importante e se sono cresciuto, come persona e come pilota, lo devo anche a lui.
Prossima tappa: E-prix di Roma. Tu sei il pilota più atteso e i tifosi saranno di nuovo presenti con capienza al 100%. Sei emozionato?
Sì perché la pandemia ci ha portato via una presenza, quella degli appassionati in pista, a cui eravamo abituati e legati. Sono stati due anni difficili per tutti, anche per i tanti fans che non hanno potuto godere del motorsport dal vivo, e adesso tornare a Roma, su una pista così bella e con capienza massima, sarà bellissimo.
Questo però non ti mette pressione?
Credo che mi metterò io un po' di pressione in più rispetto al resto del calendario perché voglio fare bene davanti a loro e dare tutto.
C'è un'altra pista, oltre a Roma, che aspetti di provare?
Monaco! Voglio provare il tracciato con questa macchina perché sono sicuro che ci sarà da divertirsi. E poi è dove vivo quindi per una volta potrò anche fare un fine settimana un po' più tranquillo, che non sarebbe per niente male (ride, ndr). Un'altra che aspetto è Jakarta, in Indonesia, per una questione più personale.
Quale?
Ho vissuto lì ed è stata una città molto importante per la mia carriera, per il mio arrivo in Formula 2 e quindi poi anche per la Formula 1. Ho corso nel Formula Pilota China, nell’Endurance continentale, e lo ricordo come un gran periodo. Un grosso salto nel vuoto. Ci tornerò davvero volentieri, non vedo l'ora.
Un sogno per questa stagione?
Un podio o una vittoria. E' da troppo tempo che non provo più quella sensazione lì.