E’ stato per un anno il sarto che ha cucito addosso a Marc Marquez la tuta del perfetto pilota Ducati, fino a salutarlo dopo una sola stagione per vederlo andare, appunto, nella squadra ufficiale di Borgo Panigale. E adesso Frankie Carchedi si prepara a ricominciare da capo, sempre dentro la sua camicia azzurra della famiglia Gresini e con un ragazzino al posto del più grande tra i campioni in attività. Ma attenzione: la squadra di Faenza è quella che da sempre nella gestione Nadia Padovani ha sorpreso ogni volta tutti. Azzeccando scommesse che sembravano perse in partenza e ritrovandosi a essere pure il trampolino di lancio degli ufficiali Ducati, visto che da lì sono arrivati sia Enea Bastianini che Marc Marquez (e pure Fabio Di Giannantonio, che guiderà comunque una ufficiale nel 2025). Ecco perché Carchedi è convinto che chi pensa che il Team Gresini nella prossima stagione sarà meno protagonista sta sbagliando di grosso.
In primo luogo perché Alex Marquez, libero dall’ingombrante ombra del fratello, non è l’ultimo della classe. E poi perché Fermin Aldeguer non è un rookie qualsiasi. E Carchedi ha potuto accorgersene lavorandoci insieme un solo giorno, tra l’altro il primo vero giorno di Aldeguer sopra una MotoGP. Il quinto posto finale nell’ultimo mondiale di Moto2 non dice la verità sul giovane pilotino spagnolo, parola di uno che ha vinto con Suzuki e che poi è stato al fianco di un mostro sacro come Marc Marquez. “Nel test di Barcellona le condizioni per Fermin erano dure, ma i segnali di crescita ci sono stati e sono stati davvero significativi” – ha affermato Carchedi a crash.net.
Il vero colpo di scena è arrivato quando, dopo aver ricevuto indicazioni su come migliorare, Aldeguer ha fatto un balzo in avanti da brividi. “Dopo solo un paio di giri, si è avvicinato ai tempi dei top rider - racconta Carchedi, quasi incredulo - Abbiamo temuto di averlo spinto troppo, è stato qualcosa di spaventoso”. A impressionare Carchedi non è stato tanto il cronometro, quanto il pochissimo tempo che Aldeguer ha impiegato per andare forte come gli altri, senza avere il fisico che invece hanno tutti gli altri. Con il suo metro e ottantuno deve adattarsi a una moto che richiede precisione millimetrica e di solito ci vuole tempo. “Ci siamo concentrati sull’ergonomia perché la posizione del corpo è fondamentale in MotoGP - spiega appunto Carchedi - La vera prova su Fermin si avrà, come per tutti, nel secondo weekend di gara, quando la pressione e l’inesperienza potranno giocare brutti scherzi, visto che il primo GP sarà comunque dopo un test su quella stessa pista e quindi non sarà tutto totalmente nuovo. L’aspettativa è progredire. Niente altro. Anche se chiudi ventesimo all’inizio, l’importante è che poi migliori di gara in gara
L’ambiente perfetto per crescere e sentire la leggerezza è, appunto, Il team Gresini, tanto che Carchedi è convinto: “Fermin impressionerà molti quest’anno”. La preparazione è la chiave, specialmente in un campionato dove le gomme e le dinamiche di gara possono cambiare radicalmente. Il passato di Aldeguer in Moto2, con i suoi alti e bassi, è una lezione da cui partire: “Ogni pilota ha vissuto il suo viaggio e Fermin ha dimostrato di saperci fare”. Intanto per Aldeguer e Carchedi il prossimo impegno di coppia è per il 18 gennaio, quando il Team Gresini presenterà ufficialmente la sua stagione 2025.