Non più di qualche giorno fa, quando la MotoGP ha fatto tappa sul Cota Circuit di Austin, Loris Baz aveva attaccato i colleghi del motomondiale dicendo che si lamentano troppo spesso e che la polemica su buche e sicurezza era fuori luogo. Quasi a sottolineare che, ormai, quelli duri e puri sono solo quelli della Superbike. A distanza di poche settimane, però, proprio la Superbike si trova a fare i conti con lo stesso problema. Il circuito di San Juan, in Argentina, presenta non poche insidie e, come se non bastasse, c’è anche la minaccia di una tempesta di sabbia a poter rendere particolarmente pericolosa la gara. Tanto che qualche pilota ha già messo le mani avanti, spiegando che prima vorrà rendersi conto personalmente della situazione e poi deciderà se salire in sella o meno. Tra questi c’è anche Scott Redding, che sull’argomento è stato piuttosto categorico: “Non correrò solo per vedere il mio nome in una lista se non c'è un'adeguata sicurezza”.
Già due anni fa in Argentina i piloti si erano rifiutati di correre e Scott Redding ha ricordato quell’ammutinamento: “Onestamente ancora oggi non mi spiego perché c'erano piloti che volevano correre quel rischio. Sì, le corse sono importanti per noi piloti, ma non è tutto. Per noi correre è un lavoro, e quando vai al lavoro non vuoi farti male, vuoi tornare a casa tutto intero. La mia vita è preziosa e vale più dell'assegno che ricevo a fine mese per il mio lavoro”.
La pensa ancora così, tanto che l’idea di correre a San Juan da un lato lo incuriosisce e lo stimola, ma dall’altro lo spaventa: “Sono molto curioso di correre su questo circuito. Sarà la prima volta nella mia carriera quindi dovrò familiarizzare con la pista, ma correre su nuovi tracciati è qualcosa che mi piace molto quindi non credo che avrò difficoltà a prendere confidenza con la pista velocemente. Sono sicuro che darò il massimo dalle prove libere. Il campionato è ancora aperto. Ma ribadisco che vorrò accertarmi personalmente della situazione, perché non sono di quelli che vuole correre a tutti i costi. Quelli così sono i piloti che di solito arrivano dietro e che in situazioni di particolare rischio, magari, sperano di finire sul podio”.