“Io non sto bene, ma ne ho sentite talmente tante da capire che c’è chi sta decisamente peggio. Non di salute, ma di anima”. Parole e musica di Carlo Pernat. Non è arrabbiato. Non è deluso. Non sta per lasciarci. E non è stato neanche messo alla finestra da Enea Bastianini per la vicenda di KTM. Semplicemente, come ci ha detto lui stesso, è arrivato a 77 anni conducendo una vita alla Carlo Pernat e adesso deve un attimino tirare il freno. E cominciare a fare i conti con un enfisema polmonare che lo ha già avvisato con un paio di ricoveri. Qualche mese fa il professor Matteo Bassetti l’ha ripreso per le penne, dopo un malore e una corsa in ambulanza in ospedale (su MOW aveva già raccontato tutto) e poi, quando s’è rimesso in piedi, ha provato a riprendere la vita di sempre. Ma per quel tempo che è bastato a rendersi conto che anche quando si è Carlo Pernat deve esistere il senso del limite e la definizione di un confine. Restando, però, il fiume sempre in piena di ogni volta, anche nell’ormai immancabile telefonata con MOW. Di diverso c’è solo un fischio nelle pause della voce che in verità si sentiva un po’ anche prima.
Ma adesso come stai?
Sto come uno che ha un polmone che ha perso un venti per cento circa della sua funzionalità e che deve mettersi in testa di essere arrivato a 77 anni. Però non tirerò le cuoia domani e è escluso qualcosa di particolarmente drammatico, quindi gli amici non si preoccupino e i nemici non inizino a godere. Perché non è ora. Comunque sì, io non sto bene, ma ne ho sentite talmente tante in questi giorni da capire che c’è chi sta male veramente. D’anima. Non di salute
Sei arrabbiato?
Ma no. Non mi posso neanche arrabbiare. E poi dai, magari la cosa è uscita fuori un po’ adesso con l’annuncio del passaggio di Enea a un altro management, ma la verità è che tutto si sapeva da sempre. Anche con Enea, appunto, avevamo già parlato a settembre o ottobre dell’opportunità di proseguire su un’altra strada, perché io non avrei potuto garantire quella presenza che invece adesso è necessaria. Siamo in ottimi rapporti, ci sentiamo spesso. Per me è stato più di un pilota, perché dopo Marco Simoncelli ho giurato a me stesso che avrei avuto ancora a che fare con la gestione dei piloti solo se avessi trovato un profilo umano degno e Enea è così. Quindi figurati se ci siamo lasciati male. Anzi, non è giusto nemmeno dire che ci siamo lasciati. Semplicemente s’è preso atto di una situazione e del fatto che bisognava andare avanti in maniera diversa.
Quindi la vicenda KTM non c’entra niente?
Ma no che non c’entra. C’entra, semmai, nella misura in cui è servita per capire che bisogna esserci e stare con l’attenzione totalmente sul paddock, senza potersi distrarre. Acosta, Binder o Vinales non si sono mica lasciati o scontrati con i loro manager, quindi perché si deve pensare che tra me e Enea abbia influito la questione KTM. Quella, piuttosto, è una vicenda che, adesso posso dirlo, è assurda veramente. Ci sarebbero stati i margini per stracciare tutto e farla pesare di brutto, ma farlo non avrebbe avuto senso.
Perché?
Perché dall’oggi al domani è venuta fuori una verità totalmente opposta a quella che, invece, avevano confezionato alla perfezione facendo credere che tutto non solo andasse bene, ma andasse proprio alla grandissima. Enea, ad esempio, lo hanno cercato loro. Se sei sul filo del fallimento ti vai a cercare un pilota di quella portata? E’ stato tutto surreale. Comunque quello che conta, adesso, è che garantiranno di essere nel mondiale e che Enea possa dimostrare tutto il talento che ha. Quel ragazzo, fidatevi, può vincere davvero il titolo e ha un credito grosso con la sorte. Ecco, se ho un rammarico è esattamente quello di non esserci come manager quando Enea vincerà. Perché vincerà.
E’ difficile, però, pensare che potrà farcela con una KTM in questa situazione…
Sì, è difficile. Ma Enea è giovane, oltre che forte davvero. Comunque lo ripeto: ora posso parlare e non mi faccio problemi a dire che qualcuno s’è comportato male tanto. Male e in maniera proprio brutta. Quando andammo a parlare con KTM c’erano Beirer, Guidotti, Sterlacchini e Pigiamino. Dopo pochi mesi due ne avevano fatti fuori e il terzo l’avevano già rimesso nel ruolo di capotecnico. Se guardi i report semestrali, almeno quelli mostrati, vedi che a giugno filava tutto alla grande e a dicembre hanno mezzo dichiarato il fallimento. E’ chiaro che non può essere, da qualche parte c’è una grande bugia.
Sapendolo avresti agito diversamente?
Certo. Pensi che Pedro Acosta e il suo manager se avessero saputo sarebbero rimasti lì? Magari Binder sì perché c’era già un contratto, ma anche lo stesso Vinales col cavolo che andava a impelagarsi. Quindi non è che io e Enea avremmo agito diversamente, ma avrebbe agito diversamente chiunque. Però inutile stare lì a rivangare, è andata così e adesso l’importante è che riescano davvero a mettere in pista le risorse necessarie, perché la RC16 di partenza è una buona moto e i margini per togliersi soddisfazioni ci sono. Su tutto il resto e su come hanno gestito le cose stendiamo un velo pietoso. Anzi: sospendiamo il giudizio.
Ma davvero se ti cercasse un pilotino giovane, magari che richiede un impegno minore, non ricominceresti domani?
In verità m’hanno già cercato. Però no, non ci penso nemmeno. E poi te l’ho detto: io la mia storia ce l’ho, quello che dovevo fare l’ho fatto e ho sempre detto che Marco Simoncelli sarebbe stato l’ultimo. Poi sono arrivati Enea e Toni Arbolino e c’è stato da subito un feeling umano differente e ho ricominciato per quello che sentivo sul piano personale e emotivo. Quindi sono già rimasto oltre il limite che mi ero dato e adesso non è che me ne vado del tutto: semplicemente sarò meno presente e in qualche altro ruolo. Osserverò dalla finestra, ma mi farò sentire.
Meno presente quanto?
Considera che, almeno per il momento, non posso prendere aerei. Il professor Bassetti è stato chiaro: anche una bronchite potrebbe costarmi carissima. Quindi per ora ti dico che sarò di sicuro al Mugello e a Misano, sempre ammesso che il mio autista, Massimo Calandri, sia disposto a scarrozzarmi.
Massimo Calandri il tuo autista? Non so se sei più un mito o un matto…
Eddai, fammi giocare con Massimo. Lo sanno tutti che in verità è una delle migliori penne d’Italia e oltre a essere un giornalista straordinario di Repubblica è anche quello con cui ho scritto il mio libro. Però è un amico, prima di tutto un amico fraterno, e in questi anni abbiamo diviso viaggi, pranzi, cene, chiacchierate tra innamorati di Genova e quindi con lui posso permettermi di scherzare. Anche se lui è molto più serio di me. Forse, oltre Misano e Mugello, qualche altra trasferta in auto potrà anche uscirci, ma per ora dico Misano e Mugello. Poi vedremo come starò e cosa diranno i medici.
Invece il ruolo?
Non lo so, forse come opinionista. Ma figurati se riesco a disinteressarmi delle corse. Magari da lontano, ma la mia vita resterà nel Motomondiale.
Il tutti i giorni di Carlo Pernat, la nuova routine per dirla in maniera più elegante, quale sarà?
In verità è ciò che sto facendo già. Cerco di avere una vita e dei ritmi un attimino più regolari. Faccio qualche telefonata, visto che qualche questione in ballo ce l’ho sempre, mi sottopongo alle terapie e alle varie visite e non mi faccio mancare la solita partitina di carte al bar con gli amici di sempre. Il bar è qui sotto, non devo neanche spostarmi troppo. Le carte sono perfette per sfogarsi, dire due caz*ate e ingannare il tempo in maniera piacevole tenendo impegnata la testa.
Non citi l’altro “grande argomento di Carlo Pernat”. Devo preoccuparmi?
No, non devi preoccuparti. Sono io che devo fare il bravo.
Quindi discorso chiuso?
Chiuso? Mai! Ma ho 77 anni.
Va be’, allora torniamo alle moto: che mi dici della MotoGP 2025?
Che finirà come quella del 2024: con una Ducati davanti a tutte.
Sicurissimo?
Non vedo come si possa dire il contrario. Però una considerazione si può fare: gli altri saranno meno distanti, quindi Ducati avrà meno margine.
Le agenzie di scommesse sembrano sostenere che Marc Marquez vincerà a mani basse, quotandolo a 1,80 circa, mentre Pecco Bagnaia è a 2.50. Sei d’accordo?
No, avrei messo entrambi a 2,10. Date ascolto a Carlo Pernat: non sottovalutate Pecco Bagnaia, perché è un campione vero. Poi, per carità, lo è anche Marc Marquez e lo ha dimostrato. Ma secondo me hanno le stesse identiche possibilità. E penso che anche nel box, contrariamente a quello che si dice, sapranno anche convivere più che bene. L’ho visto da vicino come manager di Enea Bastianini: Pecco Bagnaia è il miglior compagno di squadra che si possa desiderare. Certo, Ducati avrà il suo bel da fare, ma non penso che vedremo le scintille che dicono proprio perché Bagnaia ha un profilo differente, da questo punto di vista, da quello degli altri campioni così come siamo abituati a vederli. E poi ricordatevelo: è Marc Marquez che deve battere Pecco Bagnaia, mica il contrario. Marquez ha fatto di tutto per avere una Ducati e vincerci, ora deve riuscirci: la pressione ce l'ha più lui.
Su Aprilia che mi dici?
Che è il marchio che porto come un tatuaggio nel cuore. E’ vero che è arrivato Jorge Martin, ma è cambiato anche tanto nella squadra e quindi forse servirà del tempo per prendersi un attimo tutti le misure. Però sì, sarà l’Aprilia l’anti Ducati. Su KTM per ora il giudizio è sospeso, ma, te lo ripeto, Enea Bastianini è uno che può tranquillamente vincere un titolo, così come Pedro Acosta, quindi vedremo che moto riusciranno a mettergli tra le mani.
Per tutti gli altri resteranno le briciole?
No, non la metterei così. O, almeno, non la metterei così per un Fabio Quartararo ad esempio. Perché il francese è un altro che ha un talento pazzesco e un manico della mad*nna, quindi, se per caso Yamaha con questo V4 dovesse tirare fuori una moto competitiva, potrebbe essere la grande sorpresa. Da Honda, invece, niente sorprese: temo che lì il disastro non sia ancora del tutto compiuto, ma parliamo comunque di un colosso industriale che, se vuole, ti tira fuori la moto perfetta.
Invece tu la sorpresa di dirci che ci stai prendendo tutti per il cu*o e che in verità volevi solo vedere la reazione alla notizia di un Carlo Pernat che esce di scena quando ce la fai?
Fidati: vorrei farla a me stesso per primo. Ma non c’è sorpresa da fare. Le cose stanno così e il momento di chiudere le porte per mettersi alla finestra è arrivato. Però prometto che lo farò alla Carlo Pernat, mica come quelli normali!